Per non fare Terra bruciata

Domande e risposte per capire di più sui cambiamenti climatici

 intervista ad Anna Ricci Petitoni,
insegnante di matematica e scienze
 a cura di Pietro Casadio, 
della Redazione di MC

 Che cos’è l’ecologia?

L’ecologia è la scienza che si occupa degli ecosistemi cioè delle interazioni tra gli organismi viventi e il loro ambiente.


Gli esseri viventi si sono sempre adattati all’ambiente, modificandosi insieme ad esso, e questo ha consentito l’evoluzione, ma il problema è che, adesso, l’uomo in particolare, tra tutti gli esseri viventi, ha cominciato a modificare il proprio ambiente con conseguenze disastrose.Quali sono le conseguenze di queste modificazioni? I cosiddetti cambiamenti climatici. Che cosa sono i cambiamenti climatici e che effetti hanno sull’ambiente a cui gli organismi viventi si devono adattare? Con il termine di cambiamento climatico si indica: l’aumento della temperatura media del pianeta Terra, lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello marino e degli oceani, il cambiamento delle correnti marine, la distruzione delle barriere coralline, l’aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi, la perdita di biodiversità, ecc.
Di fatto si è rotto quell’equilibrio naturale che ha guidato la trasformazione del nostro pianeta per milioni di anni.

 Chi si occupa dei cambiamenti climatici?

L’ Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) è il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici che esamina e valuta le più recenti informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche prodotte in tutto il mondo, e importanti per la loro comprensione.
Migliaia di ricercatori provenienti da tutto il mondo contribuiscono al lavoro dell’IPCC su base volontaria. Il processo di revisione è un elemento fondamentale delle procedure IPCC per assicurare una valutazione completa e obiettiva delle informazioni attualmente disponibili.
A partire dal 1990 l’IPCC ha prodotto circa ogni 5 o 7 anni un report con tutti i dati scientifici raccolti e le conclusioni alle quali sono arrivati.
Il 20 marzo 2023 si è conclusa la pubblicazione del sesto rapporto di valutazione sui Cambiamenti Climatici che sottolinea come sia “più probabile che non” che le temperature globali raggiungano un riscaldamento di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, ponendoci sulla rotta di un superamento dell’obiettivo fissato alla conferenza sul clima di Parigi del 2015.
Durante la presentazione del rapporto, avvenuta il 20 marzo 2023, il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha esortato ad «agire per il clima su tutti i fronti» e ha descritto il rapporto come un piano di riferimento per il modo in cui i governi possono ancora agire per mitigare i danni inflitti dagli impatti dei cambiamenti climatici.
Tuttavia, ha anche sottolineato l’invito del rapporto a un’azione più urgente, chiedendo ai Paesi di anticipare di un decennio i loro piani per il raggiungimento dello zero netto di emissioni. «I leader dei Paesi sviluppati devono impegnarsi a raggiungere lo zero netto il più vicino possibile al 2040, limite che tutti dovrebbero puntare a rispettare», ha dichiarato.

 Quali sono le principali conclusioni in sintesi del sesto rapporto?

Per ogni dato livello di riscaldamento futuro, molti rischi legati al clima sono superiori a quelli valutati nel precedente rapporto del 2013/14, e gli impatti a lungo termine previsti sono molte volte superiori rispetto a quelli attualmente osservati. I rischi e gli impatti negativi previsti e le relative perdite e i danni derivanti dai cambiamenti climatici aumentano con ogni incremento del riscaldamento globale. I rischi climatici e non climatici interagiranno sempre più tra loro, creando rischi composti e a cascata che sono più complessi e difficili da gestire.
Alcuni cambiamenti futuri sono inevitabili e/o irreversibili, ma possono essere limitati da una profonda, rapida e sostenuta riduzione delle emissioni di gas serra a livello globale. La verosimiglianza di cambiamenti improvvisi e/o irreversibili aumenta con livelli di riscaldamento globale più elevati. Allo stesso modo, la verosimiglianza di esiti a bassa probabilità associati a impatti negativi potenzialmente molto grandi aumenta con livelli di riscaldamento globale più elevati.
Le opzioni di adattamento, che sono fattibili ed efficaci oggi, diventeranno limitate e meno efficaci con l’aumento del riscaldamento globale e con esso le perdite e i danni aumenteranno e sempre più sistemi umani e naturali raggiungeranno il limite di adattamento.
Tutti i percorsi globali simulati che limitano il riscaldamento a 1,5°C (>50%) con un overshoot nullo o limitato, e quelli che limitano il riscaldamento a 2°C (>67%), implicano riduzioni delle emissioni di gas serra rapide e profonde - e nella maggior parte dei casi immediate - in tutti i settori in questo decennio. Le emissioni globali nette di CO2 vengono raggiunte per queste categorie di percorsi, rispettivamente all’inizio degli anni 2050 e intorno all’inizio degli anni 2070.
Il cambiamento climatico è una minaccia per il benessere umano e la salute del pianeta. Si sta rapidamente chiudendo una finestra di opportunità per garantire un futuro vivibile e sostenibile per tutti. Lo sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici integra l’adattamento e la mitigazione per promuovere lo sviluppo sostenibile per tutti ed è reso possibile da una maggiore cooperazione internazionale, compreso un migliore accesso a risorse finanziarie adeguate, in particolare per le regioni, i settori e i gruppi vulnerabili, e una governance inclusiva e politiche coordinate. Le scelte e le azioni messe in atto in questo decennio avranno impatti ora e per migliaia di anni.

 Quali sono allora i rischi che stiamo correndo?

Le conseguenze a cui rischiamo di sottoporre l’umanità sono la riduzione della disponibilità di acqua potabile, la capacità delle produzioni agricole destinate all’alimentazione, la salute e la produttività degli allevamenti, la riduzione delle risorse ittiche, l’aumento delle malattie infettive, asma e allergie, la malnutrizione, la salute mentale, maggiori inondazioni delle terre emerse con i danni derivanti, piene e temporali distruttivi, danneggiamenti delle infrastrutture umane, danni economici in tutti i settori. 

Quali sono le misure urgenti da prendere per salvare Madre Terra?

Ridurre le emissioni di gas ad effetto serra, anidride carbonica principalmente, ridurre il consumo energetico, in particolare favorendo le fonti rinnovabili invece di quelle basate sul carbonio, l’elettrificazione dei trasporti, il riutilizzo e riciclo dei prodotti, la riduzione della produzione di rifiuti, migliorare la gestione e l’uso del suolo, mettere a punto nuove tecnologie per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica emessa.
Ciascuno di noi può dare il proprio contributo attraverso il proprio stile di vita affinché diventi il più sostenibile possibile sia per il riscaldamento domestico, per il modo in cui si sposta, come si fanno le vacanze (quanti aerei si prendono), quali acquisti si fanno (quanti vestiti nuovi), come si mangia (quante volte a settimana la carne rossa), quanti e quali rifiuti si producono!

 Per approfondire:
ipccitalia.cmcc.it/ar6-sesto-rapporto-di-valutazione/