La musica è un linguaggio privilegiato, un linguaggio universale; ritenuta lingua della Creazione, è comprensibile da tutte le creature e può diventare luogo di incontro e dialogo. La musica insegna a dialogare apertamente, con rispetto e gentilezza, sia con noi stessi che con il resto del mondo.

a cura di Barbara Bonfiglioli

 Musica Maestro!

Una sola fede canta e loda 

di Felix
esperto della Christian Music in Italia

 La capacità della musica di riconciliare unità e pluralità è la prima ragione teologica che la rende protagonista del dialogo interconfessionale.

La musica tocca corde e (com)muove le persone. In particolare, la musica assume un ruolo cruciale nel "contattare" i giovani e nell'incanalare i loro sentimenti individuali in una comunione profonda ed intensa. Se le discussioni teologiche o filosofiche, pur nella loro fondamentale importanza, possono risultare fredde e distanti al mondo dei giovani, la musica - con la sua bellezza, il suo fascino e la sua capacità di ispirare stupore - può aiutarci a "tenere insieme" le domande e i dubbi, la predicazione e l’evangelizzazione. Incarna una pienezza di significato che può facilmente essere condivisa da coloro che si identificano nel cristianesimo, e anche da molti che non si dicono cristiani.
Da almeno 15 anni mi occupo di promozione della musica di ispirazione cristiana e per farlo, oggi, non si può prescindere dall’uso dei social network dove troviamo tanti musicisti che stanno gettando ponti di dialogo con iniziative interessanti.

 La Christian Jam

La musica rap, nelle sue moderne declinazioni, infervora le nuove generazioni; così diversi artisti hanno scelto per evangelizzare proposte con sonorità riconducibili alla musica di strada. Il flusso di parole con rime e assonanze si presta alla condivisione dei propri vissuti e lo stile fraterno interno alle gang hip hop rimanda ad un concetto di comunione.
Sempre più artisti si salutano con l’epiteto “fra’”, abbreviazione di “fratello”, proprio come capita nelle comunità dei frati. Questo desiderio di affratellamento ha portato a inizio autunno alcuni rapper a organizzare un mega raduno di tutti gli artisti che propongono gospel rap, ovvero rap, trap e affini. La chiesa evangelica Sabaoth di Alessandria ha offerto i suoi spazi e, in accordo con i pastori, si è provveduto ad allestire adeguatamente l’evento. La pagina instagram “Gospel Flow Italia” ha sparso la voce invitando a partecipare all’evento.
Sebbene i rapper cristiani in Italia censiti siano meno di un centinaio, questa iniziativa ha portato tantissimi di loro ad aderire da subito, coinvolgendo le rispettive chiese di appartenenza. Non si può inquadrare l’appuntamento come un mero evento musicale: si è scelto di riunirsi per conoscersi e proclamare le meraviglie che il Signore ha compiuto nelle vite di ciascuno. Tra le rime e il beat, si sono alternate storie di redenzione, testimonianze di conversione e missionarietà, brevi sermoni e inni di lode a Colui che trasforma la vita riempiendola di senso e gioia profonda.
Dieci anni prima (anche se in versione ridotta), dieci rapper di ispirazione cristiana appartenenti a diverse denominazioni evangeliche e cattoliche, dalla Svizzera alla Sicilia, si riunirono per pubblicare un brano che cantasse l’essere fratelli in Dio Padre. Si intitolava "Ci sarà un perché" e vedeva la collaborazione unica e irripetibile dei 2 Soul (a cui apparteneva Gionathan De Stradis), Esdra, Shoek, Giokey & Josuey, Holy Generation, Cristopher, E-Sus dj. Nove voci differenti che nello scegliere di ritrovarsi insieme hanno testimoniato l’importanza di stimarsi come primo passo verso l’unità. Il video è ancora disponibile sul canale YouTube di Alessandro Raimo.
La degna conclusione è arrivata con una jam finale di freestyle e un fraterno abbraccio che ha coinvolto gli artisti sul palco. Al di là del fatto che ci si possa trovare o meno in sintonia con l’hip hop o la trap, la Christian Jam di Alessandria ha aggiunto un piccolo tassello al dialogo per l’unità delle Chiese. Il rispetto delle differenze e l’accoglienza reciproca nascono dalla strada, dal basso, come il genere urban, e diventano cultura. La prossima Christian Jam si terrà a Biella il 25 marzo 2023.

