Parliamo di scienza, di tecnologia, di macchine, della loro interazione col mondo reale. Rapporto che genera ininterrottamente bisticci ed equivoci, dividendoci spesso in fautori irriducibili della razionalità contrapposti ad eterei e filosofeggianti lettori dell’esistenza. In questa, a volte appassionante, querelle si generano storie che ci aiutano ad interpretare il nostro mondo: quella raccontata da Antonio Serra e Paolo Bacilieri “Sul pianeta perduto” o da Primo Levi con “Il sistema periodico”. Ospitiamo infine il ricordo della nipote di una nonna partigiana.

Alessandro Casadio

Sul pianeta perduto

Image 214un fumetto di Antonio Serra e Paolo Bacilieri

Sergio Bonelli Editore, Milano 2012, pp. 288

 

 



Metti insieme la capacità narrativa di un creatore di mondi, Antonio Serra è da più di vent’anni uno dei più autorevoli autori di fantascienza, e il tratto raffinato e quasi naif di Paolo Bacilieri, che fa ricorso al suo immaginario fantascientifico e dà vita ad ambientazioni e razze aliene credibili e coinvolgenti, alternando scenari selvaggi ad altri altamente tecnologici, e realizzi una delle più riuscite graphic novel italiane.

La lunga avventura racconta il differente adattamento di due colonie di terrestri che, abbandonata la terra, piombano sul pianeta Yird. Le pessime abitudini dei terrestri non fanno fatica ad emergere in entrambe le società che si costituiscono: da un lato la rigida e moralistica intransigenza della comunità agricola da cui muovono i passi i due giovani protagonisti, Jim e Rose, dove si arriva a condannare a morte qualcuno solo per poter preservare le proprie abitudini, per non aprirsi allo sviluppo e al cambiamento. Dall’altra c’è l’edonismo sfrenato della Città, covo di guerrafondai insensati, politici al di là della corruzione, tanto sono disinteressati a ciò che gli sta intorno, e cittadini ormai schiavi delle tecnologie, in scenari che alludono direttamente alla nostra vacua contemporaneità. L’incontro/scontro tra le due comunità, che incarnano due modi opposti di intendere l’esistenza, è un vero e proprio percorso di formazione alla scoperta del mondo per i due protagonisti, che rischia di mettere in crisi anche il loro rapporto. Pervade l’intero racconto una sottile malinconia, costituita dalla nostalgia per la patria lontana, il pianeta Terra, che rappresenta un passato sconosciuto. Il contrasto tra una sorta di pensiero poetico e un altro razionale si snoda lungo tutto il racconto, in cui si evidenzia la differenza di approccio tra le due comunità sviluppatesi sul pianeta, attraverso i nomi assegnati alla flora e alla fauna che li circonda. La rappresentazione dei personaggi e delle società è semplice e permette di raccontare il percorso di crescita di Jim e Rose in maniera lieve e allo stesso tempo profondo, in un’ottima sinergia creativa di mondi inesplorati, con risultati entusiasmanti in alcune parti della storia. La costruzione della tavola, sempre così peculiare nel tratto di Bacilieri, gli consente di accompagnare la narrazione in maniera ineccepibile, con l’alternanza di spettacolari tavole intere, estremamente dinamiche, ad altre in cui numerose vignette accompagnano dialoghi mai banali. Un ottimo racconto a fumetti, che approfondisce il rapporto tra l’essere umano e la tecnologia, alla scoperta di un possibile, lontano, futuro. (AC)