Leggere la verità col setaccio giusto
 

Significatività, piacere e competenze sono i fili che orientano le nostre scelte
 

di Raffaello Rossi

psicoterapeuta

Rossi 01Il presente costante

Il termine “discernimento” è largamente utilizzato, ma a volte pare che sia un alibi per giustificare una certa tendenza alla passività o viceversa all’ansia e all’impazienza, tipiche di una civiltà incentrata sul fare e su una idea quantitativa di efficienza secondo la quale il tempo è denaro.


Il termine “discernimento” deriva dal latino e significa “dividere, separare due volte”, quindi con attenzione. In origine indicava quel processo con cui si separa la farina dalla semola con un setaccio. Oggi lo si identifica spesso con la scelta del momento adatto, ci si interroga su come cogliere l’attimo, su come non perdere il “treno” delle occasioni importanti della vita. Poniamoci alcune domande: se il problema è come scegliere il tempo giusto diviene fondamentale chiedersi prima: giusto per cosa? giusto per chi? In seguito chiediamoci: esiste un modo o un tempo realmente efficace per discernere?
Agostino nelle Confessioni afferma che tre sono i tempi: il presente del passato, il presente del presente, il presente del futuro; «l’eternità è il presente costante; si intravede in brevi lampi muti». Potremmo considerare questi lampi muti come i momenti del discernimento profondo, in cui intuiamo una parte di essenza, vediamo una luce che può orientare la nostra vita.
Platone, nei dialoghi, scrive: «Oggi la cultura mira all’utile, bada al pratico, fa degli uomini tanti specialisti tecnicamente agguerriti, ma non insegna agli uomini la cosa più importante, quella appunto di essere uomini! È il trionfo dell’efficienza ed insieme dell’ignoranza, domina la legge del più forte mentre si dimentica la verità».
Il primo discernimento è per il tempo della verità: dovrebbe diventare il nostro stile di vita; sappiamo che la verità ci farà liberi, che nessuna scelta è autentica se manca di libertà. È un discernimento che io chiamo di cornice. Ecco che diventa importante lo strumento con cui operiamo la “separazione”: quale setaccio stiamo utilizzando per scegliere secondo verità? In particolare ci sono due tipi di setacci che ci fanno perdere il tempo opportuno.

Due tipi di setaccio

Se uso il setaccio delle mie paure (ad esempio del giudizio altrui, della solitudine, del rifiuto) finirò per evitare molti degli stimoli che me le evocano, perdendo molti treni ma soprattutto lavorando senza confini, senza restare nel solco della verità, quindi, anche se apparentemente mi sento saggio ed equilibrato, sto solo de-lirando, ossia uscendo dal solco per rintanarmi in me stesso. Potrei all’opposto “colorare” le mie scelte di rigidità o di fanatismo, e di questi tempi abbiamo numerosi esempi di chi dichiara urgenti ed inevitabili gesti plateali o violenti!
Se uso il setaccio del mio bisogno di riconoscimento, cercherò fama, approvazione, luci della ribalta “dipingendole” di servizio, ma in realtà non opererò alcun discernimento autentico e gli unici momenti che tenderò a cogliere saranno quelli del palcoscenico o del piedistallo. Potrò diventare un buon attore, ma la mia vita si ridurrà ad una recita a tempo pieno o ad una mostra di me stesso!
Il setaccio del discernimento autentico ha come fili la significatività, il piacere e le competenze. Senza un riferimento ai nostri valori, a ciò che dà senso alla nostra vita, non saremo mai in sintonia con i tempi delle scelte, importanti o piccole che siano. Ogni scelta che non ci veda coinvolti con piacere, con passione, sarà qualcosa di posticcio, destinato a non durare o a non andare in profondità. Non intendo affermare che devo scegliere adottando un’ottica edonista, intendo un’ottica di com-passione: mi sento parte di un disegno o progetto più grande di me e di cui faccio parte, e questo mi entusiasma e mi appassiona. Infine le maglie del setaccio del discernimento mi chiedono di operare scelte con competenza e consapevolezza, vedendomi come dono alla vita e al prossimo, quindi valorizzando i miei “talenti”, senza sprecarli e senza seppellirli.

Rossi 02I compagni del discernimento

La curiosità e l’entusiasmo sono i compagni del discernimento. La prima è il migliore antidoto alla paura e mi invita ad ascoltare, osservare, immergermi. Il secondo mi arricchisce e mi rende testimone, mi aiuta a vivere in Dio.
Non possiamo vivere assolutizzando il “carpe diem”, come se valesse solo il singolo istante. È importante restare svegli e saper attendere, osservare, avere sufficiente olio per le nostre lampade, ma è anche vero che il tempo delle scelte è un tempo a spirale e le opzioni importanti, anche se con modalità o sfumature diverse, si ripropongono più di una volta. La vita segue disegni di grande respiro e non gioca mai a “ora o mai più”: forse non si ripresenterà la stessa identica occasione, ma ne avremo altre, purché il nostro atteggiamento sia curioso, entusiasta, nella cornice della verità e purché utilizziamo un setaccio capace - tramite la significatività, il piacere e la competenza - di separare la farina dalla semola.
Come vivere in piena consapevolezza il tempo del discernimento? Abbiamo bisogno di passare dal fare all’essere. Riflettiamo con una storiella: «Alcune persone volevano imparare a scegliere secondo verità e senza perdere tempo o occasioni. Chiesero ad un saggio come fare. Egli rispose che dovevano imparare a vivere come un setaccio che resta pieno di acqua. Gli uomini provarono ad immergere il setaccio nel lago presso cui abitavano, ma ogni volta che lo sollevavano il setaccio si svuotava velocemente. Potevano porre sotto di esso una mano, ma le cose cambiavano poco, il setaccio si svuotava inesorabilmente. Molti si arrabbiarono, si sentirono presi in giro. Uno dopo l’altro rinunciarono all’impresa e tornarono alle faccende quotidiane, alle cose del fare, concrete e vere, dimenticandosi dell’insegnamento del vecchio saggio. Solo una donna continuò a provare e dopo lungo tempo tornò dal saggio: “Ho provato in mille modi, ma il setaccio non resta pieno, come posso fare?”. Il vecchio allora sorrise, le si avvicinò e prese il setaccio. Dopo un momento di silenzio lo lanciò nel lago. Il setaccio galleggiò un attimo, poi si riempì di acqua e si immerse fermandosi lentamente sul fondo del lago. “Ecco - disse il saggio - ora il setaccio è pieno di acqua; fai come lui: se resterai immersa nel lago dell’essere le tue scelte saranno autentiche…».
Qual è il lago dell’essere? Facciamo un bel discernimento per comprenderlo!

Di un libro dell’Autore presentiamo la recensione a p. 64.Rossi 01