Ricordando fra Carlo Folloni
Ha annunciato il vangelo in convento e fuori, in Emilia e in Turchia, in parrocchia e negli ospedali
Pratissolo di Scandiano, 8 ottobre 1944
† Reggio Emilia, 6 luglio 2025
Ci mancheranno le sue battute e le sue risate, il suo entusiasmo e la sua creatività.
Dopo cinque anni di permanenza nella nostra infermeria provinciale di Reggio Emilia, ci ha lasciati fra Carlo Folloni, religioso e sacerdote che ha generosamente speso la sua vita in tante diverse forme di testimonianza e di apostolato.
Carlo Folloni nasce a Pratissolo di Scandiano l’8 ottobre 1944. Il padre è impiegato in banca, la mamma casalinga. A undici anni, nel 1955, entra nel vicino Seminario serafico di Scandiano. Terminato l’anno di noviziato a Fidenza, si trasferisce a Lugo di Romagna dove compie gli studi di filosofia e poi a Bologna per la teologia. Sono gli anni della collaborazione tra le due Province religiose di Parma e di Bologna, collaborazione che porterà poi alla loro unificazione nel 2005. L’annata di fra Carlo (allora si chiamava Giampaolo) era particolarmente numerosa: sei frati di Parma e uno di Bologna; trascorreranno insieme ben otto anni.
Ora sono rimasti solo in tre (Francesco Bocchi, Franco Cavaciuti e Dino Dozzi), che ricordano con nostalgia quegli anni giovanili. Come dimenticare, ad esempio, il complessino delle sette ocarine acquistate a Budrio o le esibizioni musicali e canore di quel “settebello cappuccino”? Niente di professionalmente apprezzabile, ma tanto gioioso entusiasmo e fraterna amicizia. Il chitarrista fra Carlo era il “capobanda”: con la sua pazienza e le sue risate riusciva ad addomesticare e armonizzare persino le “pazzie” di Leandro, le “trovate” di Gian Carlo e il vocione nonché la batteria di Franco. La stessa capacità organizzativa e lo stesso entusiasmo fra Carlo li porterà poi ovunque nel suo apostolato nei più diversi ambiti.
Il 2 agosto 1961 emette la professione temporanea, il 28 agosto 1965 si consacra definitivamente al Signore con la professione perpetua e il 2 agosto 1969 viene ordinato sacerdote.
Dal 1969 al 1976 è a Sassuolo, nella parrocchia di Madonna di Sotto come viceparroco e nel secondo triennio anche come superiore. Viene incaricato dapprima del catechismo dei bambini, in particolare la preparazione ai sacramenti, comunione e cresima. Si occupa poi degli adolescenti e della formazione dei catechisti. L’impatto che ha su questi ragazzi è straordinario: la sua capacità di creare empatia, la giovialità e il carisma fanno breccia e creano relazioni che resteranno per i futuri decenni. Al suo funerale uno di quei ragazzi, oggi sessantacinquenne, diceva: «È riuscito davvero a trasmetterci la fede».
In quegli anni crea un gruppo di giovani che lo aiutano ad allestire il presepe, di cui fra Carlo era un realizzatore competente ed appassionato. Tale gruppo nel tempo si rafforzerà, ne entreranno a far parte anche tecnici e artisti, come la scultrice Nella Pini. Anche questa iniziativa durerà nel tempo: ogni anno, in qualunque convento fra Carlo si trovasse, quel gruppo realizzava con lui il presepe, sino allo scorso Natale nella chiesa del convento di Reggio Emilia. Tutto questo dimostra come fra Carlo fosse capace di creare con le persone relazioni durature, basate su rapporti profondi di amicizia e le sapeva coltivare e mantenere nel tempo.
