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Tempo, prova, dono per imparare la gioia di essere per gli altri


di Emanuele Bellini

scrittore e inventore della proposta Giftime e del progetto Melpyou


Tre parole ci guideranno nella lettura di questo articolo: tempo, prova, dono. Tempo inteso come “ricchezza” da riscoprire, Prova nel senso che la vita è la più grande opportunità che abbiamo di capire chi siamo e infine una proposta concreta di Dono chiamata Giftime.

 

Tempo

«Quanti anni aveva?», si chiedono amici e parenti davanti alla salma della persona appena deceduta. Di fronte alla morte tutti sembrano interessati a sapere quanto si è vissuto, mentre, quando siamo in vita, ci dimentichiamo spesso che il tempo è la cosa più preziosa che ci è stata donata. Diamo il tempo per scontato come se non avesse alcun valore, esattamente come quando ci accorgiamo dell’importanza della salute solo durante un brutto raffreddore con qualche linea di febbre. Invece, il tempo ha un valore inestimabile e mi piace pensare che il tempo è l’unica ricchezza che ci rende tutti uguali. La fisicità di ognuno è diversa, i talenti sono diversi, il conto in banca è diverso, invece il tempo non fa distinzioni, siamo tutti uguali, anzi meglio, siamo tutti ricchi uguali.

Sto utilizzando con insistenza la parola “ricchezza” in quanto abitualmente questo termine è associato solo a valori materiali, al conto in banca, alla casa al mare o all’auto appena comprata. Quasi sempre ci dimentichiamo che quel tipo di ricchezza è secondario rispetto al tempo e, probabilmente, non merita neppure di salire sul podio. Sarebbe bello se le persone invece di fantasticare su cosa farebbero in caso di vincita al superenalotto, iniziassero a scrivere una lista dei desideri dal titolo “Se avessi tempo farei…”.

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Prova

Capito il valore del tempo è ora necessario chiedersi: Come lo posso impiegare? Come posso evitare di sprecarlo? A un giovane adolescente direi semplicemente: prova! Non oziare, non stare a guardare la tv, non perdere tempo davanti a Facebook. Prova a fare il cantante e anche l’operaio, prova ad essere “servo inutile” e anche padrone, primo e ultimo. Se sei ricco prova a essere povero, se lavori in un ufficio cimentati nel coltivare i campi. Solo provando puoi capire realmente chi sei e scoprire la tua vocazione. Il bello della vita è che si può provare ad essere chi si vuole fino all’ultimo giorno della nostra esistenza. Fare esperienze ci aiuta a metterci nei panni degli altri e quindi a capire meglio le altre persone prima di giudicarle. Tutto questo lo dico ai giovani ma in realtà anche agli adulti. Spesso rischiamo di attaccarci alle nostre convinzioni solo perché non abbiamo il coraggio di affrontare le nostre vere paure. Fortunatamente nella vita ho avuto la possibilità di affrontare tante mie paure, grazie in particolare ai pellegrinaggi in bicicletta che ho fatto in giro per il mondo.

Sono stato a Santiago, a Cracovia, a Gerusalemme, solo per citarne alcuni, ma il più significativo è stato il pellegrinaggio in Turchia nel 2006 dove ho potuto conoscere un popolo incredibilmente generoso ed accogliente verso i cristiani nonostante tutte le paure che amici e parenti mi avevano trasmesso prima della partenza: «Sei pazzo ad andare in Turchia con la bici!», «Guarda che i turchi sono dei fanatici». Non mi considero una persona coraggiosa ma solo provando ho potuto affrontare le mie paure e capire meglio chi ero e cosa voleva il Signore da me. Per ringraziare poi di tutto quello che avevo vissuto in quel viaggio ho scritto un libro nonostante tutti i cinque in pagella ai tempi della scuola. Anche in questo caso ho voluto provare e, grazie a Dio, ho trovato una casa editrice che l’ha pubblicato con il titolo Mamma li turchi. La mia voglia di affrontare le paure e di conoscere le altre religioni mi ha poi portato ad andare in India dove ho potuto comprendere l’induismo e il buddismo in particolare grazie all’incontro con il Dalai Lama. Tutte queste esperienze mi hanno aiutato ad apprezzare una spiritualità che ha tanto da insegnarci ma allo stesso tempo mi hanno permesso di capire più in profondità che l’amore di Cristo è quello su cui voglio fondare la mia vita.

Bellini 03Dono

Queste sono state le esperienze determinanti della mia vita, ma in realtà la vita ce la giochiamo nel quotidiano dove ogni nostra azione può essere di bene o di male, di amore o di egoismo, di furto o di dono. È ovvio che fare il bene fa bene, ma certe emozioni bisogna provarle sulla propria pelle. Da ragazzo ho avuto la fortuna di frequentare la parrocchia ma anche le discoteche, di pensare solo ai miei programmi ma anche di fare attività di servizio ai più bisognosi, di preoccuparmi solo di me stesso ma anche di ascoltare un amico che voleva confrontarsi. Non ho idea di cosa mi attenda per il futuro ma posso sicuramente dire che la felicità l’ho sperimentata più nel cercare di rendere felici gli altri che nel pensare a me stesso e che il tempo che ho donato è stato quello speso meglio, anzi no, cominciamo anche a rinnovare il nostro vocabolario, è stato quello investito meglio (termine generalmente utilizzato solo per i risparmi in banca).

Il mondo intorno a noi ci ammalia proponendoci modelli di felicità basati sul pensare a noi stessi, sul soddisfare i nostri bisogni e le nostre esigenze. Anche da questo punto di vista posso solo augurare a chiunque di seguire questi modelli fino in fondo (non c’è nulla di peggio dell’essere dei tiepidi cristiani che accettano una vita di compromesso tra il mondo là fuori e la vita in parrocchia) oppure provare a essere radicalmente altruisti, donare se stessi agli altri e amare gratuitamente come ci ha insegnato il Signore. Tutto questo vi scalderà il cuore a tal punto da non poter più accettare la freddezza dell’egoismo.

La gioia, che ho provato nel regalare il tempo agli altri, mi ha portato a licenziarmi dal lavoro (sicuro e ben pagato) per dedicarmi a tempo pieno alla promozione dell’altruismo e del tempo donato. Con alcuni amici ho infatti realizzato da circa un anno un sito che aiuta le persone a fare volontariato, ovvero a provare la gioia di regalare il proprio tempo agli altri. Il progetto si chiama Melpyou (www.melpyou.com) e da poche settimane si è ulteriormente allargato con l’idea innovativa di regalare delle ore del proprio tempo a tutti, non solo per il volontariato, ma anche ad amici, parenti e conoscenti. L’iniziativa si chiama Giftime ed essendo nata in prossimità delle feste di Natale, ci piace dire «è tempo di regali: regala il tempo» ma in realtà ci auguriamo che questo sia solo il primo passo, perché, se è vero che il tempo è una ricchezza, per investirlo bene è necessario… regalarlo!