Suggestioni di una Via Crucis

L’opera di Giovanni Cimatti presentata a Faenza

di P.G.

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La croce centro ispiratore

Oltre due anni fa, i frati cappuccini di Faenza si trovarono con la triste sorpresa del furto della Via Crucis nella loro chiesa. Era una bella stampa a colori del ’700, ma ancor più i parrocchiani vi erano legati affettivamente. Senza aspettare troppo tempo, i frati lanciarono l’idea di commissionarne una nuova a un qualche artista. Non si dovette cercare molto, perché proprio della parrocchia faceva parte chi avrebbe, nel giro di due anni, ideato e costruito la nuova Via Crucis, il maestro ceramista Giovanni Cimatti. Faentino doc, si era formato in gioventù alla scuola di noti artisti locali quali Angelo Biancini.

La sera del 9 marzo, nella chiesa dei cappuccini di Faenza, l’artista ha presentato la sua opera, che si può considerare come l’esito di un itinerario durato due anni, caratterizzato da discussioni, disegni, confronto, proposte, in cui i protagonisti sono stati, oltre l’artista, i frati e i parrocchiani.

La gente ha accolto subito con favore il “manufatto” pensato e realizzato per aiutare la fede. La gente aveva avuto l’opportunità di seguire le tappe nel tempo attraverso due mostre: quella dei disegni preparatori e quella dei disegni esecutivi con le variazioni in corso d’opera. Già in fase di progetto ci si è sottoposti alla valutazione della parrocchia. Da sottolineare che in seguito ha avuto luogo l’esposizione della formella della crocefissione; essa è stata la prima ad essere realizzata ed è da considerarsi come ispiratrice di tutte le altre.

Dodici stazioni in ceramica. A queste ne dobbiamo aggiungere altre due collocate all’inizio del presbiterio, in alto, nel luogo di due lampade anch’esse rubate. Queste ultime composizioni rappresentano l’agnello immolato e la resurrezione. Considerando la Via Crucis nel suo aspetto complessivo, l’artista ha presentato alcuni aspetti caratteristici della sua opera, che sottolineano scelte che possiamo definire singolari e suggestive.

Cristo nell’abbraccio dello Spirito Santo

Innanzi tutto nelle stazioni troviamo l’unica figura del Cristo, quasi a voler aiutare colui che le osserva a concentrare la propria attenzione sul reale protagonista e sul suo mistero. È Cristo stesso che sembra condurre il fedele a orientare il suo sguardo, finalizzato all’atteggiamento contemplativo, che si dispiega essenzialmente secondo modalità relazionali. Quasi a volere evitare deviazioni dall’unico centro d’interesse che vale assolutamente la pena di perseguire.

Un secondo aspetto da tenere in considerazione è rappresentato da quell’elemento, anch’esso assolutamente unico, che crea continuità, collegamento, unitarietà, motivazione e forza. Sotto l’aspetto figurativo, si presenta come una striscia (una materia) difforme, color verde ghiaccio, che si insinua nella scena abbracciando e sostenendo. Utilizzando in modo sorprendente il ricco linguaggio del simbolo, l’artista ci accompagna all’individuazione dello Spirito Santo che si presenta in tal modo come colui che conduce questa storia di salvezza rappresentata, nella quale il fedele è invitato ad inserirsi senza indugiare oltre e con tutto se stesso. Rimanendo brevemente ancora sul simbolismo, è opportuno sottolineare la predilezione dell’artista per questa modalità fino ad utilizzarla per alcune stazioni; in questo caso l’elemento figurativo lascia il posto a composizioni che rimandano in modo efficace ai misteri che vogliono essere rappresentati e meditati.

Altra interessante scelta è stata quella di collocare le formelle della Via Crucis sulla nuda parete della chiesa, cromaticamente variegata, senza nessun elemento che li potesse mettere in maggiore evidenza. Tale scelta è stata suggerita dall’intento di evitare qualsiasi intervento di separazione, e di favorire invece un inserimento globale, quasi a confondersi con l’ambiente, che è tempio con una storia ormai lunga di comunità di fedeli che qui hanno trovato il luogo di incontro liturgico con il loro Signore. Ciò consente di “leggere” questa nuova Via Crucis nella prospettiva dell’incarnazione con la quale il Cristo si è posto e si pone accanto all’uomo in un’offerta permanente di salvezza.

E in tale prospettiva la nuova Via Crucis si presenta in continuità con quella precedente del ’700, finita chissà dove. Tutto ciò è simbolo delle generazioni di cristiani che si sono susseguite lungo i secoli e che hanno trasmesso le une alle altre la testimonianza della propria fede. Tutte con l’energia e la luce dello Spirito che ha permesso e permette a loro di camminare nella speranza lungo i percorsi della storia.

In una sorta di testamento, il maestro Giovanni Cimatti ha consegnato alla fraternità dei cappuccini e alla comunità parrocchiale l’opera appena conclusa. Non gli appartiene più. Ciò che gli appartiene è la grande gioia di avere messo i suoi talenti a servizio dell’uomo e della sua fede.

Per il profilo del maestro Giovanni Cimatti visitate il sito

www.giovannicimatti.it