Il mondo nostro chiostro

Presenti nelle strade con Maria nostro modello

 
Rubrica Francesco tra noi 01 (Ivano Puccetti)Scoprire il volto secolare

Originali, non fotocopie: questo il titolo di una recente intervista in cui fra Josè Carballo, attuale Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, invita gli appartenenti all’Ofs a «restare secolari, a non essere una fotocopia di frati o suore, ad essere fieri della propria secolarità, ad uscire dalle sacrestie, considerando il mondo come il nostro chiostro» (“Francesco il Volto Secolare” 12/2013-1/2014, pp. 54-60).

Questo invito mi ha fatto pensare all’annunciazione a Maria: l’arte l’ha spesso rappresentata come una fanciulla in ginocchio, con le mani giunte in preghiera, mentre riceve l’annuncio che sarà madre del Figlio di Dio, del salvatore Gesù. La necessaria simbologia artistica ha così voluto rappresentare il suo essere in quel momento “assorta in Dio”, distaccata da qualunque altro problema o pensiero della normale quotidianità, quasi a voler dire che se si pensa a Dio non è possibile pensare ad altro.

A me, invece, piace immaginare Maria come una ragazza che, ormai senza genitori, vive da sola in una piccola casa di Nazaret dove ogni giorno provvede a spazzare per terra, ravvivare il focolare, impastare le focacce di cui conserva le briciole per gli uccellini che visitano il suo orto, curare il giardino ricco di bei fiori, tessere al telaio limpide tele di lino o altri colorati tessuti; avrà certamente sorriso e colloquiato amabilmente con le persone che incontrava mentre andava alla fonte o con quei bambini che andavano a cogliere i frutti dei suoi alberi; avrà anche sofferto e consolato, avvicinando persone addolorate per qualche lutto o sopraffazione.

Per lei, così pura, doveva essere naturale compiere tutti questi gesti di quotidianità rimanendo “assorta in Dio”, lodandolo per tutto quanto di bello e di buono le mandava ogni giorno, attraverso quei gesti, quei fiori, quelle creature, quegli incontri, intercedendo per quanti le chiedevano aiuto.

Immagino che se l’Angelo fosse arrivato in uno di quei momenti di impegno materiale di quotidianità, l’avrebbe comunque trovata pronta ad accogliere quell’annuncio inimmaginabile ed unico nella Storia dell’uomo, a stupirsi e gioire umilmente per essere stata scelta: proprio lei che aveva una vita così semplice, da serva apparentemente inutile. Anche questo può far parte della “umiltà dell’Incarnazione” su cui Francesco meditava tanto.

 

La capacità di condividere

È così che noi francescani secolari potremmo interpretare l’invito di padre Carballo: prendendo a modello Maria, nostra madre umile e misericordiosa, senza chiederci troppo quale progetto grandioso Dio avrà su ciascuno di noi, abbandonandoci al solo desiderio di seguire il Signore per le strade dove lui vorrà portarci, anche fermandoci là dove lui riterrà che sia ora di non chiederci più di fare ma di essere semplicemente fratelli, suoi e di chi vorrà metterci al fianco nelle strade, nelle piazze, in famiglia, nei luoghi di lavoro, negli impegni di volontariato, di apostolato, di servizio umile e nascosto.

La vita della Fraternità Ofs è la palestra ove esercitarci nell’umiltà, nell’amore fraterno e misericordioso, il luogo dove andare ad ossigenarci, a ricaricarci, a verificare che è possibile vivere in un clima di reciproca accoglienza, dedizione e ascolto, conservandone poi memoria quando nella vita di tutti i giorni questo esercizio si rivela tanto più difficile ma immensamente e ineffabilmente gratificante. Ricordando il significato della parola latina saeculum (mondo), è questo il nostro modo di accogliere l’invito di Gesù ad essere nel mondo ma non essere del mondo.

Questo nulla toglie alla necessità e possibilità di ricercare ed assaporare momenti di silenzio, di preghiera, di lettura e meditazione della Parola, da soli o insieme con altri, per dare comunque senso e luce alla nostra ferialità.

Immagino che siano nate così le azioni e le opere che i francescani secolari nel tempo hanno iniziato e realizzato, cogliendo le occasioni che di volta in volta la Provvidenza presenta alla nostra creatività: ecco, allora, le iniziative coraggiose di denuncia e testimonianza nella Terra dei Fuochi o nei Paesi dove i cristiani sono perseguitati, gli inviti a parlare di pace, ecumenismo e dialogo interreligioso nella comune interpretazione dello spirito di Assisi, le opere più o meno vistose di accoglienza e aiuto alla vita sin dal suo concepimento, alle persone o popolazioni in difficoltà, come in Emilia dopo il terremoto o in Sardegna dopo l’alluvione o, infine, di supporto e partecipazione alla evangelizzazione e alla missionarietà. Il tutto reso ancora più bello quando è attuato insieme a religiosi e religiose, in pieno spirito di reale famiglia francescana, nelle varie parti del mondo.

Credo sia così che Maria ci avrebbe invitato a fare quello che Gesù ci dirà; è così che Lei ci ha insegnato, umilmente e semplicemente, ad essere nel secolo.