Dove sei tu, Centrafrica?

Quando le religioni sono al servizio della pace

Rubrica in Missione Dove sei tu (Ivano Puccetti)Impedire la divisione religiosa

«Per me, in quanto uomo di Dio, laddove si trovino degli uomini, delle donne e dei bambini, questi sono figli di Dio, creati a sua immagine, ed io ho l’obbligo di andare loro incontro», sono parole di mons. Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui e presidente della Conferenza episcopale, pronunciate per spiegare le motivazioni dell’iniziativa umanitaria che ha spinto la Chiesa ad accogliere nel campo Beal quasi novecento membri dell’ex coalizione ribelle Seleka.

Per questa e per altre iniziative, mons. Dieudonné Nzapalainga, assieme all’Imam di Bangui, Oumar Kobine Layama, e al Pastore Nicolas Grékoyamé-Gbangou, presidente delle Chiese Evangeliche, ha ricevuto il premio per la pace accordato dall’Ong statunitense “Search For Common Ground” ai leader della “piattaforma dei religiosi per la pace”, che ha selezionato cinque gruppi di candidati.
Commentando il riconoscimento, l’arcivescovo di Bangui ha detto: “È un premio dato a persone che nel mezzo delle violenze sono riuscite ad apportare un altro messaggio, quello dell’amore, della tolleranza, della coesione sociale, del vivere insieme”.
Radio Vaticana, riportando la notizia del premio, ha affermato: «Le tre guide religiose hanno lavorato incessantemente per impedire che la guerra civile centrafricana tra gruppi identificati, a volte arbitrariamente, come musulmani (l’ex guerriglia Seleka) e cristiani (le milizie “anti-balaka”), creasse una spaccatura profonda nella società locale, lungo linee religiose. Secondo mons. Nzapalainga, coloro che hanno concesso il premio hanno voluto indicare una strada anche ad altre persone che operano in contesti di lotte e divisioni religiose e di altro tipo: “Diverse persone osservano il lavoro che facciamo. Vedono che è al di sopra della passione e dei sentimenti. Hanno pensato che facciamo un lavoro razionale che può essere riprodotto ovunque da coloro che sono animati dal desiderio di costruire la coesione sociale e al quale possono ispirarsi”».

Il momento di voltare pagina

La pace è risuonata con forza anche nell’omelia di mons. Nzapalainga per la festa dell’Immacolata: «Dove sei?... Dove sei tu, giovane uomo, che sei stato armato, drogato e mandato a depredare, uccidere, bruciare i villaggi? Esci dai gruppi armati, deponi l’arma e riprendi il cammino della formazione per crescere e partecipare allo sviluppo del Centrafrica… Dove sei tu, capo milizia che manipola, che si arricchisce sulla pelle dei poveri e semina il terrore, la morte e la desolazione? Esci dalla ribellione! Fai atto di contrizione per riconciliarti con la tua comunità e ritrovare la pace del cuore e dell’anima. Dove sei tu, madre o sorella che alimenti il fuoco dello scontro armato con le tue menzogne e incitazioni all’odio e alla divisione? Esci dalla collera e dal desiderio di vendetta per pronunciare parole di pace, perdono e riconciliazione. In questo modo instraderai i tuoi figli e i tuoi fratelli sul cammino del bene». Un discorso coraggioso che non dimentica il politico che «si nasconde dietro il pretesto di una crisi detta religiosa per appagare il desiderio di vendetta personale e conquistare il potere con la violenza… Esci da questa situazione, riconsidera il tuo progetto politico e il tuo impegno per una vita migliore di questo popolo, che non conosce altro che la prepotenza da troppo tempo». Infine, «tu che fornisci le armi e che ti nascondi dietro i gruppi armati per conquistare parti di mercato. Chi sei? Dove sei? È venuto il momento di fermare le violenze. Di fare spazio alla grazia del perdono per voltare pagina, guardarsi di nuovo negli occhi e camminare ancora una volta insieme». Non occorre certo commentare le parole di mons. Nzapalainga.