Image 009Un’unica variegata famiglia

di Dino Dozzi

Direttore di MC

Dal 19 agosto al 22 settembre i frati cappuccini hanno celebrato a Roma il loro 84° Capitolo generale. La cosa avviene ogni sei anni. Avendovi partecipato come delegato dell’Emilia-Romagna, riassumerò qualcosa per i nostri lettori. I frati capitolari - 170 in rappresentanza degli oltre 10.000 professi sparsi in 106 nazioni, e assistiti da altri 60 frati tra interpreti, traduttori, tecnici, esperti, addetti alla segreteria, alla liturgia e ai vari servizi - hanno verificato lo stato di salute di questa grande famiglia, hanno eletto i nuovi superiori per i prossimi sei anni, hanno trattato due argomenti emergenti e hanno aggiornato le loro Costituzioni.

Ministro generale è stato confermato Mauro Jöhri, svizzero; il vicario generale è Stefan Kozuh, sloveno; i Consiglieri sono: Raffaele Della Torre, italiano; Pio Murat, francese; Sergio Dal Moro, brasiliano; Mark Schenk, statunitense; Cesar Acuin, filippino; Hugo Mejìa Morales, peruviano; Michael Fernandes, indiano; Jean Bertin Nadonye, congolese.

La relazione del Ministro generale è partita dall’analisi della presenza cappuccina nel mondo: negli ultimi sei anni siamo diminuiti di 429 unità e la cosa interessa soprattutto l’Europa occidentale, dove il 58% dei frati ha più di 65 anni (in Italia i frati sono diminuiti di 283 unità e il 50% dei religiosi ha più di 65 anni), L’Ordine cresce in India, in Africa e nell’America Centrale, dove molto bassa è anche l’età media. Nella vecchia Europa si è proceduto ad alcune unificazioni (in Spagna, Germania, Francia, Austria) e altre stanno per avvenire (Torino e Alessandria, Veneto e Trentino). Ovunque si attivano collaborazioni soprattutto in campo formativo.

Quello cappuccino - continua la relazione del Ministro generale - è un carisma da ravvivare come una fiamma: i venti del relativismo e della secolarizzazione costituiscono una minaccia anche per la nostra vita religiosa e insieme una sfida per trovare forme nuove di testimonianza e di evangelizzazione. Occorre rinforzare l’impegno missionario, che non riguarda più un territorio affidato a noi, ma il servizio alla Chiesa locale. Comunque, il confine tra pastorale ordinaria per chi frequenta, la nuova evangelizzazione rivolta a chi non frequenta più soprattutto nei Paesi di antica tradizione cristiana e la “missio ad gentes” rivolta a chi non è stato ancora raggiunto dal vangelo sta diventando sempre più aleatorio. Da studiare attentamente e da ravvivare creativamente è l’evangelizzazione in questi tre diversi ambiti, tutti, ma soprattutto i secondi due, caratterizzanti la nostra presenza cappuccina nel passato e nel presente.

Dopo approfondita discussione della relazione del Ministro generale, si è passati a trattare i due argomenti emergenti, conclusi con due documenti: il primo è un invito del Capitolo al Ministro generale e al suo Consiglio perché sensibilizzi tutti sulla gravità della violenza a minori e ad adulti vulnerabili, perché garantisca la piena collaborazione con le autorità civili e religiose in casi sospetti ed intensifichi l’azione formativa e preventiva per garantire la piena sicurezza dei minori nei luoghi dove i frati operano o che dipendono da essi.

Il secondo documento discusso e approvato riguarda una serie di orientamenti per la collaborazione fraterna fra circoscrizioni. Non si tratta della solidarietà economica o delle missioni “ad gentes”, ma dei frati che, dalla loro circoscrizione, vanno in aiuto di un’altra, naturalmente dietro richiesta, per dei progetti concordati e a partire dalla coscienza che tutto l’Ordine è un’unica famiglia. Questa collaborazione esige patti chiari, tanta flessibilità, tanta pazienza, tanta disponibilità al dialogo, tanto spirito di adattamento sia da parte di chi arriva sia da parte di chi accoglie. Ma quando questo avviene – e sta avvenendo sempre di più – è una bella testimonianza quella offerta da fraternità internazionali e pluriculturali. La diversità, da ostacolo, diventa ricchezza e il solo vivere insieme da fratelli diventa testimonianza evangelizzatrice.

Ma il lavoro più impegnativo è stato quello di aggiornare le Costituzioni, distinguendo anche quello che resta nella legislazione fondamentale (che dovrà essere approvato dalla Sede Apostolica) e quello che passa nelle Ordinazioni (che potrà essere cambiato ad ogni Capitolo generale). La Regola resta invariata (è quella di san Francesco, in comune per tutti i francescani), ma le Costituzioni sono diverse per i frati conventuali, i frati minori, i frati cappuccini e i frati del Terz’Ordine Regolare. È giunto così a conclusione un faticoso lavoro di preparazione di ben dodici anni. Il criterio che il Capitolo ha fatto proprio è quello di “non cambiare troppo” rispetto al testo precedente. Qualcosa dei documenti della Chiesa e dell’Ordine degli ultimi trent’anni è entrato nella nuova legislazione, ma complessivamente ha prevalso il rispetto per una tradizione che ha prodotto tanti frutti di santità cappuccina.

Sono state cinque settimane molto intense e faticose, ma anche ricche di confronto, di dialogo, di ricerca comune, di preghiera ben curata, di accoglienza vicendevole. Un’esperienza preziosa da riportare ora nelle nostre fraternità sparse nel mondo.