Nascita di una famiglia

Il MoFra muove i primi passi anche in Emilia-Romagna

di Elisabetta Fréjaville
segretaria MoFraER

Image 219Reperto n. 1

Anni fa trovai un libriccino del 2008 “Movimento Francescano, fraternità e collaborazione”: era il concentrato di 40 anni di storia del progressivo realizzarsi del sogno di padre Ernesto Caroli, di favorire il consolidarsi della gioiosa collaborazione tra i tre Ordini Francescani, le loro diverse Famiglie e tutto ciò che, laico o religioso, riconosce la sua identità originaria nel carisma francescano. Imparai così che il MoFra (questo l’acronimo già dal 1972) iniziò dapprima come innovativo incontro e confronto fra i Ministri Provinciali del Primo Ordine, nei sei mesi successivi continuò a fermentare negli “Incontri di vita e fraternità” fra oltre duemila frati. Nell’ottobre 1974 nacque il Movimento Religiose Francescane (MoReFra), costituito dalle Congregazioni francescane femminili. Le sorelle Clarisse, costantemente informate, sono sempre state presenza silenziosa ed orante, forza misteriosa ed indispensabile. Rappresentanze del Terz’Ordine Francescano partecipavano attivamente a questo fervente impegno di fraternizzazione.

Fra alti e bassi il MoFra ha continuato a seminare e diffondere questo desiderio di fraterna partecipazione ed appartenenza fra coloro che - pur con diverse identità, storie, origini, composizioni - fanno riferimento alla spiritualità ed al pensiero di san Francesco. Dobbiamo anche al MoFra se, dopo secoli in cui gli scritti “di e su Francesco” erano andati dispersi in mille rivoli, dal 1976 sono invece raccolti, tradotti, organizzati nelle Fonti Francescane (e tanti altri testi che a queste sono seguiti) che ci permettono di entrare in presa diretta con la storia, il pensiero, la spiritualità del francescanesimo.

Nel 2004 è stato approvato il primo statuto del Movimento Francescano nazionale, aggiornato nel 2010, con la raccomandazione di suscitare anche nelle regioni questa reciproca conoscenza e collaborazione; nel 2007 il MoFra del Nord Est ha approvato un proprio statuto, seguito nel 2011 dal Lazio.

LImage 223’occasione festival

In Emilia-Romagna il MoFra muove i primi passi nel 2009 quando, in occasione dell’ottavo centenario dell’approvazione della Regola di san Francesco, i tre Ministri provinciali del Primo Ordine si ritrovano per organizzare una giornata di conferenze e preghiera a Bologna, a cui sono invitati l’Ordine francescano secolare e le Religiose francescane. L’anno successivo organizzano una conferenza sul tema San Francesco e i sacerdoti. L’impulso operativo ed unitivo reale è, però, il Festival Francescano che, pensato nel 2009 ed organizzato inizialmente dai cappuccini e dall’Ofs, si presenta immediatamente come una occasione di evangelizzazione e di cooperazione ottima per avviare una più stretta collaborazione fra tutte le realtà, religiose e laiche, di ispirazione francescana. Nel 2010 il MoFra regionale ne assume la completa paternità, garantendo anche un apporto economico congiunto; lo spirito di reale fraternità fra tutte le componenti, laica e religiosa, maschile e femminile, di base e gerarchica, vissuto fin dalla prima edizione a Reggio Emilia si rivela un collante ancor più efficace di qualunque documento o iniziativa congressuale.

Il MoFra si apre finalmente alla partecipazione sia degli Istituti e Congregazioni femminili sia dell’Ordine francescano secolare: periodicamente i tre Ministri provinciali del Primo Ordine si incontrano con le madri superiori e generali delle strutture di Religiose francescane esistenti in Emilia-Romagna (benché non tutte ancora rispondano a questo invito) e con l’Ofs (nella persona del ministro della fraternità regionale). La comune riflessione porta ad immaginare che il MoFra in Emilia-Romagna possa favorire profeticamente la messa in rete di tutte le risorse - umane, spirituali, strutturali, etc. - che il carisma francescano ha nel territorio regionale. Per questo nel 2012 viene condotta una ricerca e mappatura che ci porta ad individuare trentuno realtà francescane (ordini, congregazioni, istituti secolari) di ispirazione francescana, presenti nella nostra regione con 186 strutture. Quindici realtà (equivalenti a 150 strutture) rispondono positivamente alla lettera del presidente, fra Bruno Bartolini, che invita ad aderire al MoFra dell’Emilia-Romagna (MoFraER); quante decidono di non aderire per vari motivi (anagrafici, geografici, logistici) chiedono di essere informate su tutto quanto riguarderà la vita del Movimento. Le sorelle Clarisse assicurano la loro fraterna partecipazione dalla clausura nei diciotto monasteri.

Viene stilato uno statuto che prevede una semplice Assemblea dei superiori aderenti. Queste le finalità: testimoniare il Signore attraverso una vitale presenza unitaria del carisma francescano; favorire la mutua conoscenza, la comunione fraterna e la concreta collaborazione fra tutti i suoi componenti; promuovere nella Chiesa e nella società la diffusione del vangelo e del messaggio francescano attraverso eventi e mezzi della comunicazione sociale (es. festival, stampa, strumenti multimediali). Il presidente ed il segretario eletti attueranno quanto deciso dall’Assemblea.

Image 229La pace di lavorare insieme

In questo ultimo anno ho avuto l’opportunità di servire il MoFraER come segretaria: mi ha dato intima gioia e pace all’anima osservare il modo in cui lavoravano i nostri superiori, la letizia piena con cui si sono confrontati, hanno preso decisioni, hanno mostrato il loro amore per questo Movimento che ancor più ci fa sentire figli e figlie di Gesù in Francesco, fratelli e sorelle nell’unico ideale carisma. Questa letizia si è anche percepita il 15 settembre 2012 all’Antoniano di Bologna, dove eravamo in tanti a celebrare la nascita del Movimento Francescano dell’Emilia-Romagna: frati, suore, laici tutti riuniti per ricevere il saluto del segretario del MoFra nazionale, fra Prospero Rivi, ascoltare una riflessione di suor Maria Gabriella Bortot sulla poliedrica figura femminile di santa Chiara, assistere alla formale sottoscrizione dello statuto, partecipare alla santa messa concelebrata nella basilica di Sant’Antonio. Ogni superiore, prima della firma, ci ha raccontato in poche battute la storia passata ed attuale della realtà rappresentata, trasmettendoci la gioia di appartenere ad una così variegata famiglia spirituale ben ancorata nella realtà italiana e in tante parti del mondo, con il riferimento costante a san Francesco che con santa Chiara e sant’Elisabetta continua a guidarci e a vegliare su tutti noi. Forse non è stato casuale che la mattinata si sia conclusa con un buffet offerto negli ambienti della mensa del povero, oggi intitolata al suo vulcanico fondatore, padre Ernesto Caroli.