In ricordo di padre Guglielmo Sghedoni

Professore delle anime fino alla fine

Corlo di Formigine (MO), 28 luglio 1918

† Reggio Emilia, 19 maggio 2014

Rubrica in Convento Padre Guglielmo 01 (Archivio Provinciale)Docente

Il prossimo luglio padre Guglielmo avrebbe celebrato 72 anni di sacerdozio e compiuto 96 anni di età. Ma la morte non aspetta scadenze altrui, quanto solo le proprie. Così si è spento il 19 maggio, quando unicamente gli occhi rivelavano ancora la sua intensa vita spirituale.

Era nato il 28 luglio1918 aCorlo di Formigine, nella pianura modenese. A dodici anni seguì la vocazione di farsi sacerdote diocesano, entrando nel seminario prima a Nonantola e poi a Modena, da cui ne uscì sette anni dopo per una scelta da lui ritenuta più radicale: divenire cappuccino. Nella sua ammissione al noviziato di Fidenza il 26 gennaio 1937, abbandonò il nome di battesimo di Marino per assumere quello di Guglielmo, forse in onore del grande missionario cappuccino dell’Etiopia, Guglielmo Massaia. Emessa la professione temporanea (1938) e quella perpetua (1941), affrontò gli studi di Teologia nello studentato teologico di Reggio Emilia, divenendo sacerdote nel 1942.

Destinato alla formazione dei frati studenti liceali, ebbe l’incarico di insegnare storia civile, storia dell’arte, greco e scienze naturali. Allora era prassi usuale che un frate intelligente e brillante fosse destinato all’insegnamento, per il quale doveva prepararsi per conto suo nelle materie assegnategli. Nel1946, inconsiderazione delle sue doti intellettuali, fu inviato a Roma per uno studio più approfondito della teologia pressola Pontifica UniversitàGregoriana, dalla quale uscirà con risultati brillanti nel 1949, aggiornando la sua formazione con un continuo studio personale.

Nella primavera del 1948, anno di forti tensioni ideologiche, su mandato del Sant’Uffizio tenne comizi nelle diocesi di Ferrara, Comacchio e Modena, per scongiurare l’affermazione dell’ideologia marxista. L’anno seguente, nella cittadina di Frascati, si avventurò in una disputa contro il movimento protestante americano “Chiese di Cristo”, tenendo anche un ciclo di dieci conferenze sulla pubblica piazza per spiegare ai cattolici i fondamenti dogmatici delle principali verità cristiane. La sua parola chiara e di una logica stringente conquistava gli uditori, ma non mancò di suscitare anche aspre ostilità negli avversari della Chiesa cattolica.

Tornato in Provincia, fu nominato Maestro dello Studio teologico di Reggio Emilia e professore di teologia dogmatica, di greco biblico, di liturgia e di ascetica. Quando però nel 1951 avvenne la tragedia dello straripamento del fiume Po nel Polesine, nel Parmense e nella bassa Reggiana, padre Guglielmo sospese le lezioni, e corse in aiuto alle popolazioni alluvionate. Trascorse nell’acqua e nel fango oltre un mese con dieci studenti teologi per trasportare persone e masserizie su barche o zattere in posti risparmiati dalla furia dell’acqua, o per coordinare gli aiuti che affluivano da ogni parte.

Rubrica in Convento Padre Guglielmo 02 (Archivio Provinciale)Missionario

Nel 1955 ebbe l’incarico di segretario provinciale per le missioni, e, in tale veste, nel 1962 visitò la missione della Turchia affidata alla Provincia di Parma. Fu in questo periodo che, viste le difficoltà di inviare altri frati in quella nazione, pensò a una nuova missione, individuata poi nel territorio di Batangafo, nella Repubblica Centrafricana, ex colonia francese, e assunta ufficialmente dalla Provincia agli inizi del 1964. Vari confratelli, anche non più giovani, chiesero di esservi mandati, anche se quella missione aveva bisogno soprattutto di forze fresche, che lui stesso aveva individuato nel numeroso gruppo di studenti teologi ormai prossimi al sacerdozio. Ben cinque su otto della medesima classe, divenuti presbiteri, fecero domanda di essere inviati in missione, e un altro si aggiungerà a loro dieci anni più tardi. Padre Guglielmo, soprattutto dopo che nel 1964 fu eletto Ministro provinciale, sostenne con ogni mezzo la crescita della nuova missione, che in poco tempo conobbe un fiorente sviluppo.

Nel Capitolo generale dell’Ordine del 1970 fu eletto Vicario generale. Si prospettavano anni difficili, dopo che la contestazione giovanile aveva manifestato insofferenze verso le forme tradizionali di aggregazione, con conseguente contagio anche nelle comunità religiose. Soprattutto era emersa anche negli antichi Ordini religiosi l’esigenza di un profondo rinnovamento con la riscoperta dei valori delle origini, rivisitati alla luce del Concilio Vaticano II. Padre Guglielmo, che aveva ricevuto una formazione tradizionale, dovette ripensarsi profondamente, tanto da divenire motore per un nuovo slancio dell’Ordine nel mondo.

Nel suo mandato padre Guglielmo ha percorso l’Italia visitando quasi tutte le Province italiane per animarle nel nuovo spirito emerso da primi due Consigli plenari dell’Ordine e si è recato anche in una decina delle missioni africane affidate ai missionari italiani. Infine attraversò anche l’oceano per portarsi in Australia, terra di un’antica missione della Provincia di Parma, i cui missionari emiliani si erano integrati nella Provincia locale, svolgendo ancora il loro lavoro nelle numerose comunità italiane. In seguito visitò le Province polacche di Varsavia e Cracovia.

Pastore

Rientrato in Provincia nell’agosto 1976, si inserì nella pastorale di varie diocesi emiliane, particolarmente in quella di Reggio Emilia-Guastalla, dove è stato a lungo Vicario episcopale per la vita consacrata. Era ricercato come conferenziere, predicatore per missioni popolari, per esercizi spirituali ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, confessore e direttore spirituale.

Anche per lui, però gli anni passavano, e nel2011, inconsiderazione della salute precaria, fu consigliato di ricoverarsi nell’infermeria provinciale di Reggio Emilia. Anche nella nuova destinazione ha tuttavia continuato ad accogliere con immutata disponibilità apostolica quanti lo hanno voluto incontrare per confessioni o colloqui spirituali.

Si è immerso nel silenzio della morte alle ore 17,15 nell’Infermeria di Reggio Emilia, consunto dalle fatiche dell’intenso impegno sacerdotale, ma con le mani piene di frutti apostolici, nella certezza di risvegliarsi a una vita che ha il profumo dell’eternità.

Il funerale, presieduto dal vescovo emerito delle diocesi di Reggio Emilia-Guastalla mons. Adriano Caprioli si è svolto alle ore 10 di martedì 21 maggio nella nostra chiesa di Reggio Emilia. Erano presenti oltre al Ministro provinciale e a numerosi confratelli, una numerosissima rappresentanza del clero reggiano. Una seconda messa esequiale è stata celebrata a Corlo, sua parrocchia natale. La salma è poi proseguita verso il cimitero locale, dove è stata inumata.


Rubrica in Convento Ministro provinciale (Ivano Puccetti)