Per noi era semplicemente Venanzio, il direttore di MC, che, passando da Imola, si fermava. Hai mangiato? Sì, beh no. Mangi qualcosa? Volentieri, hai una mela? Con pazienza lo si poteva convincere ad aggiungere un pezzetto di pane e formaggio. Del poeta, pittore, scultore, biblista, ci racconta Anna Maria Tamburini, che lo ricorda, a vent’anni dalla morte, in occasione delle celebrazioni che si sono svolte nel 2014 e, in particolare, del Convegno tenutosi lo scorso mese di settembre nella sua Romagna.

Lucia Lafratta 

Passeggiando nei viali dell’anima

Diverse iniziative accompagnano la ricerca sull’opera di padre Venanzio Reali

di Anna Maria Tamburini
segretaria dell’Associazione Culturale “Agostino Venanzio Reali”

VIA EMILIA E VANGELO 01 (Valentino Ceneri)Un interesse che si rinnova

Nei viali dell’anima - Sono trascorsi oltre vent’anni dalla morte di padre Agostino Venanzio Reali (Montetiffi 1931-Bologna 1994)

e la sua opera sta suscitando in via postuma un interesse sempre crescente in ogni ambito della sua multiforme attività di poeta, artista, biblista, teologo. Opera aperta, inesauribile, capace di legare a sé nel tempo anche lettori che amano confrontarsi con prospettive di indagine sempre nuove. Temperamento inquieto, uomo dai mille interessi, che alla scienza univa la sapienza evangelica sulle orme di san Francesco, fedele alla regola della minorità, lavorò donando, senza curarsi di affermare se stesso. La poesia valeva per lui come canto: «non è tanto il poeta quanto il cantare che vale», scriveva ai poeti nelle vesti di san Francesco dalle pagine di Messaggero Cappuccino; ed era esperienza conoscitiva, al tempo stesso in cui - nella discrezione di un linguaggio cifrato - era narrazione e preghiera.
Già il primo convegno bolognese del 1995 registrò presenze di rilievo tra biblisti, critici d’arte e di poesia. Ma è stato soprattutto con il convegno del 2004 che si è avviato uno studio più integrato che tenesse conto di un approccio filosofico-estetico-teologico a questa preziosa eredità culturale: sotto il titolo Dipingere la Parola. La teologia della bellezza nell’opera di Agostino Venanzio Reali, sull’ordito della via pulchritudinis si intrecciarono tutti i fili di una trama sapiente e unitaria, in omaggio al tempo stesso a padre Giovanni Pozzi, autore del volume La Parola dipinta, che in padre Venanzio aveva trovato il proprio ideale poeta: i suoi saggi sono raccolti nel volume La poesia di Agostino Venanzio Reali (Morcelliana 2008).
Quest’anno, nel ventennale della morte, l’Associazione culturale “Agostino Venanzio Reali”, l’Amministrazione comunale di Sogliano al Rubicone, i frati cappuccini dell’Emilia-Romagna, l’Istituto superiore di Scienze religiose “Alberto Marvelli” di Rimini si sono fatti promotori di una serie di iniziative che, a partire da un verso individuato come comune filo conduttore, «nei viali dell’anima», hanno spaziato con uno sguardo sinottico tra arte letteratura filosofia teologia: si sono aperti i lavori il 30 marzo scorso a Montetiffi con il contributo di Giorgio Bàrberi Squarotti, che fu suo amico, il quale, rileggendo le sue poesie, scrive: «Tutto è grazia e tutto è anche appropriazione della presenza del creato per il tramite della parola umana nel modo più pieno e complesso che sia possibile usare e anche (soprattutto) esaltare, paragonata con la suprema pronuncia del mondo che è la volontà di Dio di farlo esistere in ogni istante ancora. Il lessico della poesia di padre Venanzio è per questo ricchissimo e molto amplia il linguaggio poetico del nostro Novecento. Non sono forme diffondibili, ma neologismi assoluti, usati una volta sola per sempre. È anche la tentazione di gareggiare con la Parola, in terra, di Dio, quando si esprime; ed è la costante vittoria sul nulla moderno e sulla poesia che si umilia perché non sa dire altro che se stessa (non dimentichiamo che padre Venanzio scrive nell’età del realismo senza verità e delle avanguardie che vogliono compiacersi di se stesse e, al tempo stesso, della propria assolutezza astratta)».
Sono seguiti due seminari, il 7 e il 27 maggio scorsi presso l’ISSR di Rimini, ad apertura e chiusura di un ciclo di lezioni dedicate a Reali, cui sono stati invitati Gianfranco Lauretano - che, intorno al tema Sotto la luce del mistero: luoghi e ragioni della forma letteraria, ha individuato quattro motivi principali della sua poesia: anima, morte, donna, mistero - e don Massimo Naro, al quale per le implicazioni tra teologia e arte/poesia è stata affidata una traccia complessa svolta come mirabile sintesi del percorso umano, letterario, esegetico: La carne patisce la tua assenza: interrogazioni sapienziali della fede.

