Dal 17 al 22 aprile i cappuccini dell’Emilia-Romagna hanno avuto il loro capitolo provinciale triennale: fr. Fabrizio ce ne offre un resoconto.
Fr. Lorenzo Volpe ha curato la pubblicazione di un volume sul venerabile Daniele da Torricella, volume qui presentato da Angela Zini.

a cura della Redazione di MC

 C’è del nuovo in capitolo!                      

Se il papa alza i cappuccini schiacciano

 di Fabrizio Zaccarini
della Redazione di MC 

Il 18 maggio del 2022, dopo pluridecennale insistenza dei francescani, il papa ha permesso agli istituti clericali di vita consacrata di eleggere come loro superiori ad ogni livello anche i frati non ordinati presbiteri.

Noi siamo un istituto misto di fratelli, presbiteri e non presbiteri, uguali nella dignità, nei diritti e nei doveri. Nel diritto canonico però gli istituti misti non sono contemplati: o clericali o laicali, punto. Noi all’aut aut ci siamo adattati, così anche tra noi i fratelli non chierici non potevano diventare superiori.

Il fratello dove lo metto?

L’adattamento però ci stava stretto. Perciò la nostra insistenza, a cui, finalmente, il papa ha risposto positivamente.
Ne sono seguite tutta una serie di sottigliezze giuridiche, in cui mi perdonerete se non mi addentro, ma, se non avete programmato di cadere in un fosso, non va mica bene che un cieco guidi un altro cieco (cf. Lc 6,39). Perciò mi fermo al fatto: San Marino, 17-22 aprile 2023, capitolo della provincia dei frati cappuccini dell’Emilia-Romagna, risulta eletto nuovo provinciale fra Giacomo Franchini, fratello non sacerdote, apprezzatissimo come medico e responsabile di lungo corso della nostra infermeria.
Detto altrimenti, la palla alzata dal papa i cappuccini dell’Emilia-Romagna l’hanno messa a terra. Ora bisogna aspettare la conferma romana della curia generale e quella vaticana della congregazione degli istituti di vita religiosa. Intanto fra Giacomo è il provinciale dei cappuccini dell’Emilia-Romagna. Fra Davide Saccò, mentre preparava la celebrazione eucaristica che ha concluso il match in gloria, diceva: «Le altre volte il provinciale presiedeva la celebrazione conclusiva, ma fra Giacomo dove lo metto? Non è sacerdote, con i sacerdoti no e con gli altri frati no, è provinciale!». Ecco: i dubbi liturgico-spaziali di fra Davide, quelli giuridici di fra Alfredo Rava, canonista, segretario del capitolo e rappresentante legale dell’ordine, sulla tempistica del riconoscimento romano dell’elezione avvenuta, «pochi giorni? alcuni mesi?»; la contraddizione per cui fra Giacomo si troverà a delegare al suo vicario, fra Filippo Gridelli, atti su cui non ha potestà (accogliere candidati agli ordini sacri, ad esempio), tutto dice che stavolta la realtà è venuta prima dell’idea. Toccherà alla teologia, alla liturgia e al diritto provare a ragionare partendo dai fatti invece che dalle idee.
Comunque, ora nella Chiesa il governo non appare più strettamente vincolato all’ordine sacro, così osserva fra Michael Perry, ministro generale dei frati minori dal 2013 al 2021. Se i religiosi hanno ancora un ruolo nella Chiesa, io credo sia proprio questo: aprire strade nuove di sinodalità, esplorarne asperità e vantaggi, assumendosi anche il diritto e il rischio di sbagliare, portare, qualche volta, al limite di rottura i canoni del diritto, più malleabili, si spera, del sacro canone, e vedere se e come possano evolvere e aprirsi a inedite manifestazioni di valori evangelici.
Altre novità? Ce ne sono state, a diversi livelli.

