Le cose che devono cambiare

La signora Lucia Lafratta ha ragione nell’accusare le pensioni date troppo presto. Occorre far osservare peraltro che le «floride signore» a volte erano delle poveracce cariche di figli, avevano scelto l’insegnamento anche per poter usufruire di quella legge. Una mia collega, santa donna ed eccellente professoressa, dovette abbandonare quando era incinta del quarto figlio, ed era più sfinita che florida. Inoltre, perché dobbiamo pagare tutti per gli errori di governanti, di sinistra o di destra? In Grecia fu la destra a dare pensioni a 50 anni. Perché non sono previste sanzioni di qualche tipo per chi ha mal governato? Non sarà perché c’è una sorta di simbiosi fra classi dirigenti e politici, almeno nelle cosiddette democrazie occidentali, ed è prassi comune che paghino sempre i più poveri, fuori dalla suddetta simbiosi? Se c’era una crisi economica in Inghilterra, perché la Lady di Ferro l’ha fatta pagare ai minatori e non ai lords? Adesso fra l’altro chi ha i capitali scappa e li porta all’estero. Ma poi: le pensioni precoci avranno certo pesato, e anche gli sprechi, e l’enorme evasione fiscale (soprattutto! equivale a varie finanziarie); ma la vediamo o no l’enorme speculazione finanziaria mondiale? Ormai è chiara a tanti, non la solita balla dei comunisti. Questo capitalismo finanziario senza leggi e senza controlli è peggio, non dico del fascismo, ma del nazismo e dello stalinismo. Ha fatto tante vittime e desolazioni. Quante volte abbiamo rifinanziato le banche? Chi ha controllato se e fino a che punto era giusto e inevitabile? E perché le banche continuano a non fare prestiti non dico a singoli, ma neanche a imprese?

Giuseppe Nanni - Bologna

A chi prendiamo i soldi che servono? Bisognerebbe prenderli ai ricconi: ma questi si pagano difensori fin che vogliono, avvocati, giornalisti, espertissimi nella nobile arte sofistica di giustificare ciò che è sbagliato e iniquo. Poi, con la globalizzazione, con la protezione delle banche, se ne vanno, portano via i capitali, e noi poveracci restiamo qui magari ad accapigliarci fra noi, ahimé…

E noi Chiesa? Un popolo che ha il necessario può anche essere fiero di costruirsi una bella cattedrale, che poi è un bene di tutti, ma oggi? Se ci stessimo davvero, coi poveri? Lo dico per me anzitutto, che sono ricchissima, perché mangio fin che ho fame. I cardinali sono molto importanti, sì: facciano pure il loro lavoro bene, ma ricordino che fra i servi inutili sono i più inutili, perché la Chiesa ha vissuto secoli senza di loro… i vescovi erano importanti e necessari fin dagli inizi: ma se la piantassimo coi vescovi “Arci”? Hanno già la pienezza del sacerdozio, che altro gli serve? Se rottamassimo tante cosette, abiti fastosi, palazzi, auto di lusso, servitori, titoloni come eminenze et similia? Il vangelo non dice che non si devono far chiamare neppure padri e maestri? Questa sarebbe la grande rivoluzione evangelica, possibile, anzi facile: basta volere. Non ci sono problemi di tradizione né di testo sacro. Certo, non convertiremmo tutti lo stesso: ma convertiremmo noi. Peggiore della lussuria dei lombi è la lussuria del denaro e del potere…

E alle donne si possono dare alcuni ministeri: se sanno predicare, predichino, possono portare l’Eucaristia ai malati. Ma soprattutto si smetta di crederle incapaci di questo o di quello (fino a prova contraria); si smetta di insegnare che una santa moglie ha il dovere di prendere le botte; si capisca che il grosso della vita sessuale pesa sulla donna, nel matrimonio, e che il cosiddetto debito coniugale rischia di essere un’ipocrita contraffazione delle parole di san Paolo.

Adele Gualandi - Bologna