Uno dei dodici

Rosmini e la sua presenza nella Biblioteca Teologica Città di Reggio

 di Giulia Iotti
direttrice della Biblioteca Teologica Città di Reggio

 Alcune notizie sulla Biblioteca Teologica Città di Reggio

La Biblioteca Teologica Città di Reggio è stata costituita nel 2020 attraverso la costituzione della Fondazione di culto “Biblioteca Teologica Città di Reggio.

Fondo Diocesano e dei Frati Minori Cappuccini”, ente ecclesiastico con personalità giuridica. I soci fondatori sono la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e la Provincia di Bologna dei Frati Minori Cappuccini, che hanno deciso di fare confluire nella Biblioteca Teologica i patrimoni librari prevalentemente moderni delle rispettive biblioteche. In particolare ci soffermiamo sui volumi provenienti dalla Biblioteca dei Cappuccini, perché il Fondo Rosmini proviene da qui.
La Biblioteca dei Cappuccini di Reggio Emilia nasce dall’insieme di vari fondi che nel corso della sua storia ne accrescono il patrimonio librario. Il primo nucleo della biblioteca è costituito con il fondo del convento di Reggio Emilia, si tratta di libri che riguardano il XVI – XVIII secolo. Ma è solo dalla fine della prima guerra mondiale che la biblioteca si sviluppa, con l’acquisto di opere e l’arrivo di importanti fondi donati. Si ha così nella metà degli anni ‘30 una biblioteca che pone i Cappuccini al centro del movimento culturale cittadino. La biblioteca viene colpita duramente dai bombardamenti l’8 gennaio 1944, che rendono necessaria una ricatalogazione di tutto il materiale, cominciata un decennio più tardi dal direttore padre Michelangelo Bazzali e dal vice direttore padre Osvaldo Ferretti. Nel frattempo vi era giunta, nell’estate del 1952, l’intera raccolta libraria di padre Placido Piombini da Pavullo, ben ventimila volumi. Successivamente, nella biblioteca provinciale di Reggio Emilia confluiscono i patrimoni di diversi conventi, come quello di Parma, di Modena, Piacenza, Bologna, Imola, Pavullo.

 Il fondo Antonio Rosmini

Uno dei principali fondi della biblioteca è il fondo dedicato ad Antonio Rosmini, che ha una consistenza di circa 800 volumi, editi dal 1821 fino ad oggi. Il fondo è infatti tutt’oggi costantemente incrementato con acquisti di opere di recente pubblicazione, in particolare le edizioni rosminiane, le edizioni Mimesis e l’Edizione Nazionale Opere edite ed inedite di Antonio Rosmini. Molti volumi del fondo hanno una nota di possesso di padre Placido da Pavullo, una figura importante per la storia di questa biblioteca. Si tratta di timbri e note manoscritte che permettono di ripercorrere la storia di questa figura di studioso e della sua biblioteca rosminiana.

