Ricordando padre Mario Bacci

Fu confessore apprezzato, paziente e competente

 

 

 

 

Sologno di Villa Minozzo, 27 maggio 1934

† Reggio Emilia, 1° ottobre 2024

 



 

 

 

Nato nel 1934, Mario trascorre con le tre sorelle e i due fratelli il periodo bellico in condizioni difficili e precarie a base di castagne e poco più.

A undici anni lascia il paese per entrare nel Seminario dei cappuccini a Scandiano (RE). Pian piano avverte la vocazione a seguire il Signore sulle orme di san Francesco d’Assisi, e nel 1952 è ammesso al noviziato di Fidenza; l’anno seguente emette la professione temporanea, alla quale partecipa soltanto la mamma che gli dice: «Se piace a te piace anche a me!». Frequenterà il Liceo a Reggio Emilia e Piacenza e poi la Teologia a Reggio. Emetterà la professione perpetua nel 1956 e nel 1960 verrà ordinato sacerdote: finalmente riceverà la visita di tutta la famiglia.

 Con molta chiarezza

Ricorderà sempre il primo giorno di esperienza pastorale all’Ospedale Sant’Agostino di Modena come sostituto dei cappellani che andavano in ferie: a metà corsia tra i malati di leucemia, sviene. E dice a sé stesso che forse la pastorale ospedaliera non è per lui. Meglio si troverà a Reggio come sacrista, «impegno che espletai per due anni con notevole successo. Mi riscoprii capace di ascolto e di attenzione verso coloro che venivano a confessarsi, ed erano veramente molti quelli che tornavano. In questi due anni compresi con molta chiarezza quale doveva essere il mio impegno principale nell’esercizio del ministero sacerdotale».
Dal 1964 al 1972 Mario è a Piacenza, Reggio, ma soprattutto a Pavullo nel Frignano come direttore del convitto per studenti e come responsabile della ristrutturazione dei locali. Nel 1973 padre Mario chiede e ottiene un triennio di aggiornamento teologico che trascorre a Roma frequentando l’Università Lateranense. Rientrato in Emilia, viene destinato come guardiano al convento di Vignola. Qui viene aperta la casa del noviziato: un luogo con tanto verde, ma soprattutto con gente molto affezionata ai frati e attenta alle loro necessità. Questi anni sono molto vivaci, conclusi con il tinteggio della chiesa e la ristrutturazione del presbiterio secondo le nuove norme liturgiche.
Nel settembre del 1982, Mario è trasferito nel convento di Scandiano con il compito di animatore vocazionale e tre anni dopo a Modena per ristrutturare il locale convento. Il 31 gennaio 1991 parte per la nuova destinazione che è il convento di San Martino in Rio, dove trascorrerà il periodo più lungo nello stesso convento (1991-2005). È un periodo bello e pieno di attività. Il Superiore è padre Silvio, amico e confidente di sempre, col quale potersi confrontare sul come vivere le Costituzioni e i Consigli Plenari dell’Ordine; ma è anche un’opportunità per smussare il proprio carattere alla luce dei suggerimenti che lo stesso padre Silvio gli dà, e tra questi: «Quando hai a che fare con qualcuno, mettici anche un po’ d’olio e non solo l’aceto!».

 Accogliente con ironia

Con il capitolo provinciale del 1996 Mario è eletto Consigliere provinciale. Il nuovo triennio sarà un periodo dedicato in modo particolare alle opere: oltre ad essere Guardiano del convento, è impegnato alla costruzione della nuova Infermeria di Provincia, che risulterà bella e funzionale; risistema il Centro Missionario, in particolare il Mercatino per le Missioni; ristruttura il convento di Piacenza, trasformato in un Convitto per studenti universitari. Inoltre, ha l’incarico di Rappresentante legale, che eserciterà fino al 2009. In seguito, sarà anche Responsabile della Commissione economica provinciale per un paio di trienni. Nei molti incarichi e impegni esercitati, si è potuto apprezzare il contributo che padre Mario ha garantito al governo della provincia, con una presenza sempre disponibile e competente.
Il 29 marzo del 2005 inizia il cammino della nuova Provincia dell’Emilia-Romagna e Mario è destinato al convento di Scandiano, sede dei post-novizi, con il compito specifico dell’attività pastorale mentre continua il suo servizio come rappresentante legale: è un triennio molto bello, il rapporto con i giovani post-novizi è immediato e molto sincero. Nel triennio successivo, sempre a Scandiano, gli viene affidato anche l’incarico di direttore spirituale dei giovani in formazione. Nel settembre del 2011, l’obbedienza lo destina al convento di Vignola dove rimane ininterrottamente fino al 2023 come confessore. Qui potrà dedicarsi totalmente a quell’attività pastorale che già a Reggio Emilia, nel lontano 1962, aveva individuato come la sua preferita e che non aveva mai abbandonato, rappresentando una sorta di filo rosso capace di dare un senso di unità a tutta la sua vita sacerdotale. Sapeva essere accogliente, paziente ed essenziale, con capacità di discernimento; qualità queste non dissociate da un fine senso di ironia.
Era sensibile ai valori del concilio Vaticano II. In particolare, curava la liturgia e la Parola di Dio e con piacere partecipava ai momenti di formazione permanente. Per quanto concerne la vita di fraternità, ha sempre coltivato il desiderio/nostalgia di forme nuove, che in parte ha anche sperimentato (a Saltino di Modena), benché si rivelassero di difficile realizzazione. Il suo atteggiamento a volte critico verso la comune forma di vita religiosa poteva portare a qualche frizione che poi si stemperava nell’accoglienza reciproca.
Nell’agosto del 2023 veniva trasferito definitivamente dal convento di Vignola all’Infermeria di Reggio Emilia poiché da tempo ormai la sua salute era malferma. Qui è deceduto il 1° ottobre 2024.
Possiamo pensare che l’incontro con il Signore della vita l’abbia introdotto finalmente in quella fraternità che aveva sempre desiderato.

fra Paolo Grasselli

 Il funerale è stato celebrato nella chiesa del convento dei cappuccini di Vignola (MO) giovedì 3 ottobre alle ore 10, e presieduto da fra Valentino Romagnoli, consigliere provinciale, con la partecipazione di molti fedeli e di un buon numero di confratelli. Un secondo funerale è stato celebrato alle ore 14,30 nella chiesa del convento dei cappuccini di Reggio Emilia e presieduto da fra Davide Saccò. È seguita la tumulazione della salma nella tomba dei cappuccini a Reggio Emilia.