Dopo le interviste pubblicate nei due numeri precedenti, ecco l’ultima parte dei rapidi scambi di opinioni con i protagonisti delle conferenze del Festival Francescano 2015 a Bologna. Le voci provengono da realtà diverse, ma il grido sembra lo stesso: bisogna lavorare insieme e con coraggio per la “casa comune” di cui ha parlato papa Francesco nella sua Enciclica Laudato si’.

Saverio Orselli

 Voci di un Festival che fa famiglia

L’ultima spigolatura tra i relatori del Festival Francescano di Bologna

 

Donatella Bianchi, presidente di WWF Italia 

Come presidente del WWF Italia, cosa pensa della recente enciclica Laudato si’?
Il santo Padre ha fatto davvero un passo storico: è un richiamo molto forte, il più forte in assoluto, che arriva da una figura che ha una autorevolezza e un consenso straordinari a livello planetario e che è assolutamente trasversale e va oltre quella che è la religione e la fede! È un appello importante che è partito da Roma, è partito dal nostro paese e che, in qualche modo, ci rende orgogliosi. 

 

Può fare un rapido bilancio dall’11 settembre 1961, giorno della vostra fondazione?
In questi pochi decenni sono tanti gli aspetti del nostro comportamento quotidiano che sono cambiati: siamo diventati tutti un po’ più ambientalisti seguendo i luminosi esempi dei fondatori di WWF Italia: penso a Fulco Pratesi e molti altri ancora. Però oggi la preoccupazione è forte, perché basta un attimo per cancellare molti dei risultati che sono stati raggiunti, perché ora la sfida è cambiata ed è una sfida nuova, che ci porta non solo a difendere le specie, gli animali, ma ci porta a difendere la comunità che abita e vive su questo pianeta, l’umanità. 

Cosa possono portare i francescani nella rinnovata attenzione alla cura della casa comune proposta dal papa?
Come posso io chiedere qualcosa ai francescani, quando io imparo da loro che è necessario davvero un richiamo costante al senso di responsabilità individuale, alla sobrietà? Chiedo a loro, come a tutti, un impegno concreto e quotidiano, una vicinanza a quella che è la casa comune.

 

Massimo Cacciari, filosofo 

Il Cantico delle creature, scelto da papa Francesco per iniziare l’enciclica Laudato si’, secondo lei può rappresentare il testo base a livello internazionale per una nuova attenzione alla cura della casa comune?
Circolano interpretazioni molto deboli del Cantico e quindi sì, può esserlo certamente, ma a patto che se ne intenda anche il significato e non si banalizzi tutto il messaggio francescano in una chiave, come dire, neonaturalistica. Questo sarebbe deleterio anche se è comprensibile che avvenga. Quindi,a patto che se ne intenda comunque il significato, si può “usare” bene per le pratiche quotidiane. 

Nella scena mondiale c’è chi dice che ormai solo papa Francesco ha il carisma del leader: secondo lei questo è positivo o negativo? 
È assolutamente negativo, perché l’autorità del papa può essere un’autorità spirituale e nient’altro; l’assenza di ogni autorità politica è deleteria in questo mondo. 

Cosa possono portare i francescani nella rinnovata attenzione alla cura della casa comune proposta dal papa?
Il loro carisma. Se le varie famiglie francescane intendono giustamente il messaggio di Francesco e lo portano in giro, e lo predicano, questo non può che fare bene, chiaramente. Il problema, anche qui, è che non si banalizzi, che non si immiserisca, che non divenga qualcosa di neopagano.

 

Lidia Maggi, pastora battista, e Paolo Curtaz, evangelizzatore free-lance, incontrati insieme alla Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII 

Pastora Maggi, la salvaguardia del creato fa parte da sempre del patrimonio delle chiese protestanti: cosa ne pensa dell’enciclica Laudato si’?
Mi è dispiaciuto non vedere citato proprio il processo ecumenico Giustizia, Pace e Integrità della creazione che è iniziato nel 1990 con Basilea. Ho molto apprezzato l’utilizzo delle esperienze locali, per citare e supportare le argomentazioni. Ecco, ho trovato interessante che invece del diritto canonico, invece delle altre encicliche, invece dell’autocitazione, ci fosse questo tentativo di guardare l’esperienza delle diocesi locali e provare a raccontarle nei vari ambiti del mondo. 

