Come ogni anno pastorale l’equipe della PGV dei frati cappuccini dell’Emilia Romagna, delle Suore Francescane Missionarie di Cristo e delle Suore Missionarie Francescane del Verbo Incarnato si è ritrovata per preparare un bel calendario di iniziative per l’inverno e l’estate prossima.
di Michele Papi
Non è come ogni anno
Una pausa per un cambio di paradigma
di Michele Papi
responsabile della pastorale giovanile e vocazionale
Come ogni anno si è pensato ad organizzare dei week end in luoghi significativi (Comunità il Sasso di Marradi e Giornata missionaria a Faenza, Assisi a Natale, Clarisse di Sant’Agata Feltria) ai quali invitare ragazzi e ragazze per un cammino di discernimento spirituale.
Come ogni anno abbiamo identificato un tema conduttore: è stato scelto l’ottavo centenario del Cantico di Frate Sole in una triplice declinazione.
Leggere la mancanza
1) «Altissimu, onnipotente, bon Signore, / tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione./ Ad te solo, Altissimo, se konfàno / et nullu homo ène dignu te mentovare». La distanza tra Dio e l’uomo ovvero la necessità dell’incarnazione, la volontà di Dio di chinarsi sulle sue creature.
2) «Laudato sie, mi’ Signore, cum-per tucte le tue creature». La mediazione della realtà, della vita quotidiana e del creato come luogo in cui Dio si fa incontrare e la lode/riconoscenza come linguaggio per entrare in relazione con lui.
3) «Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, / et sostengo infirmitate et tribulatione. (…) / Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale». La via della kenosis, della croce come strada indicata da Gesù per entrare nel Regno del Padre.
Come ogni anno, infine, il programma è stato presentato durante un incontro con i ragazzi che avevano partecipato alle iniziative estive tenutosi il 26 ottobre scorso e l’entusiasmo dei partecipanti ci aveva rincuorato; abbiamo poi inviato la locandina sui social e ai nostri conventi chiedendo di fare pubblicità.
Ed invece quest’anno ci troviamo oggi, a inizio 2025, con i primi due eventi del programma saltati per mancanza di iscritti! Come leggere tutto questo? Basta scaricare l’insuccesso sulla poca disponibilità dei giovani a mettersi in cammino oppure sulla non validità delle proposte?
Due considerazioni preliminari: da una parte, in sede di verifica, lo scorso anno ci eravamo detti che il gruppo che ormai da qualche anno seguiva i nostri incontri aveva in qualche modo concluso un ciclo e correvamo il rischio che la partecipazione diventasse solamente occasione per una pausa spirituale, un momento di ritiro, una routine senza la prospettiva di un discernimento vocazionale che portasse ad un vero cambiamento di vita. Dall’altra parte molti dei frequentatori dei nostri incontri avevano già fatto delle scelte importanti, chi impegnandosi in relazioni di coppia, chi avviando un’esperienza di vita religiosa, chi aderendo ad altre realtà ecclesiali significative, mentre un gruppo di ragazze ha chiesto di proseguire il proprio discernimento accompagnate dalle sorelle francescane; per questi non era opportuno restare dentro ad una proposta come quella che potevamo offrirgli.
