«Il tema di oggi riguarda sempre l’idea di una Chiesa in uscita e questa volta usciremo insieme verso… Ma aspettate!». Maura introduce il nuovo tè aggiungendo un po’ di suspance «Alt! Vorrei prima farvi sentire una canzone del 1985: vediamo chi è il primo a riconoscerla». Nel silenzio generale partono appena due note. «We are the world!» scatta Francesco con impeto, saltando sulla sedia. Un coro di complimenti saluta la reazione del nostro amico che ammette, lusingato: «Bè dai ragazzi, questa era facile!».

a cura della Caritas Diocesana di Bologna

 Mondo? Prima persona plurale!

Apologia delle più piccole cose che insieme ne fanno di grandi

 IL TÈ DELLE BUONE NOTIZIE

«Eh sì, bravo Francesco!» prosegue Maura dopo averci fatto sentire tutta la canzone e distribuito la traduzione «Nel 1983/84 ci fu una carestia terribile in Etiopia e Bob Geldof, Michael Jackson e Lionel Richie fecero un appello ai colleghi riuscendo a raccogliere 45 artisti disposti a cantare insieme questa loro canzone.

Fu un successo planetario e furono raccolti più di 100 milioni di dollari poi interamente devoluti alla causa etiopica. A cantare insieme questa canzone si sono riuniti uomini, donne, neri e bianchi, giovani e meno giovani, artisti molto differenti. Ciascuna e ciascuno con il proprio stile e timbro melodico ha contribuito a lasciare un segno indelebile nella storia della musica pop…».

 Per una giornata più luminosa

«Vi volevo svelare in questo modo il tema di oggi che è: verso un nuovo odine mondiale. Perché la canzone? Bè, anche questo coro, in fondo, assomiglia al mondo con tutte le sue diversità che possono creare armonia se ognuno segue ed accetta le proprie ed altrui specificità...Certo, la situazione in cui ci troviamo ora – ma chi rimpiange il passato ha memoria corta però! – può essere davvero esplosiva e forse ci verrebbe voglia di bloccarci, di non far nulla. Eppure noi siamo il mondo ci ricorda la canzone e ancora siamo noi quelli che rendono la giornata un po’ più luminosa... E allora io mi e vi chiedo: che cos’ha questo mondo che non mi piace? Cosa vorrei cambiare? E soprattutto: cosa posso fare io, per cambiare? Attenzione però: è chiaro che se stiamo sui massimi sistemi, difficilmente ci caveremo i piedi, ma se invece ci concentriamo su cose a noi più vicine, sulle nostre esperienze e sulle consapevolezze che abbiamo elaborato a partire da lì, bè…sono sicura che raccoglieremo grandi riflessioni! Avanti dunque: ora tocca a voi!».
«Hai ragione Maura» interviene Giuseppina «Se come nella canzone, ciascuno facesse la propria parte, tutti insieme faremmo cose grandi! Ma il fatto è che nessuno fa il proprio! A me danno fastidio i ragazzi di oggi! Sono troppo superficiali! A mia figlia io ho insegnato il rispetto per tutti: dal povero al ricco. Non si dovrebbero mai far differenze…Ma oggi invece tutti ci giudicano per l’apparenza».
«Sì hai ragione!» rincara Francesco «Oggi i ragazzi non riescono nemmeno più a parlare l’italiano, ad esprimersi bene. Secondo me si è persa una corretta modalità educativa».
«È una società distorta la nostra» interviene Ivano scuotendo la testa «C’è ignoranza sulla storia: nessuno sa più da dove viene, quali sono le sue radici: questo è un gran guaio. Poi ci sono dei falsi valori e non si rispetta più la vita in tutte le sue forme. Spesso mi capita di vedere persone in strada che stanno male, ma nessuno si ferma o si preoccupa. Una volta ho fatto fermare l’autobus su cui ero, per scendere e prestare soccorso ad una persona stesa a terra, in difficoltà. Vicino a me qualcuno ha urlato: ma che cazzo fai? Lascia stare, vieni via…».
«Nella canzone si ripete tante volte: cambiamo il mondo tu ed io» si fa avanti Emanuela, timidamente «Io credo che per cambiare il mondo serva avere tanta fiducia! Ma ce ne è poca in giro, in questo mondo capovolto. Io poi appartengo ad un’altra generazione: sono cresciuta molto più inquadrata nelle regole e soprattutto avevo molte meno cose. Ora che sono nonna, vedo che faccio fatica ad intendermi con i nipoti: siamo davvero diversi. Ma se dovessi risistemare il mondo, io userei l’amore per la cultura come strumento!».