 Worship

Sta dilagando anche nella nostra penisola lo stile di preghiera musicale di alcune chiese evangeliche: lo chiamano “worship”, generalizzando il nome della “worship music” ovvero la musica utilizzata nei momenti di culto e adorazione nelle riunioni di chiese come Vineyard, Elevation, Hillsong, Bethel, Planetshakers, Harvest Bible Chapel, New Life, Vive, per citare le più note. Una pratica di preghiera che ricorda molto quella del Rinnovamento nello Spirito e del Rinnovamento Carismatico, ma con suggestivi momenti prolungati di ripetizione di alcune formule cantate. Mentre nelle diocesi si organizzano serate di “worship” traducendo le canzoni più celebri dall’inglese, i responsabili della principale realtà legata a questo genere musicale, ovvero gli Hillsong Worship (il mega-coro della Hillsong Church di Sydney), hanno contattato Francesco Lorenzi, il leader della più nota band “cattolica” italiana, The Sun, per chiedere al suo gruppo di realizzare una raccolta di 13 dei loro brani, in italiano.
La sfida era decisamente impegnativa: bisognava tradurre le parole senza alterare il significato dei testi, occorreva mantenerli attinenti alla Parola di Dio, ma era imprescindibile preservare il sound accattivante, fluido, comprensibile. Possiamo dire che il risultato è stato raggiunto. Per la registrazione, Lorenzi ha chiamato in suo aiuto alcune delle voci più celebri della Christian Music italiana creando un team pluriconfessionale. Non c’era occasione migliore di un disco come questo, fatto di brani che sono i pilastri della christian music mondiale, per unire e cantare a una sola voce la fede.

 Solo nella fraternità

Ecco l’elenco dei 10 artisti coinvolti e i brani prodotti: Angelo Maugeri, “Sia lode al Nome” (O praise the Name); Dario Urbano dei Nuovi Orizzonti Music, “La mia roccia” (Cornerstone); Debora Vezzani, “Re dei Re” (King of Kings); GenVerde, “Verrai” (You’ll come); Ilaria Della Bidia, “Osanna”, “Vasi rotti” e “Che magnifico Nome” (Hosanna, Broken Vessels, What a beautiful Name); Laboratorio del suono (la band del SERMIG) e Marco Maccarelli, “Saldo in Te”, “Gesù ho bisogno di Te” (Still, Jesus I need You); Lidia Schillaci, “Oceani” (Oceans); Luca Fiore, “Questo io credo” (This I believe - The creed); Reale, “Nessun altro Nome” (No other Name); The Sun, “Io mi arrendo” (I surrender).
Racconta Lorenzi dal suo blog: «Ascoltandolo ci si immerge in una onda energetica fatta di preghiera, fiducia, rigenerazione, lode, incoraggiamento… è tutto ciò che la musica dovrebbe fare! Non esagero se dico che è un album terapeutico. Fa vibrare il cuore e lo riporta alla relazione più importante della nostra vita: quella con Dio. Un ulteriore aspetto singolare del disco che ascolterete è che in molti brani ci sono collaborazioni intrecciate tra i vari artisti che hanno preso parte al progetto, [...] a cui si sono aggiunte mogli, sorelle e fratelli spirituali, [...] voci che, pur facendo parte della medesima scena musicale nazionale, non avevano mai cantato insieme prima in una registrazione. [...] artisti eccezionali che posso chiamare amici: persone vere, solide, coerenti nelle loro splendide diversità. [...] solo nella fraternità si costruisce qualcosa che può restare per sempre».

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