Vicini alle loro domande
Davanti a questi fatti e alle letture che ne abbiamo dato, l’intendimento espresso dai membri dell’equipe è stato quello di sospendere gli eventi in calendario e utilizzare i prossimi mesi per una riflessione più approfondita sulle modalità con le quali continuare la nostra attività di pastorale giovanile. Si è pensato ad un primo incontro online nel mese di gennaio e a due giorni di confronto e progettazione in presenza a fine febbraio. Già alcune idee sono venute alla luce da una prima riunione, o meglio delle linee guida, come la necessità di andare più noi verso i giovani anziché aspettarli ad eventi organizzati. Ad esempio, incontrare i ragazzi nelle scuole e università, nei luoghi di aggregazione, pensando ad una sorta di missione che faccia sentire loro la nostra vicinanza ai loro bisogni, il desiderio di affiancarli per trovare insieme delle risposte alle loro domande, testimoniare con la nostra presenza la possibilità di un diverso stile di vita basato sul vangelo e non solo dettato dalla società dominante. È stato espresso anche il desiderio di valorizzare la presenza di alcuni religiosi giovani nel nostro gruppo altrimenti un po’ attempato ed inoltre coinvolgere nell’organizzazione delle nostre iniziative qualche laico che possa fare da mediatore tra il nostro mondo di consacrati e quello dei giovani.Sicuramente siamo consapevoli che, oltre a pensare attività dal contenuto valido, è necessario acquisire un linguaggio nuovo che possa intercettare anche chi non ha alle spalle un retroterra di fede, ma ugualmente si pone le domande esistenziali che stanno alla base di ogni cammino vocazionale. Tutto questo, soprattutto da parte di noi cappuccini, andrà poi integrato con il cammino di ridimensionamento e unificazione che sta compiendo la nostra provincia insieme alle vicine Marche e Toscana: dovremo intensificare il rapporto con loro, con le strutture che si occupano di PGV in vista di una unione delle forze che avverrà nell’arco di pochi anni. Primo passo in questo senso è sicuramente l’incontro e la conoscenza reciproca, la valorizzazione di tutta una serie di competenze e conoscenze che i nostri confratelli dimostrano di avere, ad esempio nell’ambito della comunicazione, specialmente attraverso i moderni mezzi informatici in cui sono molto presenti ed efficaci. Diversamente noi abbiamo sempre investito poco nelle comunicazioni sociali, in parte per poca attitudine personale e in parte per il desiderio di concentrare le energie disponibili nell’incontro diretto e personale con i ragazzi, nelle esperienze di vita condivisa e comunitaria.
Dio fonte d’amore
Davanti a noi vediamo chiaramente alcune sfide che non sarà facile superare: una è la dispersione che noi membri dell’equipe viviamo, presi da tante responsabilità affidateci nei vari ambiti della nostra vita istituzionale e in costante rincorsa degli impegni e delle scadenze che lasciano alla nostra attività di pastorale giovanile spesso solo i ritagli del tempo a disposizione. Un’altra è la difficoltà a comunicare con una generazione sempre più insicura, ansiosa, chiusa nei suoi problemi, schiava del riconoscimento altrui, che fatica a prendere in mano la vita o a fare scelte radicali. Ci piacerebbe mostrare loro il volto di Dio, non come l’ennesima figura da accontentare, ma come la fonte di un amore capace di darci l’esistenza e la dignità di figli, che ci chiede di essere a sua volta amato da noi con libertà e fedeltà in Cristo.
Si tratta di sfide non facili da affrontare perché nemmeno noi consacrati siamo immuni da queste problematiche, seppur più consapevoli e formati da una storia personale toccata dalla grazia. In nome proprio di questa grazia pensiamo sia fondamentale andare avanti in un cammino di incontro, testimonianza e annuncio, non tanto per la necessità di rinforzare le fila di istituti religiosi in declino numerico, appesantiti da strutture pachidermiche, sempre meno rilevanti socialmente, ma per rispondere in modo pieno alla nostra chiamata a farci araldi del Gran Re, per dirla con san Francesco.
Siamo convinti che il Signore Gesù abbia una proposta di vita bella per ognuno dei giovani che vivono su questa terra e che sia necessario farla conoscere loro proprio in quel particolare momento della loro vita nel quale sono più aperti ma anche più vulnerabili, più entusiasti ma anche più spaventati dall’incertezza, più forti ma anche gradualmente in scoperta delle ferite che ognuno si porta dentro. Ci aspetta un cammino nel segno della speranza, in comunione con la Chiesa che celebra il giubileo, sulle strade di un mondo bisognoso di riscoprire la centralità del mistero dell’incarnazione unico capace di dare un senso alla storia.