Il 2017 sarà il 500° anniversario della Riforma (1517-2017). Il prof. Riccardo Burigana ci aiuta a riflettere sull’importanza di vivere insieme, in una prospettiva ecumenica, questo anniversario, sottolineando come, dopo secoli in cui si preferiva fermarsi sulle differenze e rivendicare una superiorità, sia giunto il momento di conoscere le peculiarità dell’altro per cercare di superare la divisione con le altre tradizioni cristiane, scandalo per tutta la Chiesa.

Barbara Bonfiglioli

 Un percorso che deve proseguire

Rilettura storica della Riforma in prospettiva ecumenica

 di Riccardo Burigana
direttore del Centro Studi per l’Ecumenismo di Venezia

 La ricerca di ciò che unisce

«In che modo la storia della Riforma sarà ricordata nel 2017? Di ciò su cui le due confessioni hanno con tanta veemenza dibattuto, che cosa merita di essere conservato?

I nostri padri e le nostre madri nella fede avevano la ferma convinzione che ci fosse qualcosa che era necessario per una vita con Dio. Come possono essere trasmesse ai nostri contemporanei le tradizioni tanto spesso dimenticate, in modo che non rimangano oggetti di antiquariato ma siano piuttosto il sostegno di un’intensa esistenza cristiana? Come si possono tramandare le tradizioni senza scavare nuove trincee tra i cristiani di confessioni diverse?».
Questo è uno dei passaggi più significativi del documento, Dal conflitto alla comunione, redatto dalla Commissione cattolico-luterana, proprio in vista del 500° anniversario della Riforma; questo documento, presentato a papa Francesco il 21 ottobre 2013, è stato pensato come testo con il quale aiutare cattolici e luterani a vivere insieme, in una prospettiva ecumenica, questo anniversario, dopo che per secoli gli anniversari della nascita della Riforma luterana erano stati vissuti come occasioni per sottolineare le differenze e rivendicare una superiorità rispetto alle altre tradizioni cristiane, come se la divisione non fosse motivo di scandalo per tutta la Chiesa. Le commemorazioni di molti altri anniversari di eventi e fatti del XVI secolo erano diventate dei momenti nei quali si acuivano le distanze teologiche e culturali tra le confessioni cristiane, alimentando un clima di contrapposizione, lontana dal dialogo con il quale conoscere le peculiarità dell’altro. Il movimento ecumenico del XX secolo ha determinato l’inizio di un cammino che, pur tra difficoltà e timori, ha condotto tanti cristiani a un ripensamento delle cause, della natura e del contenuto delle divisioni nella scoperta progressiva di quanto già univa i cristiani; si è trattato di un cammino, certamente non lineare, che si è venuto ampliando soprattutto dopo la celebrazione del concilio Vaticano II, che ha provocato una profonda riflessione sulle modalità della partecipazione della Chiesa cattolica al movimento ecumenico.

 Ripartire dalla genesi della divisione

In questa stagione, completamente nuova, un peso rilevante è stato giocato dalla ricostruzione storica della genesi della divisione, perché proprio nella comprensione delle radici e delle diverse letture della divisione si è misurata l’importanza di accompagnare la riflessione teologica a un cammino di purificazione della memoria per la riconciliazione delle Chiese. Sul tema della purificazione della memoria, come momento di testimonianza ecumenica per le singole Chiese e per il dialogo delle Chiese, Giovanni Paolo II ha molto insistito, con una serie di interventi, nella lunga preparazione al Grande Giubileo del 2000, chiedendo alla Chiesa cattolica, ma non solo, di interrogarsi sulle vicende storiche nelle quali la missione della Chiesa sembrava essere stata soffocata da logiche puramente economiche e politiche, creando scontri e divisioni, tra sofferenze e morte.
Nell’approssimarsi al 2017, luterani e cattolici hanno così pensato di proporre una strada nuova con la quale non semplicemente commemorare, ma piuttosto celebrare la nascita della Riforma luterana in una prospettiva ecumenica; si doveva favorire una sempre migliore conoscenza della pluralità di progetti e istanze che vennero avanzate nel corso del XVI secolo, soprattutto nella prima metà, con l’intento di offrire delle risposte alla domanda su come ogni uomo e ogni donna poteva giungere alla salvezza, in un tempo di grandi trasformazioni geopolitiche, che aprirono nuovi orizzonti all’Europa. Si trattava di recuperare quel patrimonio di ricchezze spirituali, teologiche e culturali che avevano caratterizzato la Riforma del XVI secolo, cercando di rafforzare un dialogo ecumenico anche grazie alla condivisione delle sofferenze dei martiri di Cristo, cioè di coloro che avevano testimoniato fino alla morte la propria fedeltà all’idea, spesso recuperata dalle origini del cristianesimo, con la quale costruire una comunità di credenti per l’annuncio dell’evangelo. In questo, esemplare può essere il cammino che luterani e mennoniti hanno condotto nel corso degli anni fino alla XI Assemblea Generale della Federazione Mondiale Luterana, a Stoccarda, nel 2010, quando i luterani hanno dichiarato che «sono pieni di un profondo sentimento di rammarico e di dolore per la persecuzione degli anabattisti da parte di autorità luterane e, in particolar modo, per il fatto che i riformatori luterani abbiano suffragato dal punto di vista teologico questa persecuzione. […] Confidando in Dio che in Gesù Cristo ha riconciliato a sé il mondo, chiediamo perdono - da Dio e dalle nostre sorelle e fratelli mennoniti - per il male che i nostri antenati nel XVI secolo hanno fatto agli anabattisti, per aver ignorato questa persecuzione nei secoli successivi, e per tutte le descrizioni e le rappresentazioni inappropriate, fuorvianti e offensive di anabattisti e mennoniti fatte da autori luterani, in forme sia popolari che erudite, fino ai nostri giorni», come si legge nel documento Dal conflitto alla comunione.

 Definire percorsi di comunione

Il recupero della memoria dei martiri cristiani del XVI secolo rappresenta una tappa fondamentale nella celebrazione comune del 2017 tra cattolici e luterani: ripensare a coloro che, da una parte e dall’altra, finirono in carcere, in esilio e, talvolta, sul rogo, deve condurre luterani e cattolici a chiedere e a donare perdono per superare le divisioni che hanno impedito, per tanto tempo e in tanti luoghi, di vivere pienamente l’azione missionaria della Chiesa Una.
Cattolici e luterani vivranno insieme la nascita della Riforma luterana: il 31 ottobre papa Francesco si recherà a Lund per prendere parte alla celebrazione con la quale i luterani apriranno un anno di incontri di studio e di momenti di preghiera con i quali ripensare alle proposte formulate in quel secolo per vivere il messaggio di Cristo nel mondo e per il mondo. Nella riscoperta dei progetti di Riforma e di Riforme della Chiesa del XVI secolo appare quanto mai fondamentale definire dei percorsi storico-teologici con i quali inoltrarsi in questa selva per sapere come «la via era perduta»: una lettura ecumenica delle memorie storiche del XVI secolo e della loro eredità consente di «rivedere le stelle».

 Dell’autore segnaliamo:
Fratelli in cammino. Storia della dichiarazione Nostra Aetate
Edizioni Terra Santa, Milano 2015, pp. 144