Editoriale foto-di-Battista LandiNon siamo mica qui a pettinare l’unica pecora 

di Dino Dozzi
Direttore di MC

Questo Editoriale lo cedo volentieri a papa Francesco, riportando frasi da lui pronunciate il 12 giugno nella basilica lateranense di fronte a un migliaio di sacerdoti del Rinnovamento Carismatico Cattolico Internazionale e della Catholic Fraternity. È talmente coerente il tutto, nei contenuti e nello stile, che non si corre il rischio di travisarne il significato con citazioni avulse dal contesto. Tutto ciò che segue va inteso virgolettato, perché uscito pari pari dalla sua bocca, ed è talmente semplice, diretto ed efficace, che non ha bisogno di alcun commento, ma solo di essere attentamente riletto e sinceramente accolto. È la descrizione di una Chiesa conciliare, materna, bella.

È bello vedere i vescovi insieme ai sacerdoti, come voi qui quest’oggi, e con i preti di periferia in prima fila. Abbiamo bisogno di sacerdoti e di vescovi vicini al popolo di Dio. E tra loro si devono parlare con parresia. Questo è il principio che ha salvato la Chiesa primitiva, il coraggio di Paolo di dire le cose, il coraggio degli apostoli di discutere tra di loro. Dove non si discute c’è una Chiesa morta. Solo nei cimiteri non si discute. E i laici, lasciateli lavorare in pace, non clericalizzateli. Il clericalismo è uno degli atteggiamenti peccaminosi che frenano la libertà della Chiesa.
Oggi chiedo a voi, in questo ritiro, di essere pastori con la tenerezza di Dio, di lasciare la “frusta” appesa in sacrestia. Sei un pastore di pecore o sei diventato uno che sta a “pettinare” l’unica pecora rimasta? Il popolo di Dio sa riconoscere quando un sacerdote è innamorato di Gesù o quando è un funzionario a orario fisso o una persona che segue la legge alla lettera.
Nelle omelie abbiate pietà del popolo di Dio: le persone non sopportano più di otto minuti, poi si disconnettono. Parlate al cuore della gente: un’idea, un’immagine e un sentimento. Non dimenticate che l’omelia non è una conferenza o una lezione. Non fate paura al popolo fedele di Dio, non fatelo fuggire, non perdete tempo; parlategli di Gesù, della gioia di una fede ancorata a Gesù.
Vi confesso che mi fa una gran pena quando un parroco non battezza un bambino perché figlio di una madre single o di un padre risposato. Il Battesimo non si nega! Quando questo accade, il cuore di un sacerdote è burocrate: la Chiesa che è madre si trasforma per tanti fedeli in matrigna: per favore, fate sentire che la Chiesa è sempre madre!
Misericordia, nelle confessioni, misericordia! L’amore trasforma e contagia. A volte siamo tentati di credere che siamo i padroni e non semplici dispensatori della grazia. Siate misericordiosi! Il solo fatto che qualcuno venga, si metta in ginocchio nel confessionale è segno di penitenza: il gesto precede la parola. Questo è già segno che uno vuole cambiare.
Il proselitismo è la caricatura dell’evangelizzazione. Predicate il vangelo, state con i poveri! Il popolo fedele di Dio mai perdonerà un sacerdote che sia attaccato al denaro o che tratti male la gente.
C’è bisogno di sacerdoti in Africa, ma la colonna vertebrale dell’evangelizzazione in Africa è costituita dai catechisti, la cui formazione è fondamentale. Accogliere i profughi africani è doveroso, ma è un’emergenza. Quello che è necessario è che l’Europa vada in Africa, non a portar via legno, oro, metalli vari, ma a investire in Africa, perché in Africa ci sia industria, lavoro e la gente non debba venire qua.
L’Asia è per me una delle promesse più grandi della Chiesa: l’Occidente sta percorrendo cammini di relativismo, edonismo, consumismo, che lo stanno deteriorando e ne provocano la decadenza; l’Asia invece ha riserve spirituali. Ex Oriente lux, ex Occidente luxus (dall’Oriente la luce, dall’Occidente il lusso).
Il genio femminile nella Chiesa è una grazia. La Chiesa è donna: è la Chiesa non il Chiesa, è la sposa di Cristo, è la madre del santo popolo di Dio. A Pentecoste le donne erano lì insieme agli apostoli. Maria è più importante degli apostoli.
Sulla celebrazione della Pasqua dobbiamo metterci d’accordo in modo che la risurrezione di Cristo possa essere festeggiata nello stesso giorno da tutti i cristiani, siano essi cattolici, ortodossi o protestanti. La divisione tra i cristiani è uno scandalo. L’ecumenismo non è un compito tra gli altri, ma è un mandato di Gesù, un cercare l’unità del Corpo di Cristo spezzata per i nostri peccati di divisione. Il sangue dei tanti martiri di oggi è mescolato, ci mostra un ecumenismo di sangue.