La rubrica “In missione” di questo mese di marzo intende celebrare la Pasqua e augurare ai lettori di avvicinarsi al mistero della Risurrezione con fede. Perché la celebrazione sia davvero speciale, abbiamo chiesto a padre Domenico Bertogli, missionario cappuccino in Turchia da una vita, di raccontare la celebrazione ecumenica della Pasqua ad Antiochia, dove cattolici e ortodossi festeggiano nello stesso giorno la Risurrezione di Cristo.

Saverio Orselli

Image 185Fratelli un po’ di più

La Pasqua ecumenica ad Antiochia in Turchia

di Domenico Bertogli
missionario cappuccino ad Antiochia

Da qui è passata la storia

Per i cristiani il nome di Antiochia di Siria (oggi semplicemente Antakya) evoca tanti eventi importanti della chiesa delle origini. Basta leggere gli Atti degli Apostoli dal versetto 19 del capitolo undicesimo fino al capitolo diciannovesimo: ci si trova di fronte a fatti che hanno incominciato a realizzare il messaggio evangelico predicato da Gesù in Palestina.

Si dice che la «Chiesa è stata concepita a Gerusalemme, ma è nata ad Antiochia…» e che qui ha messo le sue fondamenta con l’opera dello Spirito Santo per mezzo di Barnaba e Paolo. Vale la pena ricordare che è proprio ad Antiochia che siamo stati chiamati cristiani per la prima volta; che qui il messaggio evangelico si è aperto ai pagani, in quanto fino ad allora era solo una corrente dentro l’ebraismo; che qui sono iniziate le spedizioni missionarie con i tre viaggi di Paolo inviato dalla comunità di Antiochia che era la sua comunità;che qui è nata la Caritas, chiamata ad aiutare i fratelli della Palestina colpiti da una carestia.

Anche il tema del primo concilio della Chiesa - il Concilio di Gerusalemme - riguardava il problema nato ad Antiochia circa il comportamento verso i credenti che provenivano dal paganesimo: questi dovevano passare attraverso le pratiche ebraiche oppure era sufficiente la sola fede in Gesù Cristo? Per questi motivi Antiochia è stata e rimane una pietra fondamentale della Chiesa, all’avanguardia nei primi secoli, con santi e iniziative importanti, come la scuola esegetica che sorse in questa città, e… anche con qualche eresia!

Ma dopo duemila anni che cosa rimane di questo glorioso passato? Com’è vissuta oggi l’esperienza cristiana in questa città? Come si relazionano le diverse confessioni tra di loro?


Image 189Image 188Image 190Image 195Un segno di cambiamento

Nel nostro tempo, Antiochia è stata ancora una volta una “pioniera” nella dimensione dell’ecumenismo, a partire da un problema che non dovrebbe essere tale, come la celebrazione della Pasqua nella stessa data.

Attualmente i cristiani in città arrivano a circa 1000 unità su una popolazione di 200.000 abitanti. Sono quasi tutti greco-ortodossi di lingua araba, dipendenti dal patriarca greco-ortodosso di Antiochia (ve ne sono altri quattro con lo stesso titolo!) che risiede a Damasco. I cattolici sono una piccola minoranza, una settantina di persone, che convivono pacificamente con gli altri cristiani.

Come missionario, sono arrivato in questa città alla fine del 1987, dopo un’esperienza di venti anni in una parrocchia di Smirne. In un certo senso, sono stato catapultato in una nuova realtà, che chiedeva una maniera diversa di essere Chiesa. La cosa più anomala nella vita delle Chiese della città, era il disinteresse vicendevole: ognuno camminava per la sua strada con i propri ritmi e le proprie tradizioni. Alla chiesa cattolica venivano tanti giovani ortodossi e poi c’erano diversi matrimoni misti tra le due confessioni. Il vero problema nasceva con la quaresima e la celebrazione della Pasqua, avendo la chiesa ortodossa un calendario diverso dai cattolici. Questo era certamente un disagio.

