I francescani dell’Emilia-Romagna si sono trovati insieme il 27 aprile per domandarsi quale contributo possono dare alla nuova evangelizzazione in regione. Aiutati da padre Paolo Martinelli, hanno scoperto che possono davvero fare tanto. Il 12 maggio il Ministro nazionale e quello regionale hanno consegnato a mons. Francesco Cavina, vescovo di Carpi, un crocifisso di San Damiano e una bella offerta per la ricostruzione post-terremoto.

Elisabetta Fréjaville 

Con un pizzico di immaginazione

I francescani e la nuova evangelizzazione in Emilia-Romagna

Image 151Dalla convenzione alla convinzione

“Dalla convenzione alla convinzione”: potremmo riassumere così la relazione che padre Paolo Martinelli ha tenuto a Bologna, al cinema Bellinzona, il 27 aprile scorso in occasione del convegno “I Francescani e la nuova evangelizzazione in Emilia-Romagna” organizzato dal MoFraER.

A partire dalla grande novità dell’elezione di un papa di nome Francesco e dalla responsabilità che questo comporta per tutti noi, padre Martinelli ha seguito un itinerario che, passando attraverso il senso del Sinodo dedicato alla “Nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana” del novembre 2012 e ad una riflessione sui nuovi scenari lì presentati e discussi, dopo un significativo excursus storico-filosofico, è giunto a presentare il possibile contributo francescano a questo fondamentale compito della Chiesa nel suo insieme e nel contesto di vita di ciascun cristiano, nell’attuale società sempre più plurale. Alla fede cristiana e alla tradizione francescana è chiesto oggi di dimostrare che verità e libertà non sono concetti contrapposti, bensì entrambi necessari a rendere concreta e coerente la nostra testimonianza umile, autentica e convinta, l’unica che può incoraggiare gli altri ad interrogarsi sul perché della nostra scelta di amore, di fede, di vita buona, pubblica e privata. Citando la I Ammonizione di san Francesco, «ecco ogni giorno egli si umilia…», il richiamo è a credere oltre che vedere (il lebbroso, la Chiesa ferita, i sacerdoti poveretti, i fratelli che peccano, etc.): questo fu il segreto di Francesco, uomo libero perché abbandonato pienamente all’umiltà di Dio.

Raccontarsi per approfondire

I centoventi partecipanti delle varie famiglie francescane, frati, suore, laici, hanno anche avuto modo di contribuire attivamente in diversi momenti. Dopo la lezione di padre Martinelli, la mattina ha visto un dialogo ricco di spunti fra il pubblico e il relatore, affiancato da Matteo Ghisini, Presidente MoFraER, e da Andrea Zanichelli, Ministro regionale Ofs e moderatore dell’incontro.

Il chiostro del convento di San Giuseppe era stato predisposto per permettere a cinque realtà della nostra regione di raccontare nel pomeriggio il loro modo di portare avanti un’evangelizzazione per il nostro tempo: abbiamo così potuto sentire come l’associazione Fraternamente di Modena presenta l’annuncio in un parco cittadino, l’Antoniano di Bologna manifesta la carità evangelica attraverso l’organizzazione di opere a favore dei poveri della città, la Cooperativa Fratelli è Possibile lancia in Romagna i valori francescani attraverso il lavoro e la mediazione in diversi ambiti della cultura e della società, l’associazione Homo Viator a Longiano mostra la ricchezza dell’interazione tra frati e laici attraverso il supporto alle tante esigenze della famiglia e all’attuale emergenza educativa, i Centri Missionari di San Martino in Rio e di Imola hanno come obiettivo comune il sostegno alle missioni attraverso numerose iniziative di vita fraterna e di arricchimento spirituale ed umano. A tutti i partecipanti al Convegno è stata data la possibilità di raccontare eventi e iniziative di evangelizzazione attuate nelle proprie realtà locali, attraverso la compilazione di sintetiche schede che sono state poi collocate su un grande disegno della regione e che ora sono la base per approfondire il variegato impegno di evangelizzazione in Emilia-Romagna. Al termine delle presentazioni si è dialogato con i presenti per raccogliere indicazioni sull’utilità di quanto ascoltato e la possibile trasferibilità nella propria realtà particolare.

A tutti è stata anche chiesta l’indicazione della parola che meglio esprime il carisma e l’identità francescana, scrivendola su “tau” colorati che sono poi stati “stesi” in bella mostra: a giudicare dai risultati umiltà è la parola francescana per eccellenza, seguita da fraternità, semplicità, povertà, etc.

Tutto il materiale del Convegno è stato successivamente inviato ai partecipanti. L’intera giornata, iniziata e conclusa con canto e preghiera francescani, ha trasmesso lo spirito di fraternità con cui era stata preparata, con l’importante e gioioso contributo della Gioventù francescana; ci siamo dati appuntamento alla prossima occasione “in cammino” verso il Festival Francescano 2013 a Rimini, dove potremo testimoniare la gioia di essere fratelli e sorelle dei tanti che andremo ad incontrare.