Saper accompagnare le persone nel loro cammino spirituale, nelle sue varie modalità, costituisce un compito primario per ogni educatore alla fede, laico o religioso/a che sia. E non è certo facile educare al discernimento spirituale. È per questo che da alcuni anni c’è una scuola per accompagnatori spirituali. Abbiamo chiesto di presentarcela al suo fondatore.

a cura di Michele Papi

  La meta è l’abbondanza

Come accompagnare i ricercatori di Dio

 di Giuseppe Sovernigo
presbitero della diocesi di Treviso, psicoterapeuta ed esperto di problematiche giovanili e familiari 

L’accompagnamento spirituale cristiano nella sua specificità

Per accompagnamento spirituale si intende tutto l’insieme di lavoro educativo spirituale che ha come obiettivo la crescita spirituale cristiana dei destinatari,

la formazione in loro della vita secondo lo Spirito nelle sei aree principali della crescita: la vita spirituale, il cammino spirituale, il cammino morale, il cammino come risposta a Dio che chiama, la vita ecclesiale, l’impegno civile come collaborazione al Regno.
André Godin osserva che «la relazione di guida spirituale è un incontro soprattutto verbale tra persone, delle quali una almeno intende istaurarlo e portarlo avanti nel nome del Signore sulla base di una relazione dispari, asimmetrica, non reciproca». Ma chi e che cosa occorre accompagnare? Che cosa deve formarsi nella persona guidata perché si abbia vero accompagnamento spirituale cristiano? Chi è chiamata a essere e a fare la guida spirituale?

 Guida spirituale: come annunciare e predisporre al cammino spirituale

Il problema di partenza e concomitante sta nel come educare, come risvegliare nel destinatario la domanda di vita spirituale e poi di accompagnamento, come agevolare la disponibilità al cammino, come facilitare la strutturazione della vita e del cammino spirituale nel cuore e nel vissuto della persona e della comunità.
La guida spirituale nel vangelo: è fatta di due compiti convergenti: annunciare e predisporre.
C’è una sfida da affrontare per ogni azione di guida spirituale: come avvicinarsi a questa persona fragile ma con una vocazione sublime? Si tratta di una duplice sfida: comprendere/discernere ma anche e soprattutto accompagnare un cammino di conversione e di crescita tra loro integrate.
Osserva André Louf (Cantare la vita): «L’accompagnatore spirituale deve prima di tutto accogliere la vita dell’altro così com’è. Dunque non deve cominciare subito a svelare quello che già intravede o intuisce. Una parola che arrivi prima del momento opportuno non fa che rinforzare le difese psicologiche o provocare un rifiuto». Per il cammino spirituale ci vuole continuità di accompagnamento e la gradualità dei piccoli passi.

 La vita spirituale cristiana come “vita in abbondanza”

Ciò che va accompagnato e formato nel guidato è anzitutto la vita spirituale cristiana della persona. Questa vita spirituale è fatta da un organismo in divenire, unitario ma con varie tensioni dialettiche, da un flusso vitale composto da più elementi: mente e cuore, volontà e corpo strutturati e dinamizzati secondo lo Spirito. E questo entro un intreccio e un’interazione tra più fattori in campo: il vivere la figliolanza divina infusa con il battesimo, il vivere il comandamento dell’amore come asse centrale della vita, il vivere la propria vita come vocazione. La vita spirituale va intesa come vita vivente per eccellenza. Il vero obiettivo dell’accompagnamento spirituale è la vita in abbondanza. Gv 10,10: «Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». Ma di quale vita si tratta, e fatta di che cosa?
Si tratta molto semplicemente di una “vita” nel senso più compiuto del termine, cioè la vita di Dio in ciascuno di noi. Nell’accompagnamento occorre guidare a imparare a passare dai fatti, dalla cronaca informativa… al senso spirituale, ai significati trascendenti dei fatti, in sé stessi e per la persona. Una vita spirituale infusa nel battesimo che è da coltivare. Nel lavoro di guida occorre fare i conti con la concretezza della vita delle persone effettive. La vita spirituale è come un seme da coltivare. La vita spirituale è ferita e ostacolata nel suo divenire; è a rischio a causa del male. La vita che è in noi può dilatarsi, ma può anche regredire, fino a languire e a spegnersi. Ne possiamo constatare tutti i giorni le conseguenze. Lo sviluppo progressivo della vita divina in noi non avviene senza sofferenza. Una vita spirituale entro un conflitto tra lo Spirito e la carne. Ora, non è mai facile distinguere ciò che in noi viene dall’uno o dall’altra, perché anche la nostra intelligenza è ferita; e questo significa che, lasciata a se stessa, è cieca; così cieca che, a meno di essere particolarmente sorretti dallo Spirito, noi siamo incapaci di guidarci gli uni gli altri.
Di qui la necessità della personalizzazione della relazione con Dio. Questa personalizzazione dei contenuti passa necessariamente per i processi personali psicosociali della formazione. Nell’accompagnamento spirituale e vocazionale c’è un processo di base da favorire in modo adeguato, al di là di quanto spesso se ne è consapevoli. Perciò si tratta di personalizzare la relazione con Dio, di uscire da una relazione a un Dio vago e incerto, vaporoso e generico… per incontrarlo come persona quale lui si è rivelato nella storia della salvezza, tuttora all’opera.
Perciò quello che va educato nella persona è la vita interiore secondo lo Spirito. Questa si traduce in una relazione, cioè una corrente di vita in interscambio, non solo o principalmente nozioni, idee, sensazioni, azioni; una relazione vitale, non solo un fare, un riflettere, un provare emozioni religiose; una relazione vitale personalizzata, cioè ben radicata nel cuore della persona, con Dio in Gesù Cristo, attraverso lo Spirito Santo, non una relazione generica, astratta; nella chiesa, perciò ecclesiale, comunitaria, non una relazione individualistica, privatistica.