Artista a tutto tondo

A Sogliano, con la manifestazione tradizionale degli Ori, il 14 giugno lungo le vie del paese sono state collocate sei gigantografie di testi poetici sviluppati intorno alle percezioni sensoriali, per condurre il visitatore lungo un percorso conoscitivo attraverso i cinque sensi sino all’intuizione e alla comprensione di un soprannaturale. E con la conferenza di Giovanni Gardini si è inaugurata sabato 6 settembre la mostra d’arte che resterà aperta sino a domenica 14 dicembre (ore 15.30 - 18.30, ogni sabato e domenica), allestita su tre sedi: Palazzo Ripa-Marcosanti, Museo di Montetiffi, chiesa di San Paolo in Ponte Uso. A Gardini è stato chiesto un intervento dedicato alle opere in mostra permanente al Museo: Montetiffi: Prora di pietra grigia. Esauriti i precedenti (Bologna 1995, Ravenna 2001), ora un elegante catalogo, affidato alla curatela di Emanuela Bagattoni e padre Paolo Grasselli, documenta il percorso espositivo.
Fulcro di tutte le iniziative, si è svolto nelle giornate del 20 e 21 settembre tra Sogliano e Montetiffi il convegno vero e proprio; coordinato nella mattinata del sabato da Natalino Valentini, direttore dell’ISSR di Rimini, sono intervenuti come relatori: Loretta Iannascoli per un’indagine filosofica che, da una prospettiva di metafisica della creazione e metafisica della luce sviluppata in un precedente intervento, sulla scorta della dissertazione teologica all’Università Gregoriana intorno all’immagine della luce in san Bonaventura (pubblicata nella traduzione di Oronzo Casto in Per analogia. Atti 2009-2010, Studium 2012), ha analizzato attraverso i testi il percorso dalla gratitudine alla grazia; Luciana Maria Mirri intorno a Elementi teologici in alcuni scritti di padre Agostino Venanzio Reali, con particolare riferimento agli articoli raccolti nel volume Il pane del silenzio (Book Editore 2004); Alessandro Giovanardi, già ospite come relatore al convegno del 2004, con un nuovo intervento, La Terra del Cielo. Le crete di Agostino Venanzio Reali, si è occupato soprattutto dell’opera plastica. Il canto di Francesco. Un itinerario minore, contributo di padre Fabrizio Zaccarini (autore di Agostino Venanzio Reali. Un lettore della Parola tra esegesi e poesia, EDB 2007), impossibilitato a partecipare per impegni istituzionali, sarà pubblicato nel volume degli atti.

A Dio quasi nepote

Nel pomeriggio del sabato dopo la sua relazione sulla originarietà e creatività nella poesia di Agostino Venanzio Reali Graziella Corsinovi ha coordinato un reading di poesia con l’accompagnamento musicale del flauto di Federica Frisoni e del pianoforte di Mattia Guerra; sono stati invitati poeti vicini e, per motivi diversi, assonanti con il nostro: il contributo di Michele Brancale (La targa delle vittime) si sofferma sulla dimensione civile della poesia e del senso comunitario di appartenenza a una terra e alla sua gente; Gianni Gasparini nell’ascoltare e ridire le voci del mondo, memore come Reali della memoria dei poeti, in chiusura apre alla speranza con una citazione della mistica Giuliana da Norwich già ripresa da Eliot - «e tutto sarà bene» -; Sauro Albisani, erede per molti aspetti della poesia di Carlo Betocchi, ha scelto per il suo intervento il titolo paradigmatico Ciò che occorre è un uomo. Mentre Paola Lucarini, lettrice d’elezione della poesia di Margherita Guidacci, interverrà, a chiusura della mostra, sabato 13 dicembre al Teatro Comunale di Sogliano. Si ricordano Guidacci e Betocchi perché amici e poeti vicini a padre Venanzio.
Avviando infine la cerimonia di premiazione dell’annuale concorso di poesia, la domenica mattina ha chiuso il convegno il prof. Giuseppe Langella a partire da una citazione dantesca sul mestiere del poeta - «Sì che vostr’arte a Dio quasi è nepote». Agostino Venanzio Reali poeta cristiano - sviluppata nel segno di una poesia che canta il canto delle creature, quasi “pronome” di Dio.
La giuria, composta da Bruno Bartoletti, Roberta Bertozzi, Narda Fattori, Sonia Gardini, Gianfranco Lauretano e la sottoscritta, ha assegnato il Premio Reali 2014 per la sezione adulti a Paolo Polvani.