Libro scambiato, libro narrato

Dalla biblioteca a cavallo alla frigo-biblioteca ogni iniziativa a favore dei libri è valida

di Saverio Orselli
della Redazione di MC

Come astronavi aliene

Orselli 01-foto-di-OttaniIn fatto di coincidenze, le migliori sono quelle che si trovano grazie ai libri. Mentre con insistenza provavo inutilmente a ottenere una risposta da un possibile “raccontatore” di libri, ecco la segnalazione di un video da parte di un appassionato di immagini, più che di testi. Eppure di libri si trattava, visto che il video proposto dall’emittente europea Euronews raccontava la storia di una biblioteca a cavallo. Una storia dei nostri giorni, anche se in terra lontana: l’Etiopia. Per noi relativamente lontana, visti gli sforzi continui di mantenere la missione cappuccina emiliano-romagnola presente nel sud del Paese.


Quasi fosse una favola, una biblioteca a cavallo non potrà che avere un bibliotecario cavaliere, verrebbe da pensare. E invece il bibliotecario in questione lascia al cavallo l’impegno di trasportare il maggior numero possibile di libri adatti ai bambini, da leggere e sfogliare nella lezione di lettura domenicale in uno dei villaggi toccati da questo “servizio”.
La mente inevitabilmente corre a ritroso, verso buie serate invernali negli anni Sessanta, nel mio piccolo paese, quando, con l’emozione che cresceva ad ogni scalino, salivo all’interno del meraviglioso “bibliobus” che a scadenza più o meno mensile faceva visita ai residenti del borgo collinare, per mettere a disposizione dei possibili lettori testi altrimenti introvabili nell’inesistente biblioteca comunale. Non saprei dire esattamente quale fosse l’elemento scatenante – gli scaffali di libri, l’illuminazione particolare, lo spazio ristretto ma estremamente utilizzato, l’idea che tutto ciò fosse su un piccolo pullman – ma quel meraviglioso bibliobus è rimasto impresso nella mia memoria come fosse stato l’incontro con una astronave aliena. Non fatico quindi a immaginare la gioia dei bambini etiopi nel vedere arrivare il mitico bibliotecario a piedi, trascinando dietro di sé la biblioteca a cavallo, con la sella colorata piena di libri. Le fredde statistiche dicono che sono circa 2,4 milioni i bambini in Etiopia che non hanno mai frequentato una scuola e che quindi neppure frequentano quei libri che appassionano il bibliotecario cavaliere quanto me.
Il racconto video prosegue fino a mostrare la voglia – quasi la fame – di quei bambini di appropriarsi dei libri stipati nella sella, il piacere di sfogliarli, di commentarli, di farli propri. Quasi di entrare con tutto il corpo in quelle pagine e nei disegni in esse riprodotti. Di certo il bibliotecario cavaliere, di fronte a quella gioia collettiva, non potrà che avere la sensazione di un’ottima semina, alla quale seguirà un buon raccolto.

Libri da seminare, raccogliere e conservare in frigo

Orselli 02-foto-di-agnese-casadio “Seminar libri”, a proposito, è la grande scritta che sovrasta, all’ingresso dell’ipermercato vicino a casa, gli scaffali della biblioteca libera, nata dalla richiesta forse di qualche socio con la casa invasa da scatoloni di libri da eliminare, che mette a disposizione, in assoluta libertà di chi voglia avventurarsi nella lettura, svariate copie di volumi di narrativa rosa, gialla, nera e senza un colore preciso, se non quello che l’inanellarsi delle parole provocano nella mente del lettore. Chissà quali meccanismi mette in moto quella semina gratuita di libri da leggere e restituire, posta da una parte a pochi metri dalla grande libreria legata alla catena di ipermercati e, dall’altra, alla stessa distanza dagli scaffali del settore libri dell’ipermercato, dove la posizione di ogni prodotto è frutto di studi e per nulla lasciato al caso. Dal che si potrebbe dedurre che l’offerta gratuita di libri ne aumenta (speriamo) la vendita.
L’inutile attesa di almeno un cenno di risposta del “raccontatore” di libri, a cui si voleva affidare questo spazio, ha impedito la possibilità di riscrivere il finale, affidando il racconto ad altri seminatori di libri freschi, più che di stampa, di conservazione. In terra pugliese, per la precisione ad Acquaviva delle Fonti, c’è chi s’è inventato un modo originale per diffondere la lettura, recuperando nelle discariche le carcasse di frigoriferi eliminati, che, ripuliti e pitturati da artisti locali, sono divenuti depositi ideali per libri da prendere, leggere e riportare. Frigobiblioteche che l’associazione dei “Ravvivati” ha collocato accanto a una scuola elementare, in una piazza, nei giardini pubblici, per mettere a disposizione di tutti i possibili interessati un cibo fresco per la mente, che non appesantisce lo stomaco e permette lunghi viaggi, stando comodamente seduti su una panchina, all’ombra di qualche arbusto. Viene solo richiesto di seguire le otto regole che governano le frigobiblioteche, la più importante delle quali è la settima: è necessario chiudere sempre lo sportello, perché anche ad Acquaviva delle Fonti ogni tanto piove!

Un futuro da reinventare

Il fascino dei libri è indiscutibile, per quanto questo sia un giudizio del tutto personale. Sicuramente non condiviso da chi ne ha più volte, in questi anni di diffusione della scrittura digitale, celebrato il funerale, immaginandolo soppiantato da internet e i suoi derivati. Personalmente posso solo sperare di avere raggiunto miglior vita il giorno in cui ciò dovesse accadere. Nel frattempo mi consolo con il ricordo dell’ultima biblioteca visitata, in una importante comunità monastica piemontese. Nel fitto susseguirsi di scaffali di testi specialistici, con oltre settantasettemila volumi disponibili, in un angolo quasi nascosto, una lunga fila di libri dalla copertina colorata come un evidenziatore ha richiamato la mia attenzione. “Cosa ci fanno tutti i libri di Simenon tra volumi di patristica, di ecclesiologia, di esegesi scritti in tutte le lingue del mondo?” ho chiesto al bibliotecario quasi imbarazzato che non mi ha saputo rispondere. “Non so neppure come possano essere arrivati qui… so solo che io sono arrivato dopo e che comunque finiscono molto spesso tra le richieste dei monaci assieme ai testi specialistici”. Ecco perché il libro, secondo me, continua ad avere un futuro.