 Padre Placido Piombini da Pavullo

Paolo Piombini nasce a Monzone di Pavullo il 26 settembre 1891, ed entra nell’ordine dei Cappuccini a 13 anni, con il nome di Placido. Ordinato sacerdote nel 1915, partecipa alla prima guerra mondiale. Quindi prende il baccellierato e la licenza nel Pontificio Istituto Orientale a Roma. Ha molto successo come conferenziere e si dedica soprattutto a una vasta attività pubblicistica (è corrispondente del Resto del Carlino, del Solco fascista). È rettore del centro studi francescani di Modena, socio corrispondente delle deputazioni di storia patria di Parma e di Modena… Insegna varie materie nelle scuole dell’ordine: letteratura, storia, arte, teologia, liturgia, storia del francescanesimo. Ha interessi di storia, ma è attratto soprattutto da quell’incontro di fede e ragione, di spiritualità e cultura che, a suo avviso, si realizza nel rosminianesimo.
Dal 1923 e per quindici anni dirige il periodico Frate Francesco, fonda il Bollettino storico Bibliografico Francescano e la rassegna di scienze morali Segni dei tempi. Nel 1934 collabora con la società filosofica italiana per l’edizione delle opere di Antonio Rosmini e sostiene la Rivista rosminiana. Sono ancora anni in cui i superiori degli ordini religiosi, per non avere problemi con le gerarchie ecclesiastiche, scoraggiano un’aperta confessione di affinità col pensiero rosminiano. Ma padre Placido non si ferma. Così negli anni 1929-1930, sul periodico Frate Francesco pubblica a puntate le rosminiane Massime di perfezione cristiana, senza rivelarne l’autore. Lui stesso in calce si firma “uno qualunque”, e nei brevi commenti chiama l’autore “pio sacerdote”, il quale usa «parole forti che fanno tremare le vene», «ci espone il vangelo». Insomma, per padre Placido quando si legge Rosmini si è di fronte ad «un’opera sublime».
Data l’avversione dell’epoca verso il pensiero rosminiano, nei suoi scritti padre Placido utilizza diversi pseudonimi: Giuseppe Baraldi, Luca Sanvitale, Bonifacio Forti, Giuseppe Colombo, Frate Tempesta, Pio M. Bini, Nullo Pavesi. Un segno evidente dell’alta considerazione che padre Placido ha per Rosmini, da lui considerato come colonna classica della verità cristiana, lo abbiamo nel seguente episodio. Fra gli anni 1941-42 fa dipingere dal pittore parmense Latino Barilli una tela (4x2 metri) che viene posta nei locali del Collegio dei Missionari Cappuccini di Reggio Emilia. Il dipinto, in analogia con l’ultima cena di Leonardo da Vinci, raffigura le anime privilegiate chiamate da Gesù lungo i secoli a coltivare e testimoniare la verità che era Lui stesso. Queste anime sono, come i discepoli di Gesù, dodici: alla destra Giovanni evangelista, Agostino, Francesco d’Assisi, Dante, Valeriano Magni (cappuccino del ‘600), e infine un “prete” con tanti libri in mano; alla sinistra san Paolo, un benedettino, sant’Anselmo d’Aosta, san Bonaventura, Galileo Galilei, Manzoni. Che il “prete” della parte destra sia Rosmini, Placido lo fa capire dal fatto che Manzoni lo indica come “il filosofo del suo cuore”.
Dopo la seconda guerra mondiale, padre Placido è vicino alle “avanguardie cattoliche”: ai dossettiani e a personalità come Primo Mazzolari. La sua rivista Azione francescana attraversa difficoltà e subisce interventi censori. Nel 1948, la trasforma in Azione Francescana Sociale (alla quale collaborano anche Dossetti, Fanfani e Mazzolari). Rimangono nel pensiero di padre Placido l’inclinazione rosminiana e i rapporti con gli ambienti del rosminianesimo filosofico. Nel 1949, è uno dei co-fondatori di Adesso, organo del pensiero di don Primo Mazzolari. Molte accademie nazionali e internazionali gli propongono di divenire loro socio, e gli vengono conferiti diversi diplomi honoris causa.
Nella sua vita, ha saputo guadagnarsi l‘amicizia dei più importanti esponenti del mondo culturale dell’Italia di quei tempi, che contribuirono ad aumentare la raccolta “placidiana” di libri con l’omaggio dei loro scritti. Sono persone come Carlo Castiglioni, Giovanni Ansaldo, Primo Mazzolari, Luigi Einaudi e, infine, Giovanni Papini al quale era legato da profonda amicizia. Fu in questo modo, grazie alla sua vulcanica attività e alle numerose amicizie letterarie, che la sua biblioteca si andava accrescendo notevolmente.
Sotto questo vulcano di attività spicca quindi un profondo amore per la figura di Rosmini pensatore e testimone di santità, maestro di perfezione. Padre Placido collabora volentieri coi rosminiani del tempo: Bozzetti, Pusineri (Charitas), Dante Morando, Carlo Caviglione (Rivista Rosminiana). È questo amore che lo spinge a creare una ricchissima Biblioteca Rosminiana, che raccoglie e conserva oltre 1300 volumi, più un migliaio di riviste e fascicoli. In pratica, la biblioteca rosminiana più ricca, dopo quella del Centro di Stresa.
Nel 1946 il nucleo librario che padre Placido aveva messo insieme prima nel convento di Parma, poi in quello di Reggio Emilia, viene trasferito a Modena dove il padre è stato chiamato come presidente del Collegio Scrittori Cappuccini “Bartolomeo Barbieri”. Nel 1951 il Centro cessa la sua attività e padre Placido si sposta in diversi conventi fino ad arrivare al suo ricovero nella infermeria provinciale a Reggio Emilia dove muore nel 1958, dopo due anni di grave malattia. I suoi libri, da lui raccolti con tanto amore, vengono trasferiti nella biblioteca conventuale di Reggio Emilia già dal 1952, anno in cui la biblioteca viene dichiarata “Provinciale”.

 

PER INFO:

Biblioteca Teologica Città di Reggio
Piazza A. Vallisneri 1
42121 Reggio Emilia RE
0522 453733
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www.bibliotecateologica.it

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