È nata qui l’idea - forse la prima nella Chiesa cattolica - di avere la possibilità di celebrare la Pasqua secondo il calendario delle chiese orientali separate da Roma. Detto fatto: attraverso l’allora vicario apostolico di Istanbul, mons. Pierre Dubois, cappuccino francese, sotto la cui giurisdizione era Antiochia, è stato chiesto a Roma il permesso di fare questa esperienza di comunione. Il permesso è stato accordato ad experimentum nel marzo 1988.

 
Image 195Image 194Image 192Il nuovo cammino

Da allora ha avuto inizio questo nuovo cammino delle due chiese presenti ad Antiochia; la chiesa protestante è infatti presente solo dal 2000. Come ogni cammino, all’inizio è sempre un po’ faticoso, in particolare a causa delle critiche e delle incomprensioni delle altre chiese cattoliche della Turchia, che consideravano questa iniziativa come una “resa agli ortodossi”! Ed invece sono venticinque anni che viviamo questa bellissima esperienza ecumenica, che si è allargata ora ad altre chiese - in Grecia, Giordania, ecc. - sperando che un giorno possa arrivare a coinvolgere tutta la Chiesa universale. Il vangelo dovrebbe essere sempre la fonte, per affrontare situazioni “poco cristiane”. Gesù ha pregato per l’unità dei suoi discepoli proprio nella sua ultima cena, come si può leggere nel vangelo di Giovanni al capitolo 17,20-21, perché proprio l’unità e l’amore sono i due segni che debbono contraddistinguere i suoi seguaci.

Concretamente, ecco come viviamo questa esperienza. Evidentemente iniziamo la Quaresima alla stessa data degli ortodossi seguendo i programmi e gli orari propri di ogni chiesa, come la via crucis, le catechesi ecc., facendo attenzione a non sovrapporsi a quelli dell’altro. Nella chiesa ortodossa ci sono tre domeniche importanti, a cui partecipano tantissimi fedeli, come quella dedicata alle icone. La Settimana Santa è il centro di tutto l’itinerario quaresimale, con la Domenica delle Palme che la chiesa cattolica celebra solennemente già il sabato sera, con la processione dal giardino alla chiesa. Il giovedì sera ha luogo la messa dell’Ultima Cena, con la lavanda dei piedi e il venerdì sera si celebra il ricordo della morte di Gesù ed è a questo punto che inizia il digiuno che si conclude solo dopo la messa della risurrezione.

Un appuntamento molto importante e nuovo è la veglia pasquale, che la chiesa cattolica ha riproposto. La veglia pasquale inizia verso mezzanotte e prosegue fino al mattino per terminare con un’agape in un ristorante; subito dopo, all’aurora, si partecipa all’annunzio della risurrezione di Gesù alla chiesa ortodossa. Dopo la messa nella chiesa ortodossa viene offerta la colazione a tutti nel giardino della chiesa, con la presenza delle autorità della città e i diversi leader religiosi. Oggi ad Antiochia quello che è proprio delle chiese orientali, la veglia notturna, è praticata solo nella chiesa cattolica.

Image 198Image 199Image 200Image 204Infine, il giorno di Pasqua e i giorni seguenti sono vissuti nella completa comunione vicendevole, con le visite augurali. Per dirla in breve: tutti i cristiani fanno festa insieme, dando al mondo musulmano una testimonianza di amore e unità che prima non esisteva!

Spero di avere dato un’idea di come si vive questa esperienza ecumenica ad Antiochia, affrontata come la cosa più naturale di questo mondo. Tanti pellegrini e visitatori, anche non cristiani, dicono sovente della nostra chiesa che in questo luogo, nel cuore del vecchio quartiere ebraico dove hanno operato Paolo, Barnaba, Luca, Pietro, si respira un’atmosfera mistica molto particolare, che non può essere che quella dei primi cristiani, con l’accoglienza, il rispetto e la testimonianza!

 

L’ecumenismo, oggi quanto mai attuale, forse ad Antiochia ha preso la direzione giusta.

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