 Fare caso alla luce

«Sapete? Io la vedo diversamente» interviene Franca con convinzione «Qualche tempo fa mi è capitato proprio questo: scendendo dall’autobus sono caduta. Ho battuto la testa e perdevo parecchio sangue. Ero lì per terra, spaventata. Ti senti tanto piccola quando sei stesa così sul marciapiede…Allora si è avvicinata una giovane donna, gentilissima, si è chinata e mi ha detto sorridendo: “Signora, signora: mi guardi. Ecco, senta: io sto con lei. Non la lascio, sa? Resto qui con lei, le tengo vicino la borsa, così nessuno gliela porta via. Mi stringa la mano!” Un altro ragazzo è sceso dal bus e mi ha retto la testa, per tutto il tempo finchè non è arrivata l’ambulanza: non ha nemmeno avuto paura di imbrattarsi i vestiti…A me dispiaceva e lui mi diceva di star tranquilla, che non era niente…Insomma, io non posso proprio dire di aver sperimentato dell’indifferenza, al contrario! E sapete che vi dico? La luce non c’è solo in fondo al tunnel, ma se ci fate caso, si trova anche all’inizio ed in mezzo… Ci dovete far caso, però!».
«Ultimamente sono tornato a Messa» confessa Maurizio «e son convinto che il Signore abbia anche per me un disegno speciale. Certo, io non posso cambiare molto questo mondo, ma non dimentico che ho sempre – come tutti -  il grande potere di essere d’esempio. Vi ricordate che Dio sarebbe stato disposto a salvare Gomorra se avesse trovato dieci giusti? Bè io sono davvero convinto che posso essere capace di salvare il mondo semplicemente comportandomi bene. Allora faccio così: cerco di comportarmi bene».
«Io ho degli amici» interviene Vincenzo «e coltivare le amicizie è sempre una buona cosa per cambiare il mondo. Nel mondo c’è il bene ed il male. Ma uno sguardo equo tiene insieme questi due aspetti. In questo mix sempre presente di bene e di male, anche io cerco di valorizzare il bene con i miei comportamenti concreti. Il bene c’è sempre – ha ragione Franca! – ma il fatto è che sta insieme al male.  La cosa sostanziale è non perdere mai la fiducia nel fatto vero che il bene c’è sempre, anche se un po’ nascosto dal male. Insomma il bene non è mai “puro”, ma c’è. Bisogna aver fiducia nel bene e nell’aiuto di Dio per riconoscerlo».

 Vedrai che cambierà

«Io son d’accordo con Maurizio» si fa avanti Marcello «L’esempio è tutto! Certo, viviamo in un mondo sempre più competitivo e questo purtroppo fa vedere l’altro in ogni occasione come un rivale. Comanda il denaro e più ancora il successo: si è quasi obbligati in questo. Non si può fallire né sbagliare mai, in nessun campo. Per questo c’è indifferenza per i vinti e per i fragili. O forse facciamo paura, non so…Tutti i figli oggi crescono sentendosi vezzeggiare: come se i genitori volessero vedere nei loro figli già un’immagine di successo… bisogna aver tanta pazienza, oltre alla fiducia: questo è importante! E bisogna sapersi trattenere ed evitare di competere. E comunque io continuo a credere che i giovani oggi siano pochi, ma di gran valore: proprio l’altro giorno un ragazzino mi ha rincorso come un matto e, quando finalmente mi ha raggiunto, mi ha allungato il mio cellulare e ormai senza fiato, mi ha detto: “Mi scusi signore, le è caduto di tasca questo!” mi ha sorriso e poi se ne è andato via, tutto contento. Bè, vi dico che mi ha commosso!».
Pazienza, fiducia, buon esempio, amore per la cultura, condivisione e uno sguardo attento per riconoscere intorno a noi il tanto bene che non manca mai. Il mondo cambia davvero, se cambiamo il modo di considerarlo: provare per credere. Parola degli amici del tè!