In missione inaugura con due articoli il 2014 ricordando le quattro realtà missionarie - Turchia, Georgia, Repubblica Centrafricana ed Etiopia - in cui sono impegnati i cappuccini dell’Emilia-Romagna, protagoniste della terza giornata dell’incontro su La nostra evangelizzazione, svoltosi a Fognano dal 9 all’11 ottobre scorso: il primo è un resoconto della giornata, mentre il secondo è uno stralcio dell’intervento di Francesco Grasselli, già direttore dell’editrice missionaria EMI, chiamato a concludere l’incontro, offrendo qualche spunto di riflessione per il lavoro futuro.

Saverio Orselli

 

Un tempo per condividere


A Fognano, tre giorni di confronto del mondo cappuccino sull’evangelizzazione


a cura della Redazione di MC


Rubrica in Missione 01 Fognano 01 (Ivano Puccetti)Ad gentes

Nello scorso ottobre a Fognano, sopra Brisighella, i Cappuccini dell’Emilia-Romagna per tre giorni si sono confrontati sull’impegnativo tema de “La nostra evangelizzazione”. Dopo la pastorale ordinaria, orientata verso chi già frequenta le chiese, e la nuova evangelizzazione, per chi non frequenta più, l’ultimo giorno è stato dedicato alla “missio ad gentes”, con il pensiero a chi ancora non ha incontrato Gesù Cristo.

Nella mattinata sono intervenuti in rappresentanza delle quattro missioni, in cui sono impegnati i cappuccini emiliano-romagnoli (Turchia, Etiopia, Repubblica Centrafricana e Georgia) Oriano Granella, Renzo Mancini, Antonio Triani e Filippo Aliani. Insieme si sono confrontati, in base alla personale esperienza, attorno a tre temi importanti nella vita della missione: la fraternità, realtà spesso complicata dalle distanze, il non sempre facile dialogo interreligioso e gli scenari futuri, per cui speranze e preoccupazioni si mescolano fino quasi a confondersi.

Ad ascoltare le diverse esperienze tra il pubblico, per la massima parte composto da frati cappuccini, c’erano anche alcuni laici, tra cui Francesco Grasselli, per molti anni direttore dell’editrice missionaria EMI di Bologna, chiamato a fare una sorta di sintesi conclusiva della giornata, dopo aver ascoltato gli interventi dei missionari e il dibattito conseguente.

Oriano, Renzo, Antonio e Filippo si sono trovati d’accordo nel sottolineare che le difficoltà a vivere la missione con spirito di fraternità, in fondo, sono le stesse che si incontrano nella realtà italiana, con in più l’ostacolo del numero di frati impegnati nelle varie missioni. Essere pochi di certo non facilita, anche se stimola a sviluppare il senso di fraternità con i frati locali - in Etiopia e Centrafrica in particolare - o con i missionari provenienti da altre province, come la Polonia o l’India.

Inevitabilmente molto più variegate - viste le grandi differenze tra le varie realtà - le risposte relative allo stato del dialogo con le altre religioni. In Turchia, dove i cattolici sono un’esigua minoranza, mentre i più sono di fede islamica, da qualche tempo si è avviato un dialogo con i protestanti, favorito anche grazie a qualche partita di calcio, mentre con gli ortodossi il confronto iniziato da tempo vede esperienze molto interessanti, soprattutto ad Antiochia. Cattolici e musulmani invece si trovano a pregare insieme a Meryem Ana, nella casa della Madonna. In Georgia - la missione avviata più di recente - i due frati presenti sono ancora impegnati nell’imparare la lingua e qualsiasi dialogo è prematuro e difficile. In Etiopia è meno sentito il dialogo con l’Islam, quasi del tutto assente nelle zone di missione, mentre è più importante e utile quello con i cristiani copti, oltre che coi protestanti. Particolare attenzione è stata data alla situazione del Centrafrica, dove la guerra nell’ultimo anno ha richiamato molti mercenari di fede islamica dai Paesi vicini e che si sono resi protagonisti di violenze e soprusi.


Rubrica in Missione 02 Fognano 02 (Ivano Puccetti)Luci ed ombre

Sul futuro, l’intervento dei missionari è ben riassunto nelle parole di Francesco Grasselli, che nel pomeriggio ha concluso dicendo: «Non sono terreni facili quelli dell’Etiopia, della Turchia, della Georgia. In Centrafrica c’è addirittura una situazione tragica e ci sono segni di persecuzione. Però ho sentito accenti di fiducia e voglia di continuare con slancio l’opera intrapresa. Si domanda aiuto, si chiede “fraternità e corresponsabilità” alla famiglia cappuccina dell’Emilia-Romagna e a quelle di tutta l’Italia; s’invoca la disponibilità alla missione da parte dei confratelli, specialmente dei giovani. Ma non si fanno geremiadi. Ci si mette nelle mani di Dio e si leggono i segni dei tempi non come segni di ripiegamento e di rinuncia, ma con un certo ottimismo anche storico. La fede non vacilla. Ai tempi di san Francesco la situazione sociale, economica, politica e soprattutto quella ecclesiale non era migliore. Ma Francesco aveva scoperto una “potenza” che poteva rovesciare tutto e si affidò ad essa: il Vangelo della Croce di Cristo. E così mi pare che le “missioni” collegate alla provincia emiliano-romagnola dei cappuccini rifluisca su questa come un vento propizio che ne gonfia le vele verso il “futuro di Dio”. Perché il futuro e sempre nelle sue mani».    

Le esperienze dei missionari hanno dato vita a un vivace dibattito, a cui hanno partecipato i diversi missionari presenti tra il pubblico: Damiano Bonori, Adriano Franchini, Enzo Canozzi della provincia ligure, Domenico Bertogli, ognuno impegnato, in base all’esperienza vissuta, a mettere in maggiore evidenza qualche aspetto della missione non affrontato nella prima parte. Con loro altri frati hanno chiesto chiarimenti e fatto importanti puntualizzazioni, come nell’intervento del padre provinciale, Matteo Ghisini, che ha sottolineato l’importanza dell’incontro: «Credo sia stato molto bello trovarsi qui, insieme. È stata un’occasione voluta e cercata proprio per mettere in contatto vivo chi è lontano in missione e chi vive qui». Oltre a un breve commento specifico per ogni missione, padre Matteo ha ricordato che la provincia dell’Emilia-Romagna è chiamata a far fronte a un impegno missionario notevole, con le quattro realtà in cui i cappuccini sono presenti. Grazie a Dio questo impegno è sostenuto da una grande rete di solidarietà, tanto forte da far risultare “a livello di Ordine cappuccino mondiale, la provincia dell’Emilia-Romagna al secondo posto come sostegno economico alle missioni, con una somma che rimane decisamente notevole - un milione di euro - anche se negli ultimi tempi è leggermente calata. I fattori sono tanti, dalla cultura della generosità di questa terra all’impegno dei due centri missionari di San Martino in Rio e Imola, dove, alla presenza di frati che hanno capito l’importanza del lavoro e dato la vita per questo, si aggiunge lo sforzo e la dedizione di tanti volontari, una benedizione questa che va conservata e va incrementata”.

Nel pomeriggio è stata quindi la volta di Francesco Grasselli - di cui pubblichiamo una parte dell’intervento - e di padre Domenico Bertogli, missionario ad Antiochia in Turchia, invitato a raccontare la propria esperienza e a proiettare verso il futuro l’impegno missionario e concludere così una giornata intensa e preziosa, per gli spunti e le riflessioni dedicate al grande mondo a cui è dedicata questa rubrica.