 Stratigrafia dei livelli di novità

A livello metodologico. Dopo vari tentativi siamo finalmente riusciti a dare precedenza, per i primi tre giorni di capitolo, all’ ascolto e al dialogo fraterno. Solo dopo abbiamo eletto il provinciale e i suoi consiglieri. Come dire, prima si prova a capire insieme quali siano i passi da fare, poi si sceglie chi può aiutarci a farli.
Non solo: per la prima volta abbiamo affrontato il dialogo capitolare in modo diversificato, dedicando buona parte di due mattinate e di un pomeriggio ad ascoltarci in tre piccoli gruppi di 14 persone. La consegna era provare a intrecciare il primo giorno preghiera ed evangelizzazione, il secondo preghiera e fraternità, il terzo preghiera ed economia. L’idea di intrecciare aspetti diversi della nostra vita con l’unica fonte della preghiera era parsa molto stimolante durante l’assemblea precapitolare.
All’atto pratico, bisogna riconoscere che l’intreccio era difficilmente praticabile per i gruppi. Va sottolineato però che ci siamo ascoltati gli uni gli altri con notevole libertà e rispetto, evitando di entrare in discussione gli uni con gli altri. In ogni gruppo un frate aveva il compito di verbalizzare gli interventi per riferire poi in assemblea plenaria. Solo dopo si apriva il dialogo in assemblea. La dinamica ha favorito l’emergere di proposte che, in un’assemblea più numerosa, probabilmente sarebbero rimaste vittime di autocensura e ha permesso a diversi frati, che in assemblea plenaria facilmente non sarebbero intervenuti, di esprimersi serenamente.
A livello provinciale. Per la prima volta ho avuto la percezione che le due ex province siano davvero alle nostre spalle. Nessuno ha protestato, né per l’elezione a provinciale di un frate proveniente dalla ex provincia di Parma, come i due precedenti (in passato è stato invocato un principio di alternanza), né per il fatto che tutti i consiglieri eletti, 4 su 4, provengono dalla ex provincia di Bologna. Va a finire che, nel capitolo postpandemico del 2023, diciotto anni dopo la riunificazione del 2005, la provincia dell’Emilia-Romagna è diventata davvero una e maggiorenne!
A livello di programmazione. Già la commissione precapitolare si è raccomandata di iniziare a preparare il capitolo almeno un anno prima. Diversi interventi hanno sottolineato l’utilità di usare quell’“almeno” per prendere esempio dalle province che, appena finito un capitolo, subito iniziano a preparare quello successivo. Ciò garantirebbe al dialogo capitolare un approfondimento e una serietà altrimenti impensabile. Chissà, verrà ripreso il tema della preghiera rimasto sullo sfondo? Si potrà tener conto dei molteplici intrecci che avevamo intuito senza poterli sviluppare?

 Una conferma, le presentazioni, gli auguri

Sottolineo non una novità, ma una conferma così consolidata da essere ormai diventata una tradizione. E cioè il Bar del povero, che, materialmente, non è altro che l’ampio bagagliaio dell’automobile di fra Adriano Parenti, che, debitamente attrezzato, con generosità accoglie e distribuisce diverse squisitezze alcoliche. Digestivi, più o meno amari, nocino, vov, così apprezzato che io, e altri come me, finito di bere, con cura ripulivamo il bicchierino aiutandoci con il dito indice.
Lascio queste dolci amenità e presento brevemente gli eletti. Del provinciale ho già detto in lungo e in largo. Ho accennato che il suo vicario è Filippo Gridelli, attualmente è guardiano a Cesena, ha studiato teologia fondamentale. I consiglieri sono: fra Valentino Romagnoli, licenziato in Sacra Scrittura a Gerusalemme, ora vicemaestro dei postulanti a Lendinara (Rovigo); fra Michele Papi, ha studiato ecumenismo a Venezia, è stato missionario in Turchia alcuni anni, assistente Scout, collabora con fra Matteo Ghisini nell’animazione missionaria; fra Paolo Raffaele Pugliese, responsabile della pastorale giovanile vocazionale, studioso dei Padri della Chiesa e in particolare della tradizione siriaca.
Chiudo augurando a fra Giacomo nostro provinciale di onorare la promessa che ci ha fatto prima che il vicario generale, fra Josè Angel Torres, invocasse sui capitolari la benedizione dell’Onnipotente. «Ho fatto tutto ciò che potevo per aiutare i frati che avevano bisogno di cure in infermeria; farò tutto ciò che potrò da provinciale per aiutarvi a servire il popolo di Dio e ad annunciare Gesù e il suo vangelo».