Inizia un nuovo anno e il mondo si avvicina veloce al 2015, quando dovrebbero essere raggiunti gli “Otto obiettivi del Millennio per lo Sviluppo”, sottoscritti dai 191 stati membri dell’Onu, tra cui spicca una forte riduzione della povertà, ben lontana dall’essere raggiunta. E di povertà si è parlato anche nell’ultimo Sinodo Africano, ma anche di giustizia, pace, riconciliazione, come scrivono i pastori delle Chiese africane, mentre dal Centrafrica Claudio ci aiuta a comprendere il ruolo della famiglia e del villaggio.

Saverio Orselli

Vi esortiamo, dunque, fratelli

Il messaggio del Sinodo dei vescovi per l’Africa

In questo 2012, che MC ha deciso di dedicare al vangelo di Matteo, il primo tema per affrontare il cammino è la Chiesa, tanto cara al nostro evangelista. Per questo proponiamo alcuni brani del “Messaggio al popolo di Dio della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi”, richiamando alla riflessione che la Chiesa ci invita a fare il 15 gennaio, 98a Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, due figure che molto hanno a che fare con il continente africano.

Missione1La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace

Viviamo in un mondo pieno di contraddizioni e in piena crisi. La scienza e la tecnologia fanno passi da gigante in tutti gli aspetti della vita, fornendo all’umanità tutto ciò che occorre per fare del nostro pianeta un luogo meraviglioso per tutti noi. Tuttavia situazioni tragiche di rifugiati, povertà estrema, malattie e fame uccidono tuttora migliaia di persone ogni giorno.
In tutto questo, l’Africa è la più colpita. Essa è ricca di risorse umane e naturali, ma molti del nostro popolo sono lasciati a dibattersi nella povertà e nella miseria, in guerre e conflitti, fra crisi e caos. Molto raramente tutto ciò è causato da disastri naturali. Piuttosto è dovuto in larga misura a decisioni e azioni umane di persone che non hanno nessuna considerazione per il bene comune e ciò spesso per tragica complicità e cospirazione criminale tra responsabili locali e interessi stranieri.


Ma l’Africa non deve disperare. Dove le condizioni sono giuste, i suoi figli hanno dimostrato che possono raggiungere, e in effetti hanno raggiunto, il più alto grado di impegno umano e competenza. Ci sono molte buone notizie in diverse parti dell’Africa. Ma i mezzi di comunicazione moderna spesso prediligono le cattive notizie e sembrano concentrarsi sulle nostre disgrazie e difetti, piuttosto che sugli sforzi positivi che stiamo compiendo. Nazioni sono uscite da lunghi anni di guerra e si muovono gradualmente sui sentieri della pace e della prosperità. Il buon governo sta avendo un notevole impatto positivo in alcuni paesi africani. Abbondano segnali di molte iniziative che cercano di dare un’effettiva soluzione ai nostri problemi. Questo Sinodo, proprio per la scelta del suo tema, spera di essere una di queste iniziative positive. Invitiamo tutti indistintamente a collaborare per raccogliere le sfide della Riconciliazione, della Giustizia e della Pace in Africa. Molti stanno soffrendo e morendo: non c’è tempo da perdere.
Molti figli e figlie d’Africa hanno lasciato la loro casa per cercar dimora in altri continenti. Molti di loro stanno bene e contribuiscono validamente alla vita del loro nuovo paese di residenza. Altri lottano per sopravvivere. Li raccomandiamo tutti all’adeguata attenzione pastorale della Chiesa, Famiglia di Dio, dovunque siano. La Chiesa in Africa ringrazia Dio per i suoi numerosi figli e figlie che sono missionari in altri continenti. In questo santo scambio di doni, è importante che tutte le parti coinvolte continuino a lavorare per costruire una relazione cristiana trasparente, corretta, dignitosa. Questo Sinodo sente il dovere d’esprimere profondo apprezzamento per i molti missionari, sacerdoti, religiosi e fedeli laici che da altri continenti hanno portato la fede alla maggior parte dei paesi in Africa, molti dei quali vi stanno ancora lavorando con zelo e dedizione eroica. Grazie in special modo a quelli che sono rimasti con la loro gente anche in tempo di guerra e di gravi crisi. Alcuni hanno anche pagato con la propria vita la loro fedeltà.

Ai politici e ai giovani

Il Sinodo ha un messaggio molto importante e speciale per voi, cari cattolici africani impegnati nella vita pubblica. Lodiamo i tanti tra voi che si sono offerti per il servizio pubblico nel vostro popolo, senza preoccuparsi di tutti i pericoli e delle incertezze della politica in Africa, prendendolo come un apostolato per promuovere il bene comune ed il regno di Dio, che è regno di giustizia, di amore e di pace, secondo l’insegnamento della Chiesa. Potete sempre contare sull’incoraggiamento e sull’appoggio della Chiesa. Molti cattolici in posizioni di prestigio deplorevolmente non hanno corrisposto adeguatamente all’esercizio delle loro cariche. Il Sinodo invita tali persone a pentirsi o a lasciare la pubblica arena e così cessare di causare rovina al popolo e dare cattiva fama alla Chiesa Cattolica.
Ai grandi poteri di questo mondo rivolgiamo una supplica: trattate l’Africa con rispetto e dignità. L’Africa da tempo reclama un cambiamento nell’ordine economico mondiale a riguardo delle strutture ingiuste accumulatesi pesantemente su di essa. La recente turbolenza nel mondo finanziario mostra il bisogno di un radicale cambiamento di regole. Ma sarebbe una tragedia se le modifiche fossero fatte solo negli interessi dei ricchi ed ancora a discapito dei poveri. Molti dei conflitti, guerre e povertà dell’Africa derivano principalmente da queste strutture ingiuste.
L’umanità ha molto da guadagnare se ascolta le parole sapienti del santo padre Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate. Un ordine mondiale nuovo e giusto non è soltanto possibile, ma necessario per il bene di tutta l’umanità. Un cambiamento è richiesto circa il debito che pesa sui paesi poveri, uccidendo letteralmente i bambini. Le società multinazionali devono cessare la devastazione criminale dell’ambiente per il loro ingordo sfruttamento delle risorse naturali. È una politica miope quella di fomentare guerre per ottenere profitti rapidi dal caos, al prezzo di vite umane e di sangue. È possibile che nessuno sia capace e voglia interrompere questi crimini contro l’umanità?

