Ha fatto nuove tutte le cose

L’accompagnamento creativo di Dio cerca l’uomo dentro al fango

di Giuseppe De Carlo
della Redazione di MC

Image 028Creazione in progress

Nel Salmo 51, che tradizionalmente viene chiamato “Miserere” dalla prima parola latina della Volgata di san Girolamo, il v. 12 recita: «Crea in me, o Dio, un cuore puro». Nell’originale ebraico l’imperativo “crea” è espresso con il verbo bara’, lo stesso verbo che apre tutta la Bibbia, nel racconto della creazione: «In principio Dio creò [bara’] il cielo e la terra». La creazione infatti non è avvenuta una volta per tutte perché Dio opera sempre. Lo dice Gesù in Gv 5,17: «Il Padre mio opera sempre» (versione CEI 1974), «Il Padre mio agisce anche ora» (versione CEI 2008). Secondo i testi biblici, poi, l’azione di Dio si esplica sia nella creazione sia nella storia.

Quanto alla creazione ad esempio il profeta Amos scrive: «Ecco colui che forma i monti e crea i venti [ancora il verbo bara’] … che muta l’aurora in tenebre … che cambia il buio in chiarore del mattino e il giorno nell’oscurità della notte» (4,13 e 5,8). Ma Dio è sempre di nuovo creatore e ri-creatore anche nella storia degli uomini nei quali continuamente crea «un cuore nuovo».

Fu così fin dal principio, fin dalla disobbedienza dei progenitori, la quale avrebbe dovuto chiudersi con l’esito finale della morte, dal momento che Dio aveva detto: «Nel giorno in cui mangerete il frutto dell’albero, certamente morirete» (Gen 2,17). Ma poi, in modo inaspettato e gratuito, Dio crea le condizioni per la ripresa della vita, perché di nuovo si prende cura dell’umanità: «fece all’uomo e a sua moglie tuniche di pelli e li vestì» (Gen 3,21). La cura di Dio protegge anche Caino, il fratricida, mettendo sulla sua fronte un segno di protezione. Allo stesso modo, dopo il degrado della convivenza tra i popoli, rappresentato dalla torre di Babele e dal suo insolente imperialismo, Dio riprende e ridefinisce il suo piano ricominciando con Abramo quale padre di Israele.

Rincorrendo l’uomo

La fedeltà di Dio al proprio progetto, dunque, fa sì che la storia continui, anzi che ricominci. E bisogna aggiungere che la fedeltà di Dio lo costringe al perdono. Sempre di nuovo l’uomo si rimette in schiavitù perché si sottrae o si ribella al piano divino, e sempre di nuovo Dio ri-crea l’uomo portandolo fuori dalla sua ribellione che è schiavitù. A questo proposito è interessante la didascalia che nel testo biblico è premessa al Miserere, perché lo collega al peccato di adulterio e di omicidio commesso da Davide nell’affaire di Betsabea: «[Il salmo fu composto] quando il profeta Natan andò da lui che era andato con Betsabea» (Sal 51,1). In questa didascalia c’è un interessante ripetersi dell’“andare”, perché, per l’interposta persona del suo profeta Natan, Dio rincorre Davide andando da lui che a sua volta era andato a una duplice e gravissima trasgressione.

Sempre secondo la visione dei profeti e degli scrittori di Israele, una catena infinita di infedeltà da parte dei re d’Israele e del popolo che preferivano gli idoli dei Cananei e dei dominatori di turno al loro Dio, aveva condotto alla tragedia nazionale: alla conquista di Gerusalemme da parte degli eserciti di Nabucodonosor, alla deportazione e all’esilio in terra di Babilonia del fior fiore degli Israeliti e dei gerosolimitani, per un totale di più di 10.000 persone, e, infine, alla distruzione della città e all’incendio del suo tempio, da secoli centro e orgoglio della nazione. Di fronte al peccato non di un singolo ma di tutto un popolo, ancora Dio rincorre la nazione peccatrice nel luogo del suo esilio: il carro della sua gloria in modo inaudito infatti va a manifestarsi in terra di Babilonia, in regione impura e idolatrica, per chiamare il giovane Ezechiele al compito di profeta esilico. In terra d’esilio egli dovrà aiutare gli esuli a una trasformazione interiore che può essere avvicinata a quella di Davide perché anche Ezechiele parla di «cuore nuovo», aggiungendo la promessa anche di «uno spirito nuovo» (cfr. Ez 36,26).

 Image 032Riscrivere nel cuore

Anzitutto Dio agirà per fedeltà a se stesso: «Io agisco non per riguardo a voi, casa d’Israele, ma per amore del mio nome santo che voi avete profanato» (v. 22). Lo farà, anche qui, andando dove il peccato ha condotto la nazione infedele. Andrà nella tana del leone babilonico, e si riprenderà i suoi figli per ricondurli nella loro terra: «Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi ricondurrò sul vostro suolo» (v. 24). Un ritorno puro e semplice, locale e geografico, non basterà, e Dio allora opererà un rinnovamento nel profondo: «Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati… Vi darò un cuore nuovo. Metterò dentro di voi uno spirito nuovo. Toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne» (vv. 25-26).

Al cap. 37 il profeta Ezechiele modula lo stesso tema con la visione delle ossa aride nella valle della morte esilica. Dio gli comanda di profetizzare e le ossa spolpate e secche di tutto un popolo saranno rivestite di carne, e a un altro comando profetico «lo spirito entrò nei morti che ritornarono in vita e si alzarono in piedi: un esercito grande, sterminato!» (v. 10).

Il profeta Geremia parlerà invece di una riconciliazione e di una fedeltà perpetue che accompagneranno una nuova alleanza, scritta nei cuori. Anche qui tutto viene dalla fedeltà di Dio: «Ti ho amato di amore eterno. Per questo continuo a esserti fedele» (Ger 31,3). E anche qui Dio opererà una nuova creazione: «Ti edificherò di nuovo … Di nuovo prenderai i tuoi tamburelli e avanzerai danzando tra gente in festa. Di nuovo pianterai vigne sulle colline di Samaria; dopo avere piantato, i piantatori raccoglieranno» (vv. 4-5). Dopo il gratuito e preveniente perdono di Dio e non prima di esso, verrà il pentimento di chi gli dirà: «Dopo il mio smarrimento, mi sono pentito; quando me lo hai fatto capire, mi sono battuto il petto, mi sono vergognato e ne provo confusione» (v. 19). È così che diventa possibile l’alleanza fedele anche da parte della sposa fino ad allora adultera: «Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore -, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova … porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo … poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato» (Ger 31,31-34).

Il Dio, che nel primo principio è creatore dal caos (noi diremmo «dal nulla»), nei molti nuovi inizi della storia umana è creatore dal fango, dal peccato. Ma quello che fa è sempre «una cosa nuova» (Is 43,19). Anzi egli può dire: «Ecco io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,5).