La letizia è stato il tema che è stato trattato e che ha caratterizzato il Festival Francescano di Rimini. Il terzo, l’ultimo. Il prossimo anno si va a Bologna. Ma a Rimini restano tanti francescani e a Rimini sono già partite le Parole francescane, un cammino rivolto soprattutto ai giovani per scoprire la nostra spiritualità.

Caterina Pastorelli 

Arrivederci, Rimini

Il Festival Francescano, per il 2015, si trasferisce a Bologna

Rubrica Festival Francescano 01Chi rimane

«Noi non abbandoniamo Rimini. Rimaniamo sul territorio con venticinque comunità francescane di frati, suore e laici.

C’è poi un “regalo” che vogliamo fare per ringraziare dell’accoglienza ricevuta dalla città di Rimini e rispondere al desiderio di approfondimento dei temi francescani suscitati dal festival in questi tre anni: si tratta delle Parole francescane, un cammino per scoprire la nostra spiritualità, partendo comunque sempre dalle domande che pone la vita quotidiana. Inoltre, ci piacerebbe che i tantissimi riminesi che sono stati con noi durante queste tre bellissime giornate continuassero a seguire il Festival anche a Bologna, e dovunque esso andrà in futuro».
Sono state queste parole di fra Alessandro Caspoli, presidente del Festival Francescano, a chiudere la sesta edizione della manifestazione, la terza, e ultima, nella città di Rimini.
Si sapeva che il festival avrebbe cambiato città per rispondere al valore francescano dell’itineranza e al motivo profondo che muove l’evento - portare il messaggio evangelico nelle piazze, tra la gente - ma la nuova destinazione era stata mantenuta segreta e tante sono state nei tre giorni del festival le domande a riguardo: «È vero che è l’ultimo anno a Rimini?», «Dove andate?», «Perché cambiate città?».
Tante, a dir la verità, sono state anche le dimostrazioni di affetto, soprattutto di riminesi: «Ci mancherete!», «Era bello vedere tutti questi frati, suore e laici sorridenti per le strade della nostra città», «Ormai ci eravamo abituati ad avervi tra noi!», «Verremo in gita a Bologna!».
Ed è racchiuso in queste parole il bilancio di queste edizioni riminesi del Festival Francescano. Un bilancio positivo, ricco di semi gettati, di incontri fatti, di relazioni coltivate, di legami costruiti. Tre edizioni che hanno visto una crescita della manifestazione non solo a livello quantitativo ma, soprattutto, qualitativo, come si può cogliere sfogliando i programmi e ripercorrendo i temi affrontati: la “donna” e il suo ruolo nella società, economia, cultura, Chiesa… in occasione dell’ottavo centenario della consacrazione di Chiara d’Assisi; il “cammino”, inteso come itineranza e pellegrinaggio in ricordo del passaggio di san Francesco in Valmarecchia; la “gioia”, nell’accezione francescana della vera e perfetta letizia, che significa accettare con gioia anche le difficoltà perché ci si sente custoditi dalla tenerezza di Dio.

Rubrica Festival Francescano 02 (Manganelli)I segni di una evoluzione

In questi tre anni il Festival Francescano ha cambiato volto, introducendo novità nel programma e nell’organizzazione che hanno rappresentato una naturale evoluzione rispetto alle prime edizioni a Reggio Emilia, che hanno gettato le basi sulle quali anno dopo anno il festival si costruisce, si arricchisce e prende nuova forma.
Innanzitutto, sin dalla prima edizione del 2012, si è creata un’importante e profonda sinergia con l’Amministrazione comunale della città che, anno dopo anno, non solo si è resa disponibile ad accogliere il festival offrendo le proprie strade e le proprie piazze, ma si è lasciata coinvolgere nell’organizzazione dello stesso, sentendolo un evento “suo”, importante e rilevante per i propri cittadini. Significative, in questo senso, le parole del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi: «Siamo grati al festival e ai suoi organizzatori per averci permesso di essere stati parte di questo cammino in una città, come Rimini, plasmata proprio sull’essenza del fluire. Quello che ci ha donato il festival è uno stile, un modo di pensare alla città, spogliandoci di tutto ciò che è superfluo».
La stessa sinergia si è creata sin da subito anche con numerose associazioni e realtà riminesi che hanno dato un contributo fondamentale al Festival Francescano non solo in termini di risorse, di sostegno e di manodopera, ma anche in termini di idee e di contenuto. Sono state infatti protagoniste di diverse proposte del festival, occupandosi di progettare e realizzare alcune delle attività didattiche riservate alle scuole di ogni ordine e grado della provincia riminese, alcuni workshop per giovani e adulti e alcune iniziative particolari, delle quali si sono fatte promotrici. Si è trattato di una collaborazione preziosa, che anno dopo anno, grazie a una sempre maggiore conoscenza reciproca e alla costruzione di un rapporto di fiducia, si è fortificata. Tanto che non ci sono dubbi che il messaggio del Festival Francescano venga lasciato in buone mani e che, nonostante la lontananza geografica della prossima edizione, i valori di Francesco d’Assisi abbiano un’eco nelle future attività di queste associazioni.
Così come è nelle buone mani di tutti gli insegnanti che in questi tre anni sono stati coinvolti nelle attività didattiche e che, per primi, hanno affermato che porteranno le loro classi in gita a Bologna, pur di respirare ancora l’atmosfera del festival! Proprio le attività didattiche, infatti, sono state una parte molto importante del programma del festival, nella consapevolezza che il Giullare di Dio può, con semplicità ed entusiasmo, fare breccia nel cuore dei bambini e diventare un “amico” con il quale crescere.
Rispetto al programma, in questi tre anni ci sono state alcune modifiche, che hanno permesso ai visitatori di vivere il festival in ogni suo momento, sfruttando ogni occasione offerta di incontro, formazione, riflessione… È diminuito il numero delle conferenze per evitare sovrapposizioni, ma è stato dato spazio a momenti di testimonianze e racconti, come le Pagine sparse o le fast conference, per arricchire il tema affrontato con il punto di vista della concretezza della quotidianità. Sono stati anche introdotti i workshop che, dopo la “scoperta” dello scorso anno, hanno in questa edizione riscosso un grande successo, testimoniando la volontà delle persone di mettersi in gioco e di scoprire come la vera e perfetta letizia agisse nella propria vita.
Nelle edizioni di Rimini, inoltre, si è sperimentata la vastità, la forza e l’accoglienza della famiglia francescana, grazie a un coinvolgimento sempre maggiore di frati, suore e laici che non si sono tirati indietro e sono scesi in strada, con l’abito, il sorriso, il tau e il desiderio di incontrare l’altro e di contribuire, con la propria voce e disponibilità, alla buona riuscita dell’evento. Stessi desideri che hanno animato i volontari che in questi anni sono cresciuti, provenendo non solo dalle fraternità Ofs dell’Emilia-Romagna o dai gruppi scout seguiti da francescani, ma anche da strade nuove che hanno intercettato lungo il cammino il Festival Francescano e la sua volontà di condividere il sogno di riportare il messaggio di san Francesco in piazza, tra la gente, con sempre più persone.

Un Festival condiviso

Può essere, questo, in sintesi, il bilancio di queste tre edizioni riminesi. Condiviso con l’intera famiglia francescana. Condiviso con l’Amministrazione comunale e le istituzioni pubbliche. Condiviso con i principali protagonisti della vita sociale della città. Condiviso con le scuole, con gli insegnanti e con gli alunni. Condiviso con i volontari. Condiviso con tutti coloro che non rimangono indifferenti alla voce di san Francesco.