Obiettivo felicità

Passione e discernimento come alleati per superare il vincolo della contingenza

di Roberto Capucci
piccolo imprenditore con esperienze amministrative

Capucci 01Un cuore che ascolta

Tempo e spazio sono dimensioni della storia di ogni uomo. Come ci ricorda papa Francesco nella Evangelii Gaudium il tempo è superiore allo spazio, perché l’uomo, pur nel rispetto dei suoi limiti di spazio, territorio, conoscenza, salute, benessere, potere, è in perenne cammino verso la gioia che lo faccia sentire veramente uomo.


Quante volte nella mia vita quotidiana e anche nelle mie esperienze di amministratore pubblico mi sono ripetuto orgogliosamente: «Io sarò sempre me stesso!». Ma, pur cercando di proiettare ogni azione verso quella realizzazione di pienezza, mi sono accorto che non la si compie mai definitivamente. A questa spinta creatrice proiettata nel tempo si contrappone ogni mattina la logica della mondanità, dell’ideologia (soprattutto nella prassi amministrativa e politica). E l’ideologia è la gabbia del desiderio, perché riduce la realtà a tanti piccoli progetti storici che al momento opportuno addormentano la coscienza, che invece è tesa a quel desiderio di essere se stessa e non un utile aggeggio meccanico di un certo ingranaggio.
Capire quale è la strada giusta per arrivare alla gioia e avere il coraggio di scegliere proprio quella direzione invece che l’altra è la grande sfida dell’uomo. La Bibbia ci consiglia due alleati: passione e discernimento. Salomone chiede a Dio un dono indispensabile per governare bene: «Concedi al tuo servo un cuore che ascolta» (1Re 3,10) e Gesù ci sfida nel metodo: «Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo?» (Lc 12,56).
Questo è vero anche nell’azione politica dove ogni cittadino (e per i cittadini a capo di istituzioni vale ancora di più ) è chiamato a leggere in continuazione la realtà temporale che vive e ad affrontare la sfida tra il proprio benessere e il famoso “bene comune”.
Persona e comunità sono i due poli di ogni atomo umano. E proprio per questo sono le due dimensioni “cartesiane” sulle quali si è sviluppata tutta la cultura cristiana. “Cartesiane” perché figurativamente rappresentano quello che è il riferimento costante di ogni cristiano nella realtà in cui vive, e quindi di per sé realtà politica: ogni situazione umana, ogni episodio quotidiano è collocato in uno spazio dove viene letto, giudicato, misurato contemporaneamente nelle sue ricadute di persona (cioè essere-con) e di appartenente alla comunità (communitas: “dono” ma anche contemporaneamente “obbligo” nei confronti dell’altro).

La forza di progettare

Papa Francesco ci ricorda la terza dimensione: il tempo, la storia. È la dimensione che ci libera dalla ristrettezza dello spazio e del limite (il “non si può fare” nella politica quotidiana) accompagnandoci verso la pienezza dell’essere uomo vero. E lo stesso papa traduce questo principio per chi vive e lavora in politica: «Permette di lavorare a lunga scadenza (progettare, investire), senza l’ossessione dei risultati immediati (elezioni, sondaggi). Aiuta a sopportare con pazienza situazioni difficili e avverse (minacce, insolenze, ricatti, dimissioni) o i cambiamenti dei piani che il dinamismo della realtà impone (il rompere gli schemi, l’ammettere che un tuo piano è fuori dalla realtà, non “politically correct”). Dare priorità allo spazio porta a diventare matti per risolvere tutto nel momento presente per prendere possesso immediato di tutti gli spazi di potere e di autoaffermazione; dare priorità al tempo significa occuparsi d’iniziare processi più che di occupare spazi».
La politica è la corda tesa dell’arco che è la realtà. La corda è la spinta ideale che può scagliare le frecce (il prendersi cura del prossimo, la tutela della propria interiorità, la formazione al sapere critico, la valorizzazione delle differenze, la partecipazione, la non-violenza, la sostenibilità economica) verso il futuro. L’arco con il suo realismo serve da freno/filtro perché l’ideale non si perda nell’illusione, nel fanatismo, nella non-incarnazione.
Durante la mia attività politica ho avuto sempre presente un brano di Max Weber: «La politica consiste nel superare le difficoltà quotidiane con passione (per l’uomo) e discernimento (della realtà), perché è perfettamente confermato da tutta la storia che il possibile non verrebbe raggiunto se nel mondo non si ritentasse sempre l’impossibile. Solo chi è sicuro di non venir meno anche se il mondo, secondo lui, è troppo stupido o volgare per apprezzare il servizio politico che sta facendo, e di potere ancora dire, dopo tutto ciò: “Non importa, ritentiamo!”, solo un tale uomo ha la vocazione per la politica!».
Non finirò mai di ringraziare tutte le persone che con passione mi hanno sempre aiutato a discernere la realtà prima di scagliare le mie frecce, andando oltre il momento. Con l’esperienza poi ho imparato a leggere ciò che è scritto nella carne di ogni persona che ho incontrato - uomo di potere, elettore, oppositore, collega di partito, funzionario pubblico - e ho capito che ciò che leggevo, anche se a volte a caratteri invisibili, è memoria e profezia di qualcosa di più alto, più bello, più in pace. Il tempo è decisamente superiore allo spazio!