Siate egoisti, pensate anche agli altri

Avere a cuore la salute ambientale e sociale del pianeta è la scelta più conveniente

 di Michele Dotti*
educAttore, formatore, scrittore, direttore di L’Ecofuturo Magazine

  La parte più ricca dell’umanità è miope. Lo sfruttamento delle risorse naturali (materie prime ed energia) e anche della manodopera dei fratelli più poveri, nel sud del mondo, sembra infatti - apparentemente - portarle grandi vantaggi, o per meglio dire privilegi.

E in parte questo è sicuramente vero. Ma dall’altra parte, l’impatto ambientale delle sue scelte è tale da generare conseguenze sociali difficili da immaginare, che stanno diventando un vero e proprio boomerang.
È innegabile che la disponibilità energetica immensa - e senza precedenti nella storia - portata dalla rivoluzione industriale abbia permesso progressi enormi per una buona parte dell’umanità. Non solo progressi materiali, ma anche in termini di diritti e qualità di vita. Forse non è un caso se prima di allora in nessun paese del mondo esisteva una qualsivoglia forma di Welfare. E sicuramente la tecnologia ha liberato tempo, sostituendo tanti lavori quotidiani, anche pesanti, che prima erano svolti a mano.

 I migranti climatici

Eppure, alla lunga, tutto questo ha comportato un impatto ambientale di cui per molto tempo non si è avuta piena consapevolezza. La natura ha impiegato milioni di anni, attraverso le piante e la fotosintesi clorofilliana, a stoccare l’anidride carbonica nel suolo. L’estrazione dei combustibili fossili ha liberato una buona parte di questa CO2 nell’atmosfera nel giro di pochi secoli. Questa, insieme ad altri gas climalteranti, ha generato la componente antropica del riscaldamento globale, i cui effetti sono ormai evidenti a tutti e diventeranno sempre più gravi in futuro, se non si riuscirà a invertire la rotta.

Tali effetti gravano in particolar modo sugli ecosistemi più fragili e sulle persone più vulnerabili, le quali si trovano così costrette a lasciare le proprie abitazioni e a spostarsi per cercare di fare fronte alle mutate condizioni climatiche e ai drammatici effetti che queste causano sugli ecosistemi e su tutti gli aspetti del loro vivere. Quando parliamo di migrazioni, la maggior parte di noi non ha davvero un’idea di cosa stia accadendo nel mondo. Quello che alcuni chiamano “invasione”, in realtà non è che la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più ampio e profondo. Sulle nostre coste sbarcano ogni anno migliaia di cosiddetti “migranti”, mentre quelli che ogni anno lasciano la loro terra per cercare fortuna altrove - prevalentemente con migrazioni interne ai loro continenti e quindi invisibili ai nostri occhi - sono centinaia di milioni!

 Circoli viziosi o virtuosi

Inoltre, l’ingiustizia - in ogni sua forma - genera condizioni di povertà estrema che hanno, paradossalmente, un impatto profondo sull’ambiente. Non sono solo i paesi ricchi, infatti, ad inquinare e ad alterare il clima. Anche i poveri hanno un impatto enorme, poiché - ad esempio - non hanno alternative a legna o carbone per cucinare e riscaldarsi. Questo significa deforestazione, per avere legna disponibile, ed emissione di CO2, durante il suo utilizzo, andando così ad aggravare ulteriormente l’impatto sui cambiamenti climatici.
Migliori condizioni di vita permetterebbero invece di sviluppare alternative meno impattanti sul clima (e anche sulla salute). Questo enorme squilibrio, a livello globale, causa problemi per tutti. È impensabile, infatti, che in un mondo interconnesso in ogni aspetto della vita, le conseguenze dei cambiamenti climatici e delle ingiustizie economiche non si ritorcano anche contro la parte più ricca e privilegiata del pianeta la quale, erroneamente, si sente al sicuro e pensa di poter gestire la situazione attraverso leggi e norme volte a controllare i flussi migratori internazionali.
L’unico modo per creare sicurezza, per tutti, è ridurre le ingiustizie, promuovere migliori condizioni di vita ovunque e riequilibrare il rapporto alterato con la natura, riportando la CO2 nel sottosuolo. Per fare questo è necessario liberarsi rapidamente dai combustibili fossili, promuovendo con grande determinazione le energie rinnovabili ad ogni livello del nostro vivere.

 Scegliere consapevolmente

Decisivo risulta anche il ruolo che può giocare l’agricoltura nel riportare l’anidride carbonica nel suolo. Questo può avvenire su scala industriale, con alcune strategie che hanno dimostrato la loro efficacia (si veda al proposito il progetto “Farming For Future”) ma anche a livello individuale o familiare attraverso la rivoluzione dell’orto bioattivo, capace di invertire la rotta, riportando fertilità e biodiversità nel suolo, permettendo così di produrre cibo di grande qualità nutrizionale e in una quantità fino a dieci volte maggiore rispetto a un orto normale. Questa semplice tecnica agronomica potrebbe sfamare il pianeta, riportando al contempo l’anidride carbonica nel suolo.
Ecco, dunque, quello che possiamo fare: scelte consapevoli - a partire dai nostri consumi - che promuovano giustizia e sviluppo per tutti i fratelli del mondo; e scelte ecologiche che riequilibrino il rapporto con la natura, andando così a frenare l’esodo altrimenti inarrestabile di milioni di disperati che cercano semplicemente di vivere.
Questo - fra l’altro - non richiede neppure una particolare sensibilità o uno spirito solidale: anche per i più egoisti sarebbero scelte convenienti, e meno miopi, per assicurarsi maggiore sicurezza e serenità, da tutti i punti di vista. Volendo spiegarlo loro potremmo usare lo slogan: «Siate egoisti, pensate anche agli altri».