Asino chi non legge

Leggere è la metafora della conoscenza, che ci aiuta a scoprire la vita

di Alessandro Casadio
della Redazione di MC

Ma la regina, furente d’ira, meditava l’atroce vendetta

Casadio 01Quando usiamo l’espressione “figli del nostro tempo” non abbiamo l’idea di quante cose stiamo dicendo e sottintendendo. Perché, non solo riassumiamo gli infiniti condizionamenti ricevuti nel corso degli anni da episodi che li hanno caratterizzati, ma tralasciamo di considerare tutte le premesse e il cammino collettivo che li ha preceduti. Cosicché la nostra analisi sulla vita e sull’esistenza, che comunque risulterebbe parziale e limitata, finisce con l’apparire presuntuosa, se non ci affrettiamo a denunciarne i consapevoli circoscritti orizzonti.

Esclusi, nelle nostre conclusioni, dall’universo che non conosciamo e che neanche conosceremo mai. Sarebbe come se, in ambito letterario, cercassimo di comprendere tutto il patrimonio semantico, gli stilemi narrativi, le costruzioni retoriche della favola “Biancaneve e i sette nani” da un semplice frammento che la compone: Ma la regina, furente d’ira, meditava l’atroce vendetta.
Se facessimo così, ne ricaveremmo un’impressione fuorviante, pensando che la narrazione ci presenti un mondo dove iracondia, istintività e violenza sono le uniche regole che lo governano. Penseremmo che i destinatari di questo scritto siano gli appassionati del noir più torbido, mentre sappiamo, alla luce di una lettura complessiva, che si tratta di una favola per bambini, in cui anche la parte blandamente spaventosa non è che una leva psicologica dell’archetipo fiabesco per aiutarli a esorcizzare le loro paure. Ecco anche perché la lettura risulta essere, allo stesso tempo, strumento cognitivo di se stessi, della propria parzialità e limitatezza, ed eccellente metafora di ogni processo di maturazione presente nella nostra esistenza, che si affaccia al mondo.

Leggere, comprendere, interiorizzare

Le tre tappe, infatti, che ne completano l’azione sono le medesime che individuano qualsiasi azione di apprendimento della realtà. Le stesse che, se debitamente metabolizzate, costruiscono la nostra persona attraverso la lettura, la decodifica puntigliosa e precisa dell’universo che stiamo incontrando. Allo stesso modo quegli strani segni delle lettere e la loro improbabile sequenza ci rappresentano parole, che, componendo frasi, ci offrono un senso compiuto al nuovo scenario di vita, con cui entriamo in contatto. La seconda azione è quella della comprensione, perché qualsiasi avvenimento, nella sua successione logica, ha concatenazioni non sempre esplicitamente descritte, spiegandosi a noi anche con il contributo di un “pregresso”, che può derivare dalla nostra cultura o dalla nostra esperienza. Per fare un esempio popolare, a molti caro, la comprensione della realizzazione di un gol deriva da una preesistente nostra scienza delle regole del calcio e consapevolezza che quel gesto, a cui abbiamo assistito, varrà un punto per la squadra che lo ha concretizzato, anche se scaturito da un fuorigioco non fischiato o da un rigore troppo generoso.
Parallelamente, nella lettura, la comprensione di un testo parte dalla ricerca e dal ritrovamento di tutte quelle realtà di riferimento a cui lo scritto allude senza doverle spiegare tutte le volte: chiamiamole, se vogliamo, le “regole non scritte”, che renderebbero pesante e molesta la lettura. Se stiamo leggendo un thriller, non fa meraviglia che non venga citato il nome dell’assassino doppiogiochista, cosa che renderebbe senz’altro più trasparente la narrazione, ma indubbiamente più monotona.
Casadio 02La terza azione è quella più personale: l’interiorizzazione. Tutto quello che abbiamo compreso si mette in relazione con il nostro vissuto, creando stimoli che possono essere accettati o respinti integralmente o in parte. Oppure riescono anche solo a suscitare una scintilla che, sedimentandosi nella nostra memoria, potrà esplodere in un istante successivo, nella vita reale come nella lettura. Quella che prima era una storia a sé stante, avulsa dalla nostra dimensione umana, ora è diventato un episodio incisivo del nostro essere. Ha arricchito e formato una coscienza più viva e puntuale in noi, ha formato conoscenza e opinione. Ripescando l’esempio precedentemente fatto del calcio, il gol realizzato potrebbe creare, se interiorizzato, la condivisione collettiva di una gioia, destinata a sviluppare empatia e senso di appartenenza tra i tifosi di quella squadra. Anche se la conoscenza acquisita potrebbe avere una valenza etica discutibile e l’interiorizzazione del gol potrebbe avere, come conseguenza, una sequela di sfottò rivolti ai tifosi avversari come lo scatenare verso di essi una becera conflittualità. Per quanto concerne la lettura, l’interiorizzazione di un racconto di un omicidio potrebbe stimolare il nostro rifiuto di ogni efferata violenza, come pure suggerirci il piano diabolico per far sparire nostra moglie senza lasciare tracce.

Un atteggiamento di ascolto

Tutto quanto si è detto, tuttavia, necessita di una particolare condizione da parte del fruitore: un atteggiamento di ascolto. Creare nel nostro vivere una situazione non satura, che ci disponga all’accoglienza di persone e di conoscenze. Un incitamento alla perenne curiosità su ciò che ci circonda. Ed è questa una delle cose che riesce più difficile, abituati come siamo ad una esacerbata convinzione di sapere già tutto ciò che è importante per vivere, soprattutto in ambito etico e morale, nel quale le nostre presunte sicurezze hanno già recintato e blindato tutte le nostre povere convinzioni. Nel nostro micromondo, claustrofobico per chiunque altro, l’unica linea di condotta che concepiamo è quella che abbiamo segnata.
È, dunque, indispensabile che sappiamo aprirci al nuovo con porte, finestre, cuore e cervello; che ogni cosa che ci succede e ogni avvenimento delle nostre giornate sia vissuto come un interminabile desiderio di attesa nell’ascolto, che ogni evento si trasformi, appunto, in “avvento”. In esso, la nostra capacità recettiva, saprà collocare e valorizzare la nostra aggiornata conoscenza e la relativa potenzialità relazionale, aiutandoci concomitantemente a cogliere le persone che ci circondano come una preziosa risorsa e un dono di cui beneficiare.
Domani è un altro libro.