Rubrica Periferiche Il Capitale UmanoIl capitale umano

un film di Paolo Virzì (2013)
distribuito da 01 Distribution

Seguire un film di Paolo Virzì è come tuffarsi in un mare che circonda un arcipelago con isole diversissime tra loro, che ci attraggono fortemente creando molteplici emozioni, tutte molto intense. Si assapora la gioia e la vitalità di personaggi inediti con un retrogusto di dolore e di angoscia. Si respira la leggerezza delle ironie e contemporaneamente la gravità della denuncia sociale. Un rapporto biunivoco perfetto. Il regista è uno dei pochi che sa come alternare o mixare la natura di queste emozioni, ricavandole dallo spirito dei nostri tempi. Come lui stesso ha più volte pubblicamente ammesso, per lui, era quasi inevitabile il finire col sondare l’oscuro del lato umano, esplorare il buio che si cela in un contesto solare. In questo film ci racconta di un’Italia ormai vuota di valori, che si trascina su convenzioni sociali malsopportate da tutti, che non fanno che acuire il disagio nelle relazioni. L’arrivismo sociale e la corruzione accomunano tutti, anche quei ceti sociali capaci di sottoscrivere qualsiasi compromesso, anche quello di vendere la propria famiglia, pur di trarne vantaggi e fare il salto nella ricchezza. Allo stesso tempo, il regista cerca l’umanità in ognuno di essi. Persone che, come fa notare una battuta del film, «hanno scommesso sulla rovina di questo Paese. E hanno vinto». Non si salva quasi nessuno nel Capitale umano, quasi tutti fingono di non vedere la corruzione, si voltano dall’altra parte o ne traggono vantaggio, giustificando il proprio comportamento con il perseguimento dell’obiettivo, anche se disdicevole. Solo i giovani, vittime delle scelte dei genitori, sono in grado di mantenere un tratto di innocenza, sebbene perfino loro siano affascinati e avvelenati dal potere.
Virzì rimane fedele alla sua idea di cinema: quella di raccontare le emotività con forte realismo, tenendo alto il tono di ogni emozione. Il film è diviso in capitoli e con una sottotrama da thriller, che ci viene svelata a poco a poco, tutto infatti parte da un incidente stradale e dal mistero sul colpevole, che non ha soccorso la sua vittima. È piuttosto un horror dei nostri tempi. Riflette senza viaggiare troppo con la fantasia, ci illustra la frantumazione sociale della realtà, in cui gli obiettivi perseguiti coincidono con la coercizione delle altre persone, quand’anche appartenessero al tuo stesso nucleo familiare. L’illusione fittizia del potere che non ha nulla di valido da offrire e molto da togliere all’umanità. (AC)