Ricordando fra Daniele Zanni
Fantasioso e creativo, allevatore di asini, collaboratore di vescovi
Poggio Berni (Rn). 7 gennaio 1930
† Reggio Emilia, 15 agosto 2024
Alle soglie dell’adolescenza Guido (questo il nome di battesimo di fra Daniele)
fece il suo ingresso nel seminario dei cappuccini di Imola, dove iniziò il commino in preparazione al sacerdozio. Passò poi a Cesena per il noviziato e qui prese il nome di fr. Daniele da Poggio Berni, e assieme ai suoi numerosi compagni giunse a fare la prima professione il 2 agosto 1956.
Studente e presbitero
Nel settembre successivo andò a Lugo, dove nel frattempo era stato aperto lo studentato liceale-filosofico. Il 14 gennaio 1960, durante il terzo anno di liceo, dopo aver rinnovato per alcuni mesi i voti temporanei, Daniele si decise al grande passo, facendo la sua professione perpetua.
Al termine del “quarto anno” – l’anno che dopo il liceo si trascorreva con i frati liceali per completare lo studio della filosofia scolastica e di altre discipline, quali elementi di economia e la psicologia –, Daniele nel 1961 si traferì a Bologna nello studio teologico per iniziare il corso della teologia. Qui visse i primi due anni sotto la guida del padre Elia Migliori, un frate austero ma comprensivo, che aveva saputo moderare il rigore innato del carattere con l’aver vissuto l’esperienza del campo di concentramento in Grecia e in Germania. Nel 1963, in seguito all’accordo tra le province di Bologna e di Parma di unificare i luoghi di formazione, gli studenti teologi bolognesi si trovarono nello studio teologico di Reggio Emilia con i loro coetanei parmensi. Qui Daniele trascorse gli ultimi due anni della teologia istituzionale, al termine dei quali, l’8 settembre 1965, fu ordinato presbitero.
Dopo un anno a Roma per il corso di Teologia pastorale fu destinato a Sant’Agata Feltria, ma poi nel 1967 alla Parrocchietta come collaboratore parrocchiale nella succursale del Forte. Richiamato di nuovo in Provincia, questa volta si trovò nella fraternità del santuario della Beata Vergine della Rocca a Cento (Fe), in un ambiente fatto di gente paesana e contadina, aperta al dialogo e quanto mai bendisposta verso il saio cappuccino. Furono solo tre anni (1969-1972), in cui, dal dicembre 1971 fino all’agosto dell’anno successivo, ebbe modo anche di prestare servizio presso il Tribunale ecclesiastico di Bologna in qualità di “notaio”, un ruolo di cui andava fiero, come se avvertisse un riconoscimento alle sue doti di puntualità e di precisione, che lo avevano sempre contraddistinto.
Nel 1972 si trasferì nel convento di Sant’Agata Feltria come guardiano. Un convento piccolo con un orto grande, con solo quattro frati, ma sufficienti per l’attività pastorale nei piccoli borghi di quelle montagne. Qui Daniele si trovò inserito in un contesto culturale fatto di montanari, da contadini e da pastori, un ambiente non del tutto diverso da quello del suo paese natale.
Nel 1978, allo scadere dei sei anni di guardiania nel convento di Sant’Agata, Daniele rimase a far parte della medesima fraternità, dedicandosi al ministero pastorale in aiuto alle parrocchie vicine sparse tre le montagne. Se ne fece anche direttamente carico, quando fu nominato parroco o vicario economo delle parrocchie di piccoli e sperduti paesi vicini, quali Petrella Guidi e Montebenedetto.
Nel 1982 ebbe un grave incidente stradale che lo costrinse a lunghi mesi di immobilità. Verso la fine del 1982 fece ritorno nel convento di Sant’Agata. Qui, oltre che alla pastorale parrocchiale si dedicò anche all’allevamento di alcuni asini che amava definire «la luce dei miei occhi».
Per vescovi e parrocchiani
Dietro richiesta del vescovo della diocesi di Rimini e di San Marino-Montefeltro, mons. Mariano De Nicolò, nel 1991 Daniele divenne collaboratore per tutti i servizi che si svolgevano nella curia diocesana di Pennabilli. Nel 1996 la richiesta venne riproposta dal nuovo vescovo di San Marino-Montefeltro, Paolo Rabitti. Daniele, oltre alle incombenze curiali, si troverà in seguito impegnato nella parrocchia di Maiolo come amministratore parrocchiale, e tale rimarrà fino al 2005.
Nel 2005, con l’unione delle Province di Bologna e di Parma, il nuovo Ministro provinciale gli suggerì di scrivere una «letterina» al nuovo vescovo eletto di San Marino-Montefeltro, Luigi Negri, per pregarlo «di provvedere a un suo sostituto, in quanto l’età e la salute gli consigliavano di rientrare in convento». E così avvenne.
Fatto ritorno in fraternità, di lui non si dimenticò il primo vescovo che lo aveva conosciuto e apprezzato, Mariano De Nicolò, dal 1995 vescovo solo di Rimini, che lo nominò nell’agosto 2005 parroco della parrocchia di Santo Marino (Poggio Torriana) e nelle piccole parrocchie limitrofe di Canonica e Montealbano (Santarcangelo), già rette dal confratello fra Arnaldo Pellesi, morto il 15 aprile dello stesso anno.
Daniele ha servito queste parrocchie fino al termine del 2023, quando le sue condizioni di salute – da anni soffriva di un male ribelle a ogni cura – gli suggerivano ormai il trasferimento nell’infermeria provinciale di Reggio Emilia, come infatti si effettuò nella metà del mese di gennaio 2024. Qui ha trascorso gli ultimi scampoli della sua vita accudito con amore fraterno, finché la Vergine Maria lo ha svegliato alla vita eterna per farsi accompagnare nella gloria del cielo.
Un confratello, Daniele, che da una parte sapeva nascondere i suoi sentimenti, e dall’altra li manifestava in tutta la loro schiettezza.
fr. Nazzareno Zanni
Il rito funebre è stato celebrato il 20 agosto nella nostra chiesa di Santo Spirito a Rimini con una concelebrazione presieduta dal vescovo diocesano Nicolò Anselmi. Numerosi i confratelli presenti, e i parrocchiani provenienti dalle parrocchie di Santo Marino, Canonica e Montealbano.
La salma è stata poi inumata nel cimitero monumentale di Rimini.