Negli anni Ottanta (1982-1990) fra Carlo è a Scandiano dapprima come animatore vocazionale ma poi, soprattutto, come responsabile della predicazione. È il periodo d’oro delle missioni popolari. I frati vengono chiamati dai parroci nelle parrocchie e per due settimane portano avanti una intensa attività pastorale. Nelle chiese si svolgono liturgie penitenziali, adorazioni eucaristiche, varie celebrazioni liturgiche. Ma soprattutto vengono incontrate tantissime persone, sia nelle scuole che nelle fabbriche e la sera nei centri di ascolto presso le famiglie. Fra Carlo - insieme a fra Silvio Venturelli e a fra Guglielmo Sghedoni - è il promotore e l’organizzatore di tali eventi. L’impegno profondo da lui profuso viene ricompensato dal notevole successo di tali iniziative.
Nel capitolo provinciale del 1990 viene eletto consigliere, poi nominato guardiano a Scandiano, ma tale esperienza dura poco perché nel dicembre dello stesso anno viene eletto Superiore regolare della Custodia di Turchia. In Turchia fra Carlo trascorrerà il futuro decennio, sino al 2001, quando rientra definitivamente in Italia. L’esperienza in Turchia non è stata facile, ha dovuto affrontare diversi problemi burocratici e curare le difficili relazioni con le istituzioni. Dopo un periodo ad Iskenderun, nel sud del paese, trascorre gli ultimi anni a Meryem Ana, la casa della Madonna ad Efeso, accogliendo i tanti pellegrini.
Negli anni successivi fra Carlo è a Vignola, e qui si apre un nuovo capitolo della sua attività pastorale: viene nominato assistente regionale OFS, e a tale servizio si dedicherà con impegno, come era sua consuetudine, per i futuri sei anni.
Nel 2008 viene trasferito a Puianello e gli viene affidato l’incarico di vicepostulatore per la causa di beatificazione di fra Raffaele Spallanzani da Mestre, che lui aveva personalmente conosciuto e che tanta influenza aveva avuto nella sua crescita spirituale. Questo impegno caratterizzerà i futuri dieci anni della sua vita. Con meticolosità raccoglie testimonianze, incontra persone che lo hanno conosciuto e mette insieme una quantità enorme di materiale. Non riesce a concludere il percorso perché nel 2020 si ammala.
Non va dimenticato il servizio di cappellano ospedaliero, che fra Carlo ha svolto presso l’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia dal 1976 al 1979 e presso l’Ospedale Maggiore di Parma dal 2017 al 2020. Accompagnare gli ammalati nei momenti difficili lo coinvolgeva molto: lui stesso diceva che a volte si caricava troppo delle sofferenze dei malati e dei loro famigliari.
Gli ultimi cinque anni della sua vita fra Carlo li ha trascorsi presso la nostra Infermeria di Reggio Emilia, dovendo sottoporsi ad un percorso di cura sistematico per tenere sotto controllo un tumore. Ha vissuto questi anni molto serenamente, affidandosi totalmente al Signore e senza perdere mai il suo sorriso, le sue batture e la sua giovialità. Diceva sempre di sentirsi protetto. Tante persone lo venivano a trovare, e a Natale celebrava una messa per i suoi “giovani” di Sassuolo, che sempre lo hanno seguito e tanto gli sono stati vicini.
La situazione si è improvvisamente aggravata dalla metà di maggio. Ricoverato in ospedale, fra Carlo è deceduto presso l’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia il 6 luglio 2025.
Lo ricordiamo come un fratello generoso e disponibile ad impegnarsi con forza ed entusiasmo nei tanti campi di apostolato che l’obbedienza gli ha proposto: la predicazione, la parrocchia, l’assistenza ospedaliera, l’animazione vocazionale, la missione, la cura dei francescani secolari.
fra Giacomo Franchini
Il rito esequiale è stato officiato il 9 luglio nella nostra chiesa di Reggio Emilia, presieduto da fra Matteo Ghisini alla presenza di molti confratelli e di numerosi fedeli. La vita di fra Carlo è stata tratteggiata dal Ministro provinciale fra Giacomo Franchini. Le ceneri di fra Carlo sono ora conservate nel cimitero di Rubiera (RE), insieme con i suoi genitori e una sorella.