Parola d’ordine: minori

Quando i ministri si pongono a servizio

Image 147Giorni fa alla messa vespertina a San Giuseppe ho visto il Ministro provinciale dei cappuccini, ora anche presidente MoFraER, attraversare il presbiterio con la chitarra in mano per andarsi a sistemare nell’angolo del suonatore; solo al momento della comunione si è avvicinato all’altare ricevendo la comunione dal celebrante. Ho immaginato che, rinunciando a celebrare, fra Matteo avesse preferito arricchire con musica e canto l’anonima liturgia al neon di un qualunque giorno feriale.

La mente è andata ad un’altra piacevole scoperta di questi mesi quando, svegliandomi troppo presto per cominciare a muovermi per casa, preferisco andare alla messa con lodi delle 7 in San Francesco; qui il Ministro provinciale dei conventuali, quando era a Bologna (a fine febbraio è stato nominato custode del Sacro Convento di Assisi), concelebrava: mentre l’anziano celebrante dall’altare proclamava i salmi, fra Mauro Gambetti dal leggio recitava le antifone e guidava il popolo nella lettura alternata; dopo l’offertorio e la consacrazione, attraversava l’abside per andare al tabernacolo a prendere la pisside con le particole da distribuire ai fedeli, risparmiando questa doppia lunga camminata all’anziano sacerdote, completando poi il riassetto dell’altare.

Andando ancora indietro con la memoria, ho pensato all’incontro straordinario del MoFraER del 4 agosto scorso, indetto per discutere problemi importanti ed urgenti dall’allora presidente, Ministro provinciale dei minori. Dopo più di un’ora dall’inizio dell’incontro di fra Bruno non c’era segno né rispondeva al cellulare; dopo quasi due ore è arrivato, raccontandoci che un suo anziano fratello in infermeria si era sentito male e lui, dimenticandosi del cellulare, era accorso, lo aveva assistito e solo quando aveva potuto consegnarlo in mani sicure ci aveva raggiunto.

Se dovessimo dare un nome ai Ministri provinciali del Primo Ordine con il linguaggio del mondo, diremmo che sono i capi, i boss; se facessimo questo racconto ad un esperto di analisi organizzativa, ci sentiremmo dire che è un classico esempio di “piramide invertita”. Se, però, ci sforziamo di guardare con occhi francescani vedremo, semplicemente, degli esempi di minorità.

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