 Linee per un itinerario psicopedagogico

Una volta visto l’accompagnamento spirituale nella sua specificità e implicazioni, ci si chiede: Che cosa occorre accompagnare o guidare? Quali passaggi è necessario favorire perché l’accompagnato possa passare dalla sua posizione soggettiva nella vita … a porsi dal vertice del Padre nel proprio percepire e agire quotidiano? Quello che occorre favorire è il cambio del vertice nella percezione di sé e della realtà secondo il disegno di Dio sulla persona accompagnata e sulla vita nel suo insieme: da pagano a cristiano come discepolo di Gesù.
In questo processo di accompagnamento occorre che il guidato sia aiutato dall’accompagnatore:
a cambiare l’angolatura, il vertice della percezione di sé e della vita, il sentirle e capirle e poi agire, formatosi nella prima infanzia e successivamente; a passare da un modo di percepire e agire difensivo passivo o aggressivo o evasivo… a un modo fiducioso; a passare da un autoincentramento secondo varie modalità (Fil 3,3-6) a un essere protesi in avanti (Fil 3,13). Occorre che il guidato conosca e assuma non solo la propria storia ma il desiderio del Padre su di sé e ne faccia un’angolatura prospettica da cui vedersi e vedere, interpretare e agire come norma di vita.

 Una proposta di formazione a divenire Guida spirituale integrata già all’opera da 15 anni

Tra le varie offerte di formazione di Guida spirituale proposte oggi, in questo contesto ci riferiamo a un’esperienza in atto da anni con un buon successo presso il Centro di spiritualità dei frati conventuali di Camposampiero (PD). Questa offerta si propone come un biennio di formazione per chi sente la chiamata all’ascolto e al discernimento dell’opera di Dio nella vita delle persone, che a tutt’oggi ha formato oltre 1000 persone provenienti da tutta Italia.
I percorsi, partendo in ascolto attento della Parola di Dio, assumono le indicazioni del Magistero e le integrano con i più aggiornati contributi antropologici per promuovere una cultura della crescita e del discernimento, nel solco della tradizione spirituale cristiana. Si può usufruire della proposta scegliendo la formula weekend o la formula infrasettimanale. I percorsi sono rivolti a tutti: laici, religiose, religiosi, diaconi permanenti e preti interessati a questo percorso formativo. Il percorso prevede due anni di formazione, esclusivamente in presenza.
Nel primo anno si approfondiranno gli elementi costitutivi della formazione del cammino spirituale: La sequela di Gesù: struttura e dinamica del cammino spirituale
Educare alla vita come vocazione, risposta a Dio che chiama; il senso della propria creaturalità: la ricchezza, i limiti e la sua evoluzione; la formazione delle effettive immagini di Dio presenti nella persona e la loro necessaria purificazione; la riconciliazione: il conflitto, il male, il peccato e il perdono; la vita spirituale e la formazione dell’interiorità personale come “casa di Dio nel cuore della persona”; la necessaria “torsione del desiderio umano” secondo il desiderio del Padre rivelato nella sua Parola, rispetto ai propri desideri esorbitanti.
Nel secondo anno verranno affrontati i temi più specifici della guida spirituale: il cammino spirituale cristiano e il suo accompagnamento personale da parte della guida; il discernimento spirituale e il processo del trascendimento verso la Trascendenza, aiutare a passare dai fatti ai significati spirituali; il cammino cristiano e il confronto decisivo e discriminante con “lo scandalo della croce”; la vita spirituale e la necessaria maturazione affettivo-sessuale come capacità di amare con tutto il cuore, la mente, la volontà, le forze; la preghiera cristiana che “non convoca ma invoca Dio”, nella sua varia tipologia e modalità; la debolezza umana, la lotta spirituale e l’ascesi cristiana: ”Ti basta la mia Grazia”; bilancio.

 Dell’Autore segnaliamo:
Come progredire nel cammino spirituale,
I processi all’opera
,

Emp, Padova 2022
Come progredire nel cammino spirituale.
I processi di crescita. Laboratorio formativo
,

Emp, Padova 2024
Come formarsi alla guida spirituale cristiana.
Aspetti psicopedagogici per una crescita
spirituale integrata,
Treviso 2024