A lei, Paolo Curtaz, chiedo un commento sul valore planetario del Cantico delle creature, scelto da papa Francesco per iniziare la recente enciclica Laudato si’
È vero che la Madre Terra è di tutti, ma i tipi di approccio sono diversi. La complessità è la cifra del nostro tempo e bisogna avere il coraggio di andare oltre. Quello che san Francesco dice, e che papa Francesco riprende, è qualcosa di talmente innovativo che riesce a coinvolgere anche chi non condivide un’esperienza di fede.

 Cosa ne pensa del Festival Francescano e del fatto che, dopo due città di dimensioni contenute, è approdato nella grande piazza di Bologna?

Secondo me è la cosa più francescana che si possa fare. Ho un po’ di esperienza di Festival – arrivo dal Festival di Torino Spiritualità, dove mi onorano con il loro invito, così come spesso mi capita di essere invitato al Festival Biblico di Vicenza – e credo che questo sia veramente un modo originale, simpatico ed efficiente di andare nelle strade in questo momento, anche perché cogli l’aspetto culturale ma poi rendi visibile una presenza assolutamente in linea con la sensibilità di oggi.

 

Romano Prodi, presidente del Gruppo di lavoro ONU-Unione Africana.

 Presidente, come sta l’Africa?
Rimane di gran lunga il continente più povero del mondo, però è quasi una decina d’anni che si sta muovendo, sta fermentando. C’è chi esagera parlando di “rinascimento africano”, però un movimento positivo c’è. La frammentazione del continente è eccessiva, ma io parlo di speranza africana, anche se non di rinascimento. 

Come mettere d’accordo in Africa sviluppo ed ecologia?
Si possono benissimo mettere d’accordo. In questi giorni abbiamo un esempio incredibile con lo scandalo che ha coinvolto la Volkswagen, con il mondo dell’auto sconvolto dalla rivelazione di una tecnologia inquinante, spacciata per non inquinante, seguita improvvisamente su tutti i giornali dalla ipotesi che si arrivi presto a un’auto non inquinante. Questo discorso vale per tantissimi settori. Io non sono per la decrescita; gli anni della crisi ci hanno fatto capire che la decrescita è una bella tragedia. È possibile una crescita ragionevole, sana e compatibile con il futuro del pianeta. 

Siamo al Festival Francescano: cosa vorrebbe chiedere ai francescani nell’impegno per la salvaguardia e la cura della casa comune?
Io dico solo che san Francesco era l’unico ad aver capito che bisognava dialogare anche con il grande leader islamico. Aveva capito che dovevano coesistere due mondi. I francescani debbono fare la stessa cosa.

 

Michael Perry, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori

 Cosa pensa della scelta del papa di iniziare l’enciclica Laudato si’ con il Cantico delle creature?
È un invito alla riconciliazione globale, dentro di noi, fuori di noi, tra di noi e con tutte le persone. Questa enciclica ci invita al dialogo con persone di altre religioni, da non vedere più come nemici ma come fratelli e sorelle. È un invito alla fraternità universale, globale e cosmica.

 Da Ministro Generale dei Frati Minori, quale contributo chiede a tutti i francescani per salvaguardia della casa comune?
Cominciare con le piccole cose, seguire una vita semplice, personalmente e a livello di fraternità. Magari facendo qualche verifica nelle fraternità per capire i nostri consumi energetici, per ridurre l’impatto negativo sull’ambiente. Poi potremmo anche invitare i politici e gli amministratori della città per vedere se è possibile compiere insieme dei passi concreti per promuovere la dignità delle persone e la dignità del creato.

 Un suo commento a questo Festival Francescano in piazza…
Mi sembra molto bello, ci sono persone sedute e altre che passano e tutte partecipano in un certo senso a questa festa. Mi piace molto vedere che siamo una famiglia e tutti insieme siamo invitati a costruire il futuro della famiglia umana e del creato. Perciò dico: avanti con forza con questo bel festival e grazie per l’opportunità che ci è stata data di scendere in piazza per invitare la gente a riflettere sui valori centrali della vita. Avanti con coraggio e cerchiamo sempre più spazi per il