«Tieni sempre davanti agli occhi il punto di partenza. I risultati raggiunti, conservali; ciò che fai, fallo bene; non arrestarti; ma anzi, con corso veloce e passo leggero, con piede sicuro, che neppure alla polvere permetta di ritardarne l’andare, cautamente avanza confidente, lieta e sollecita nella via della beatitudine» (II Lettera di Chiara ad Agnese di Praga: FF 2875): parole che parlano ancora all’esperienza di questa ragazza, Monica Cardarelli.

Chiara Gatti

Correrò, senza stancarmi mai

Da un incontro imprevisto a una vita in compagnia di Chiara d’Assisi

di Monica Cardarelli
della Redazione del quotidiano on line “La Perfetta Letizia


Se è vero che la vita è determinata dagli incontri, è altrettanto vero che anche la volontà di Dio si manifesta nel quotidiano attraverso le persone che vuole mettere sul nostro cammino che conduce a Lui.

Image 241Percorso di avvicinamento

Qualche anno fa non avrei pensato che la mia vita potesse cambiare così e soprattutto non avrei mai scommesso sull’inaspettato. Ho sempre avuto una vita relativamente tranquilla; provengo da una famiglia cattolica, sin da ragazza ho percorso un cammino di fede in parrocchia e in movimenti ecclesiali, insomma niente di sconvolgente e tutto “normale”.

Sono sempre stata però molto curiosa e attenta a percepire la volontà di Dio nella mia vita, con un’attenzione particolare alle persone che ogni giorno mi mette accanto, permettendomi di percorrere con loro una parte del mio cammino.

Questa curiosità, unita al desiderio di mettere a frutto i talenti ricevuti, mi hanno avvicinato alla figura di santa Chiara, fino ad allora per me sconosciuta, e all’ombra di san Francesco.

A testimoniare l’immensa fantasia di Dio, mi avvicinai a lei solo perché volevo scrivere un testo teatrale sulla sua vita, non spinta da un particolare interesse spirituale. Per fare ciò, mi sono documentata, ho letto testi di storici medievisti e, per pura curiosità, lessi anche i suoi scritti.

Solo allora, dalle sue parole, scorsi una donna con una personalità molto forte e determinata, innamorata di Dio e obbediente alla Madre Chiesa. Fu per me un’enorme sorpresa e cominciai a volerne sapere sempre di più. Presi contatti con docenti universitari e, finalmente, approdai a coloro che oggi sono le sue eredi, le Clarisse. Per scrivere un testo teatrale e delineare il personaggio avevo bisogno di percepire e immaginare le sfumature del carattere, le emozioni, i dubbi e le paure… Oggi il testo è finito, “Te veramente felice!” è pronto per essere messo in scena ma certo è iniziato per me un bellissimo e inaspettato cammino umano e spirituale.

Non è facile parlarne perché la conoscenza storica si intreccia con il percorso affettivo e spirituale. Certo è che per conoscere qualcuno che è vissuto ben 800 anni fa bisogna conoscere la sua storia, poi però la conoscenza deve lasciare spazio alla risonanza che le sue parole provocano in ciascuno di noi.

Image 247Un carisma originale

Ecco perché ho letto e leggo sempre con interesse gli scritti di Chiara, a cominciare dalla Forma di Vita, approvata due giorni prima della sua morte, fino al Testamento o la Benedizione come pure le quattro lettere ad Agnese di Praga o la Lettera ad Ermentrude di Bruges. Sì perché, dalle mura di San Damiano, Chiara era arrivata fino in Boemia.

Conoscendola meglio si può scrutare una donna del Medioevo attenta alle relazioni e ai fratelli. Prima tra tutte, la relazione con Dio, poi quella con le Sorelle, poi con la gente di Assisi e con tutti i fratelli sparsi nel mondo. Chiara, nonostante vivesse in clausura non aveva impostato una vita chiusa ma aperta agli altri. Già la scelta di vivere appena fuori dalle mura della città ma sufficientemente vicino, testimonia la sua volontà di esprimere una scelta sociale: la scelta del vangelo. Chiara, come Francesco, voleva vivere il Vangelo sine glossa, senza interpretazioni e la sequela di Cristo era per lei fondamentale tanto che avrà il coraggio e la semplicità di rispondere così a papa Gregorio IX che voleva dispensarla dal Privilegio della Povertà: «Santo Padre, a nessun patto e mai, in eterno, desidero essere dispensata dalla sequela di Cristo» (FF 3187).

La sua scelta di vita non era di imitazione di quella di Francesco: Chiara nel suo percorso umano e spirituale ha delineato a poco a poco il suo carisma e lo ha vissuto appieno. Nel rispetto della vita religiosa femminile dell’epoca, ha vissuto e incarnato la sua scelta sociale: una vita vissuta per gli altri.

Anche Chiara voleva aiutare i poveri; pur avendo scelto la povertà intesa come non considerare nulla come proprio - per vivere povera come Cristo povero - questo non significava permettere che altri vivessero in una situazione di povertà imposta. In questo senso a San Damiano il lavoro era molto importante. L’Abbadessa e le Sorores dovevano svolgere lavori con le proprie mani e il ricavato di questi prodotti veniva dato ai poveri. Quando poi le Sorelle ricevevano del cibo in elemosina, Chiara ne tratteneva quanto bastava per il sostentamento delle altre, privandosene lei stessa, dando il resto ai poveri.

C’è nello sguardo di Chiara tutto l’amore per la giustizia di Dio. Anche nella scelta di vendere la sua parte di eredità e parte dell’eredità della sorella (come si legge negli atti del processo di canonizzazione) e distribuirne il ricavato ai poveri, c’è l’intento di compiere un atto di giustizia, perché Dio dona a tutti gli uomini.

Per conoscerla meglio, poi, sono andata anche sui suoi passi, ho voluto visitare i luoghi in cui è stata prima di giungere a San Damiano e da questo breve pellegrinaggio è nato il libro I passi e il silenzio. A piedi, sulle strade di Chiara d’Assisi. Mi piace ricordare che i diritti d’autore sono devoluti alle clarisse di Cortona, da cui è nato questo desiderio e con cui ho condiviso il progetto del libro e… il mio cammino umano e spirituale perché «il Figlio di Dio si è fatto nostra via» (FF 2824).

Sentendole accanto

Tanti gli aspetti della spiritualità e dell’umanità di Chiara d’Assisi che mi affascinano ancora oggi, a ottocento anni dalla sua consacrazione, e se dovessi sintetizzarli direi che è stata una donna di relazioni e di preghiera, che poneva Dio come principio e fine.

Oggi, posso dire che Chiara e le sue parole mi accompagnano ogni giorno, in tutto ciò che faccio e ponendomi in ascolto mi affido a intraprendere cammini nuovi, con la gioia di condividere l’esperienza di questo incontro. Insieme a Chiara, mi accompagnano anche le clarisse che, seppur non sempre fisicamente, ma spiritualmente e affettivamente mi sono accanto. Un legame spirituale ed umano, affettivo e di amicizia che si è instaurato da anni e che è nato entro le mura di un monastero di clausura, altro segno evidente che il carisma clariano va oltre e non conosce chiusura.

«Tieni sempre davanti agli occhi il punto di partenza. I risultati raggiunti, conservali; ciò che fai, fallo bene; non arrestarti; ma anzi, con corso veloce e passo leggero, con piede sicuro, che neppure alla polvere permetta di ritardarne l’andare, cautamente avanza confidente, lieta e sollecita nella via della beatitudine» (II Lettera ad Agnese di Praga: FF 2875).