«Africa, alzati!»

Il nostro continente ha una lunga storia di grandi imperi e di civiltà illustri. La storia futura del continente deve essere ancora scritta. Dio ci ha benedetto con ampie risorse naturali ed umane. Nella quotazione internazionale dello sviluppo materiale, i paesi dell’Africa sono spesso agli ultimi posti. Non è questa una ragione per disperare. Ci sono stati gravi atti di ingiustizia storica, come la tratta degli schiavi ed il colonialismo, le cui conseguenze negative ancora persistono. Ma queste non sono più scuse per non muoverci in avanti. Di fatto molte cose stanno accadendo. Lodiamo gli sforzi per liberare l’Africa dall’alienazione culturale e dalla schiavitù politica. Ora l’Africa deve affrontare la sfida di dare ai propri figli un degno livello di condizioni di vita. Il Sinodo felicemente si congratula con i pochi paesi in Africa che hanno intrapreso la strada di una genuina democrazia. Essi stanno già mostrando i buoni risultati del metodo di fare le cose bene. Alcuni di essi sono usciti da molti anni di guerre e conflitti e stanno gradualmente ricostruendo la loro nazione disastrata. Noi speriamo che il loro buon esempio solleciti altri a cambiare le cattive abitudini.
Il Sinodo nota con tristezza che la situazione in parecchi paesi resta molto vergognosa. Pensiamo in particolare alla triste situazione della Somalia, immersa in un conflitto virulento da quasi due decenni che coinvolge già i paesi vicini. Non dimentichiamo la tragica condizione di milioni di persone nella regione dei Grandi Laghi e la crisi che ancora perdura nell’Uganda settentrionale, nel Sudan meridionale, nel Darfur, in Guinea Conakry ed in altri luoghi. Coloro che controllano le sorti di queste nazioni devono assumersi piena responsabilità per il loro deplorevole comportamento. Nella maggior parte dei casi, abbiamo a che fare con avidità di potere e di ricchezza a spese della popolazione e della nazione. Qualunque sia l’incidenza di interessi stranieri, c’è sempre la vergognosa e tragica collusione dei leader locali: politici che tradiscono e svendono le loro nazioni, uomini d’affari corrotti che sono in collusione con multinazionali rapaci, commercianti e trafficanti di armi africani, e agenti locali di alcune organizzazioni internazionali che vengono pagati per diffondere letali ideologie in cui essi stessi non credono.
La conseguenza negativa di tutto ciò sta davanti al mondo intero: povertà, miseria e malattie; rifugiati dentro e fuori del paese e oltremare, la ricerca di più verdi pascoli che porta alla fuga dei cervelli, emigrazione clandestina e traffico di persone umane, guerre e spargimento di sangue, spesso su commissione, l’atrocità dei bambini soldato e l’indicibile violenza contro le donne. Come si può essere orgogliosi di “presiedere” su un tale caos? Che ne è del nostro tradizionale senso africano di vergogna? Questo Sinodo lo proclama forte e chiaro: è tempo di cambiare abitudini, per amore delle generazioni presenti e future.
Noi desideriamo richiamare nuovamente ciò che il Papa Benedetto XVI ha detto nella sua omelia durante la messa di inaugurazione del Sinodo: l’Africa è il “polmone spirituale” dell’umanità di oggi. Questa è una preziosa risorsa, più preziosa dei nostri minerali e del petrolio. Ma egli ci ha messi in guardia che questo polmone corre il rischio di essere infettato dal duplice virus del materialismo e del fanatismo religioso. Nella sua determinazione a preservare il nostro patrimonio spirituale, contro tutti gli attacchi e le infezioni il Sinodo invita a una sempre più grande collaborazione ecumenica con i nostri fratelli e sorelle di altre tradizioni cristiane. Desideriamo anche che ci sia più dialogo e cooperazione con i mussulmani e gli aderenti alla Religione Tradizionale Africana (RTA) e persone di altre fedi.

Cari fratelli nell’episcopato, cari figli e figlie della Chiesa, Famiglia di Dio in Africa, tutti voi uomini e donne di buona volontà in Africa e altrove, condividiamo con voi la forte convinzione di questo Sinodo: l’Africa non è impotente. Il nostro destino è ancora nelle nostre mani. Tutto ciò che essa chiede è lo spazio per respirare e per prosperare. L’Africa si è già messa in moto e la Chiesa si muove con lei, offrendole la luce del Vangelo. Le acque possono essere burrascose, ma con lo sguardo puntato su Cristo Signore arriveremo sicuri al porto della riconciliazione, della giustizia e della pace.
Africa, alzati, «prendi il tuo lettuccio e cammina!» (Gv 5,8).

Il “Messaggio al Popolo di Dio della II Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi” completo è disponibile al sito: www.vatican.va