Stavo giocando a Sudoku on line sul mio smartphone. Alla fine di ogni schema risolto si apre inevitabilmente una pubblicità, che io mi affretto a saltare, appena il sistema me lo consente. All’ennesima, una ragazza, con voce entusiasta inizia lo spot. Ma la terza parola che dice mi colpisce: “preghiera”. Resto perplesso e non salto la pubblicità come al solito.

di Gilberto Borghi

 Signore, insegnaci ad app-pregare

Lo Spirito aleggia sul Web

 Così vengo a sapere che Hallow ha finalmente deciso di tradurre anche in Italiano la sua - ormai famosa, dice la ragazza – app per la preghiera cristiana. Anche la preghiera, giustamente, è stata “virtualizzata” e abita anche lo spazio del web.

In questo caso la curiosità non è femmina, e così mi sono spinto in rete, in una ricerca per capire quali sono le app per pregare, di cosa si tratta, se valgono la pena spenderci tempo e, soprattutto, come funzionano. Mi si è aperto un mondo. Ci ho messo un po’ per orizzontarmi, perché, anche restando solo dentro a Google Play Store, le app in lingua italiana che offrono servizi connessi alla preghiera cattolica sono quasi 140, senza contare poi quelle in inglese, quelle per la preghiera di fede Musulmana, Ortodossa, Bahai, Geovista, ecc…

 Quattro categorie

Alla fine, restando in ambito cattolico, in lingua italiana, mi sembra che si possano individuare quattro categorie. La prima è formata da app che si limitano a trasferire sul web il testo biblico. Qui si incontrano numerose app con molte diverse versioni della bibbia, da quelle ufficiali della Cei a quelle per ragazzi a quelle che seguono la scansione liturgica (anche veri e propri lezionari), fino a quelle che sono organizzate per temi. Di solito è presente qualche strumento di ricerca, che permette di navigare con più facilità dentro al testo biblico e a volte anche alcuni commenti. Qui troviamo delle valutazioni degli utenti che viaggiano in media sul 4.5 (massimo è 5), con punte anche di 4.9 e un numero di download da un minimo di 10.000 fino a più di 100 milioni, per le app provviste di più lingue. Segnalo in questo gruppo la app italiana “Laparola.net” che, benché abbia un’interfaccia molto minimale, poco curata e non accattivante, rende però un servizio molto interessante per lo studio e la preghiera della bibbia, con numerosi strumenti di analisi testuale e l’accesso al testo originale del nuovo testamento, con annesso vocabolario greco.
La seconda categoria è data da quelle app che hanno trasferito on line le preghiere classiche tradizionali, in riferimento soprattutto alla Madonna e ai santi. Qui troviamo numerose app per la liturgia delle ore (veri e propri breviari), per il rosario, per la via crucis, alcune che riportano il messale per le messe e altre per l’adorazione, altre per novene ai santi, tra cui spiccano san Pio da Pietrelcina e sant’Antonio da Padova, oltre alle app per le coroncine varie. Tranne pochissime app in inglese sulla confessione, non ho trovato, invece, app sui vari sacramenti cristiani. Qui le valutazioni sono leggermente più basse, in media sul 4.3 e con alcune punte fino a 4.9 soprattutto sul rosario e sulle preghiere di san Pio, con numeri di download molto più limitati (al massimo arriviamo a qualche milione). Segnalo qui la app “ePrex”, che giorno per giorno segue passo passo la liturgia delle ore, con il testo completo anche dell’ufficio delle letture, dell’ufficio dei defunti, della liturgia della messa e una pagina dedicata ai santi del giorno.
La terza categoria raggruppa le app che aiutano la preghiera personale mirando alla condivisione tra membri della medesima “comunità” reale o virtuale. In genere queste permettono anche l’upload di preghiere personali, canti, riflessioni, commenti spirituali, che possono poi essere scambiati tra i membri della community. Qui troviamo, perciò, app abbastanza “targate” dalla spiritualità del gruppo che l’ha creata, che danno spazio a sensibilità spirituali e teologiche anche molto diversificate tra loro. In genere le valutazioni sono abbastanza alte (mediamente su 4.8), ma con un numero di download molto più limitato di altre categorie. Segnalo qui la app “Pregaudio” nata da una comunità inter parrocchiale di Riccione per pubblicare, ascoltare e leggere preghiere, seguire canti e musiche meditative, oltre al vangelo del giorno. In tre mesi ha avuto quasi 40.000 download dal Sudafrica, alla Russia, da quasi tutti Paesi europei agli Stati Uniti, da Israele alla Colombia, dalla Tanzania, fino all’Uganda, al Madagascar e all’Iraq. Il servizio permette la creazione di liste di preghiere, le cosiddette “pray-list” e di aggiungere ai preferiti le dieci preghiere “più importanti” che si sono incontrate.
La quarta categoria. Qui troviamo delle app che intendono essere una specie di accompagnamento metodologico e spirituale per la preghiera personale. Oltre, quindi, ad avere un corredo di testi di preghiere, tradizionali e anche no, possiedono una serie di strumenti di ricerca che possono velocemente selezionare preghiere per determinate occasioni, esigenze personali del momento anche in base al tempo che si ha a disposizione. Ma soprattutto si trovano pod cast, grafici e video, che intendono essere una specie di tutorial per l’educazione alla preghiera. Numericamente sono meno queste app, ma la loro valutazioni sono discretamente buone, da 4.7 a 4.9, e mostrano un numero di download anche fino a 5 milioni.

