Il 23 maggio scorso Papa Francesco ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a rendere pubblico il decreto che riconosce venerabile padre Guglielmo Gattiani. Il 10 giugno nella nostra chiesa di Cesena è stato solennemente celebrato questo importante evento, che ha visto grande partecipazione di confratelli e di fedeli.

  a cura della Redazione

 L’uomo che sussurrava agli uomini

“O Gesù crocifisso, tu sei tutto per ognuno”

 di Giuseppe De Carlo
vicepostulatore

Capita spesso che qualcuno mi chieda: «Quando diventerà santo padre Guglielmo?».

Certo, capisco immediatamente il senso della domanda, ma fingo e rispondo ironicamente: «La sua esistenza terrena è trascorsa dal 1914 al 1999. Se durante la sua vita ha seguìto fedelmente ciò che il Signore gli chiedeva, è vissuto da santo! E come santo ora è nella gloria di Dio e gode la beatitudine eterna! Quindi, è già santo!». A questo punto, l’interlocutore sembra sorpreso e osserva: «Davvero? Invece, avevo sentito dire che per arrivare alla santità devono passare diversi anni dopo la morte, e ci dev’essere un processo con diverse tappe, che vede coinvolte istituzioni diocesane e vaticane». Lascio da parte il tono scherzoso e spiego: «Occorre distinguere tra la vita vissuta santamente e il riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa della santità di una determinata persona. Tu parli della procedura seguita nella Chiesa cattolica per esaminare e dichiarare pubblicamente che padre Guglielmo ha condotto una vita esemplare, diventando così un modello da seguire. Se vuoi, posso aggiornarti sulla situazione attuale di questo percorso».

 Santità e procedure

Il 23 maggio scorso, Papa Francesco ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a rendere pubblico il decreto che riconosce padre Guglielmo Gattiani venerabile, in quanto ha vissuto in maniera eroica le virtù cristiane. Questo riconoscimento segna la seconda delle quattro tappe previste. La prima fase, l’inchiesta diocesana, si è svolta a Cesena dal 2006 al 2011. Attraverso il racconto della sua vita e le testimonianze di confratelli, sacerdoti, vescovi, religiose, religiosi e fedeli, è stato riconosciuto che padre Guglielmo ha condotto una vita esemplare, guadagnandosi la stima della gente e la fama di santità. Completata l’inchiesta diocesana e ottenuta la qualifica di servo di Dio, tutta la documentazione è stata trasferita in Vaticano, presso il Dicastero delle Cause dei Santi.
Per poter pronunciarsi sulla “vita santa” del cappuccino emiliano-romagnolo, i membri del Dicastero hanno esaminato la Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis (Relazione sulla vita, virtù e fama di santità). La Positio è stata esaminata dai teologi e dai vescovi del Dicastero, che con parere favorevole hanno riconosciuto la venerabilità di padre Guglielmo. I prossimi passi prevedono la beatificazione e, successivamente, la canonizzazione. Per ciascuna di queste fasi è necessario presentare un evento miracoloso verificatosi in seguito all’intercessione di padre Guglielmo. Evento accuratamente documentato anche con dichiarazione di specialisti che attestino l’assenza di spiegazioni scientifiche per quanto avvenuto. Il Dicastero delle Cause dei Santi nomina una commissione composta da periti nei più differenti ambiti per verificare la consistenza di quanto presentato come miracoloso.
La dichiarazione della venerabilità è un passaggio importante, che accerta la solidità delle testimonianze di chi ha conosciuto padre Guglielmo. Perciò la fraternità dei cappuccini di Cesena – dove padre Guglielmo è vissuto più a lungo, dal 1944 al 1980 – ha voluto celebrare solennemente l’evento. Il 10 giugno scorso la messa solenne, presieduta dal vescovo di Cesena-Sarsina Douglas Regattieri, ha visto la partecipazione di numerosi fedeli, che hanno riempito la chiesa e il coro, con molti altri che hanno seguito la cerimonia dall’esterno. Le mutevoli condizioni meteorologiche avevano costretto a celebrare all’interno, anziché all’aperto come originariamente previsto.
Durante l’omelia, il vescovo ha letto estratti del diario personale di padre Guglielmo, evidenziando il suo impegno per la povertà, la mortificazione e il sacerdozio.

