EditorialeFonte di letizia e di speranza

di Dino Dozzi

Direttore di MC

«Un amico m’ha fatto leggere MC 9 2013. Ne ho tratto letizia e speranza». Sembrava uno dei tanti (non si pensi poi a troppi!) biglietti che arrivano in Redazione e che ovviamente fanno piacere e incoraggiano a continuare il lavoro. Ciò che ha aumentato la gioia è stata la firma: Loris Francesco Capovilla. Pochi giorni dopo arriva la ciliegina sulla torta: papa Francesco ha comunicato che fra i nuovi cardinali c’è anche lui, l’ultranovantenne già segretario di papa Giovanni XXIII.

Prendiamo spunto da qui per parlare di motivi di speranza in tempi non sospetti, come si usa dire, cioè in tempi come i nostri, in cui parlare di gioia e di speranza sembra essere in controtendenza. Sarà una nostra malattia ereditaria, come seguaci di quel san Francesco che chiamava “perfetta letizia” anche il restare serenamente davanti alla porta chiusa della non accoglienza dei suoi frati, ma il fatto è che il tema scelto per il Festival Francescano 2014 è proprio la letizia, di cui parlerà anche il Convegno del Movimento Francescano dell’Emilia-Romagna che si terrà a Bologna sabato 29 marzo.

Leggendo con attenzione il libro degli Atti degli Apostoli, si nota una costante: ad ogni momento o situazione di difficoltà della comunità cristiana, segue sempre uno sviluppo positivo. L’autore sembra voler suggerire che non bisogna mai perdersi di coraggio, che bisogna tenere sempre viva una gioiosa speranza, perché è dalle difficoltà affrontate con fiducia che nascono realtà nuove e migliori. Un anno fa la barca di Pietro, la Chiesa, era nella tempesta degli scandali e nello shock delle dimissioni di papa Benedetto XVI; ora è nella primavera portata da papa Francesco. Non passa giorno senza un suo gesto o una sua parola che riempiono il cuore di letizia, appunto, per tenere la terminologia francescana. Una gioia e una speranza che sono andate ben al di là dei confini ecclesiali, se papa Francesco è dichiarato come l’uomo dell’anno in America e fra i grandi addirittura in Cina.

Ma è soprattutto il motivo di tanta popolarità che rende lieti e apre alla speranza: uno stile che va all’essenziale con semplicità, che rifiuta e denuncia l’esteriorità, il carrierismo e il clericalismo per privilegiare l’autenticità, l’umiltà, il servizio. Un sentimento di bontà, di accoglienza, di misericordia; un atteggiamento di ascolto e di dialogo per tutti, a cominciare dai poveri, dai piccoli, dai sofferenti. Ne deriva la riscoperta di un Dio al servizio dell’uomo e del volto umano della religione. Tutto questo dà gioia e speranza. È «la gioia del vangelo», per riprendere le prime parole dell’esortazione apostolica programmatica di papa Francesco. Ai superiori generali dei religiosi ha ripetuto che il loro compito è quello di svegliare il mondo, andando con coraggio nelle periferie, perché «i grandi cambiamenti della storia si sono realizzati quando la realtà è stata vista non dal centro, ma dalla periferia».

Per ritornare alla Bibbia, è questo il Dio rivelato da Gesù soprattutto da Luca nel suo vangelo della misericordia, della gioia e dei poveri; quel vangelo che inaugura e riassume il ministero di Gesù nella sinagoga di Nazaret con le parole del profeta Isaia: il Signore mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri e un anno di misericordia per tutti. La crisi economica che ci ha resi tutti un po’ più poveri di beni materiali può rivelarsi occasione provvidenziale per farci raggiungere dalla misericordia di Dio che fortunatamente dura ben più di un anno. Una misericordia che duemila anni fa si manifestò nel volto e nei gesti di Gesù di Nazaret, che oggi si manifesta a noi nel volto e nei gesti di papa Francesco e che aspetta anche il nostro volto, i nostri sentimenti e i nostri atteggiamenti.

Leggendo MC vogliamo che tutti, come il card. Loris Francesco Capovilla, possano continuare a trarne letizia e speranza. Buona Pasqua di risurrezione!