 Illinois (U. S. A.) e una perplessità

Qui segnalo la app “Hallow”, da poco resa disponibile anche in italiano. E nata nell’Illinois (USA) nel 2018 dall’esperienza di Alex Jones, ritornato alla fede attraverso la meditazione silenziosa e l’adorazione, dopo un distacco nell’adolescenza, che ha voluto mettere a punto una piattaforma on line per supportare altre persone che potessero fare un cammino simile al suo. Già nel 2022 vantava più di 2 milioni di download, e a giugno di quell’anno è stata assunta dalla diocesi di Detroit come riferimento generale per la preghiera. Hallow fornisce storie bibliche, audio-guide metodologiche, preghiere, meditazioni e musica cristiana. Offre, inoltre, un accompagnamento molto curato per la Lectio Divina, la possibilità di personalizzare l’app attraverso le liste di preghiera e opzioni per impostare la propria routine spirituale quotidiana.
Qualche osservazione. Indubbiamente siamo in presenza di strumenti creati con il massimo delle buone intenzioni. E che di sicuro rendono più facile e a portata di quasi tutti l’utilizzo di strumenti prima solo cartacei, perciò di minore facilità d’uso. Inoltre, se fatte bene, possono davvero aprire la corposità e la ricchezza dell’esperienza bimillenaria della preghiera cristiana a tante persone che non troverebbero la stessa possibilità solo affidandosi a preti o direttori spirituali in carne ed ossa.
Una perplessità però mi resta, soprattutto sulle app del quarto gruppo segnalato. Pregare è coltivare una relazione personale di amore con Cristo vivo, relazione reale per quanto spirituale e che si realizza in forme assolutamente soggettive che la rendono unica. Perciò l’aiuto di tutorial metodologici può essere utile a due condizioni: che nel tutorial si inviti il credente a cercare una propria forma personale, in cui la spontaneità del flusso istintivo di amore che sentiamo verso Cristo abbia un ruolo centrale; che il percorso spirituale suggerito possa essere confrontato con le indicazioni di persone in carne ed ossa che ci possano aiutare a comprendere se e come tali indicazioni del tutorial possano “attagliarsi” al nostro modo di credere e pregare.
Si corre il rischio, altrimenti, di vivere il proprio amore per Cristo come se si fosse accompagnati costantemente ad ogni passo da un suggeritore, un “Cyrano” che sceglie per noi parole, gesti, modi, forme e tempi dell’espressione del nostro amore.