Si ricordano qui tre nostri frati: Aldo Bergamaschi con le sue utopie e il suo notevole contributo alla pedagogia, Giuseppe Polazzi con la sua parola infuocata ai tempi della Volante e poi con la sua sapienza pastorale, Guido Volta con la sua pazienza di insegnante, di cappellano e di confessore
Paolo Grasselli
Contributo alla pedagogia
Rivisitando l’approccio pedagogico della sensibilità francescana a Reggio Emilia
di Davide Dazzi
direttore culturale della Biblioteca cappuccini di Reggio Emilia
Iniziative di primavera
A Reggio Emilia, presso
In marzo è stata la volta di padre Aldo Bergamaschi. Non poteva mancare sul “sentiero della pedagogia a Reggio Emilia” un incontro con la sua figura, il suo pensiero, il suo contributo dato non solo in campo pedagogico.
Il prof. Fulvio De Giorgi, professore di storia della pedagogia presso
Padre Aldo Bergamaschi
Renata Castellani, allieva di padre Aldo all’Università degli Studi di Verona e attualmente operatrice presso la stessa Università, ha trattato in modo approfondito e con commozione il suo pensiero. Lo ha definito «un uomo, un frate, un insegnante speciale» ed autentico, con una grande passione per la verità. Cita i suoi ispiratori: Cristo, Francesco (Francesco un educatore per tutte le ere, Guidetti, Reggio Emilia 1976, pp. 117), Socrate. «Una pedagogia, quella di padre Bergamaschi, che innesta le sue radici in Cristo morto e risorto, che Francesco fa rivivere nei cuori».
Chi scrive, in qualità di direttore culturale della biblioteca dei cappuccini, ha ricordato padre Aldo nella sua attività di insegnante degli studenti “filosofi”, la sua capacità di coinvolgere nello studio con originalità e passione. L’insegnante padre Aldo può essere di esempio anche oggi per il suo impegno rivolto contemporaneamente all’università e all’insegnamento dei giovani confratelli cappuccini. Lo si vedeva arrivare sempre preparato, con le lezioni quasi sempre scritte, non seguiva pedissequamente testi e pensieri tradizionali. Capace di grandi approfondimenti, alla fine il suo pensiero sapeva penetrare nei contenuti e li trasmetteva assieme al metodo seguito. Si è imparato tanto da lui.
Gli abbiamo sentito spesso ricordare l’esperienza di quando, nel 1951, studente di teologia a Reggio Emilia, avvenne la disastrosa alluvione del Polesine. Gli studenti teologi del Collegio San Giuseppe da Leonessa per le Missioni estere di Reggio Emilia partono sotto la guida del direttore padre Guglielmo Sghedoni per aiutare le popolazioni alluvionate. Si percepiva il sentimento di una particolare esperienza di vita per un uomo così vocato allo studio.
Altra esperienza indimenticabile per padre Aldo è stato il periodo della seconda guerra mondiale. Dopo quella esperienza nascono l’ONU e quella che diventerà
Educatori per tutte le età
La critica di padre Aldo allo “Stato nazione” deriva dalla storia, dai metodi di difesa o di attacco attraverso le guerre. Non è critico dello Stato in sé, come modo di organizzarsi delle comunità; infatti nella sua visione, che diremmo utopica, c’è una Federazione universale degli stati, legati dalla fraternità. Il messaggio diventa particolarmente interessante per i giorni nostri, che vedono il singolo stato sicuramente debole di fronte alla globalizzazione dell’economia.
Il pensiero di padre Aldo è informato dalla fraternità, non solo tra italiani e italiani, francesi e francesi, tedeschi e tedeschi, ma fraternità tra italiani, francesi, tedeschi. Per questo ha sostenuto l’esperanto come lingua di intesa universale e l’ONU, a cui voleva donare quei pochi campicelli, che aveva ereditato dai suoi genitori a Torrano, mettendo in crisi i suoi interlocutori perché un gesto di questo tipo non era stato previsto. Anche nel suo approfondimento pedagogico il concetto di fraternità è costante e fondante. Tale impostazione gli ha permesso di penetrare in modo critico nella disciplina, sorretto da una visione filosofica e storica. Filosofia e storia sono “vissute” da padre Aldo con grande originalità, approfondimento e capacità comunicativa.
Per padre Aldo la pedagogia è scienza dell’educazione. I suoi riferimenti sono Cristo («siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli»), Socrate («il vero essere dell’uomo è il suo dovere essere») e san Francesco d’Assisi («un educatore per tutte le età») che si rivolge da mediatore di pace al lupo di Gubbio e lo chiama, in omaggio alla fratellanza, frate lupo.