 Antologia di un diario

Circa la povertà: «Povertà dei singoli, negli edifici, nell’Ordine ... Esercitare la povertà per soccorrere le miserie immense del mondo. Ecco la Magna Charta consegnata dal Papa ... Ognuno l’applicherà, l’interpreterà come vuole, meglio che potrà. A me piacerebbe applicarla alla lettera, nella maniera più eroica ... come san Francesco. Anzi, come Gesù ... La più disperata povertà. Mai denaro! ... Per una carità universale. Praticare e travolgere il mondo in questa pratica» (Diario, 31 maggio 1964).
Sulla mortificazione: «Questa mattina, il mio primo pensiero è stato: l’abc, il primo gradino della vita spirituale, è rappresentato dalla mortificazione del desiderio di cibo ... Fino ad oggi non ho compiuto nulla in proposito ... eppure avrei molto bisogno di essere estremamente generoso nel castigare questo corpo peccatore. Mi sembra di non essere in grado di mortificarmi come fanno i santi..., mi sento troppo limitato. Tuttavia, voglio imparare a fare qualcosa ogni giorno» (Diario, 4 ottobre 1964).
Riguardo al sacerdozio: «O Gesù crocifisso, tu sei tutto per ognuno! Infinitamente misericordioso, accogliesti ai tuoi piedi la mia nullità di bambino e neo-sacerdote. Ricordando, contemplo e ringrazio commosso per l’infinita tenerezza verso una totale indegnità. Dopo sei mesi di accorata preghiera in Terra Santa, con don Giuseppe Dossetti a Gerico, e con i Fatebenefratelli a Nazaret, il 16 ottobre 1980, mi hai invitato ed accolto ai tuoi piedi con la Mamma Addolorata, per essere totalmente tuo e di ogni fratello. Mio Dio, diciotto anni nullificati! ... Perciò non celebrazione, ma sparizione! ... Implorando grande misericordia e vera conversione! Hai garantito: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. Tu hai tutto compiuto. Ma è rimasto il tuo grido angoscioso, ancora inascoltato, dopo duemila anni: “Ho sete!”. La massa dei redenti, i più, t’ignora! La massa dei credenti, i più, non ti ama! “Quae utilitas in sanguine meo?”. A che pro ho versato il mio sangue per tutti e per ognuno? Mio Dio, che mistero profondo la tua divina provvidenza!» (Diario, 22 maggio 1998 [un anno prima della morte, a sessant’anni dall’ordinazione sacerdotale]).
Alla fine della celebrazione, il postulatore generale, fr. Carlo Calloni, ha letto il Decreto pontificio che attesta l’esercizio eroico delle virtù cristiane da parte frate cappuccino:
«Il sommo Pontefice Francesco, accogliendo e confermando i voti del Dicastero delle Cause dei Santi, ha oggi dichiarato: Constano le virtù teologali, fede, speranza e carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le virtù cardinali, prudenza, giustizia, fortezza e temperanza, e le virtù annesse, in grado eroico, del Servo di Dio Guglielmo Gattiani (al secolo Oscar), sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini».

 Un’attrattiva irresistibile

La cerimonia è stata trasmessa in diretta da Telepace, l’emittente a cui padre Guglielmo dedicò tanto impegno. La serata si è conclusa con un momento conviviale nel parco del convento.
Un altro segnale inatteso del crescente interesse è stata la prima proiezione del docufilm «Padre Guglielmo, carisma e mistero» presso il Cine-Teatro Victor di San Vittore il 14 giugno. Le prenotazioni per i 170 posti disponibili si sono esaurite rapidamente, rendendo necessarie altre quattro repliche per soddisfare la domanda, con un totale di circa 700 spettatori.
Il docu-film, realizzato da Roberto Vecchi e Simone Ortolani – attraverso le testimonianze di frati, religiosi, vescovi, sacerdoti e laici che hanno conosciuto padre Guglielmo – offre un ritratto dettagliato della sua vita e dell’impatto che ha avuto sulla gente. Non si ferma ad evidenziare l’aspetto esteriore di padre Guglielmo, che poteva apparire austero, ma mette in risalto la sua profonda dolcezza e la sua capacità di accoglienza. Chi l’ha conosciuto testimonia come la sua presenza emanasse un’attrattiva irresistibile, spingendo le persone a cercare in lui benedizioni o parole di conforto. La sua capacità di ascoltare e comprendere le difficoltà altrui emerge come uno degli aspetti più significativi del suo ministero.