I figli legittimi dell’uomo simbolo

Sequela o idolatria si generano se la fruizione dei simboli è orientata a persone o al benessere

di Everardo Minardi

docente di Sociologia generale presso l’Università di Teramo

 

Minardi 01In una società liquida e trasparente

Potrebbe essere facile pensare che papa Francesco con la novità e la semplicità delle sue parole e l’immediatezza dei suoi gesti sia diventato un grande simbolo dell’esperienza di fede e della Chiesa cattolica. Da ciò verrebbe ancora meglio compresa e giustificata la sua capacità di attrarre le folle che da tempo non si vedevano più in piazza San Pietro e non solo. In tal caso, poi, la “sequela” sarebbe ancora più facile da comprendere, dal momento che la funzione del Papa come maestro e guida spirituale sarebbe ancora più legittimata dal consenso popolare.

In realtà i media giocano la loro parte importante, per alcuni aspetti decisiva, anche perché con le loro semplificazioni introducono degli automatismi psicologici e sociali che possono generare “sequela”, cioè quell’insieme di atteggiamenti di ascolto e di adesione ai messaggi ed agli eventi significativi che rafforzano il senso di appartenenza ad una comunità. All’interno di questi processi, strutturati dai media, si possono osservare altri effetti, che se in parte si possono ricondurre a forme di adesione idolatrica a quanto percepito e sovra rappresentato dai soggetti coinvolti, in realtà si estendono ad altri campi, come quello del marketing e di forme di consumo simbolico, che nel passato non trovavano spazio nella dimensione della “sequela”.

Ci sono, quindi, almeno due processi su cui bisogna riflettere per cercare di comprendere quanto sta avvenendo in una società che ha fatto della complessità e della trasparenza alcune delle sue qualità primarie. In primo luogo, la costruzione dei simboli come una delle funzioni che viene esaltata da una società sempre più caratterizzata dai media e dalle tecnologie della comunicazione. Il facile accesso a queste - anche attraverso strumenti che portiamo quotidianamente con noi - rende la realtà sociale sempre più trasparente e percorribile attraverso una molteplicità di percorsi che affermano l’interculturalità, la pluralità linguistica, la rappresentabilità di situazioni anche molto lontane tra loro, come possibilità di conoscenza e di interazione in precedenza inesplorate e non immaginabili.

 

Effetti della mediazione tecnologica

Questa mediazione tecnologica, di cui ancora non riusciamo a definire i confini definitivi, se coinvolge un numero sempre più esteso di persone, di gruppi sociali, di organizzazioni formali e informali, e di istituzioni di governo, contribuisce però sempre più frequentemente a dare della società una rappresentazione anonima, attraversata da attori che si muovono sulla base di interessi non dichiarati e di regole sempre meno condivise. In questo contesto si osservano effetti rilevanti: i volti diventano anonimi per dare risalto solo a quelli che rispondono a modelli di fashion; le pratiche sociali divengono corrispondenti a standard dai quali solo alcuni soggetti possono distanziarsi per la leadership loro attribuita; i modelli di consumo diventano il percorso su cui avviare competizioni che consentono di acquisire una nuova identità.

Minardi 02Di conseguenza si costruiscono necessariamente nuovi simboli, prodotti immateriali, facilmente fruibili e trasmissibili mediaticamente; la funzione produttiva nell’organizzazione sociale non è più incentrata sulla produzione di beni materiali, sulla centralità del lavoro, ma sulla produzione e sulla innovazione continua di costruzioni simboliche, dovunque ciò sia possibile. Vengono quindi coinvolti soggetti, istituzioni e processi sociali traducibili in una mediazione simbolica capace di produrre successo, adesioni, ma anche la possibilità di commercializzare nuovi beni simbolici, attraverso la messa in campo di tutte le componenti materiali e immateriali necessarie allo scopo.

È abbastanza facile valutare questa dimensione sociale come quella che più rapidamente si appresta a produrre situazioni riconducibili ai caratteri propri dell’idolatria. Se con questo termine intendiamo una forma di religione basata sull’adorazione degli idoli, cioè un attaccamento viscerale per qualcuno o per qualcosa, tale legame non è difficile da cogliere all’interno di una società del tutto sottoposta ai criteri trasformativi dei media e delle tecnologie della informazione e della comunicazione. Il nostro sistema di vita sta rapidamente trasformando in idolatria i comportamenti esasperati di consumo e di successo che hanno coinvolto le generazioni adulte e ora stanno affascinando le generazioni giovani, in un contesto di sistema economico e sociale ormai radicalmente mutato.

 

Nuovo polo di economia civile

Certamente la crisi strutturale del nostro sistema economico e sociale lascerà tracce consistenti nelle prassi del consumo, nell’organizzazione di nuove forme di produzione di beni materiali e di servizi; oggi si parla del nuovo polo della economia civile, che è in grado di produrre valore anche economico al fuori delle regole della economia di capitale. Tuttavia, anche nel processo di mutamento delle connessioni tra economia di capitale ed economia sociale e civile, si possono cogliere mutamenti significativi; laddove il fattore umano diviene centrale all’interno di forme di valorizzazione del lavoro che sono sempre più incentrate non sull’accumulazione di capitale a favore di pochi, ma sull’estensione di benessere sociale ed individuale (Welfare e di Well-being) a favore di tutti, le tecnologie della informazione e della comunicazione continueranno a sviluppare in pienezza le loro potenzialità.

Se però al centro dei nuovi sistemi sociali ci saranno gli obiettivi del benessere delle persone e delle comunità, anche il ruolo dei media e delle loro tecnologie potrà cambiare: invece di produrre simboli di consumo, potranno rendere possibile la conoscenza più estesa delle persone, delle comunità, delle condizioni di vita che generano insuccesso, marginalità ed anche vero e proprio impoverimento. In altri termini, rendendo più facile e non standardizzata la comunicazione tra i soggetti e le comunità, i media contribuiranno a vincere l’anonimato individualistico e a creare reti (network) tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali.

In questa dimensione sociale, dove si è recuperata la centralità delle persone e delle comunità, anche facendo rete attraverso i media tecnologici, sarà possibile costruire vere e proprie “sequele”, aggregazioni scelte di persone e gruppi che responsabilmente e in maniera sempre più trasparente si mettono in relazione con la dimensione che giustifica e motiva le proprie reti. In questo contesto le reti, i social network, possono diventare interlocutori veri e consapevoli con un maestro di fede e di vita, come papa Francesco. Lui sta costruendo una rete ancora più grande, non di standard, ma di persone che spesso con tante incertezze seguono il cammino della Salvezza.