Ecco alcune risonanze da parte di partecipanti agli eventi estivi della PGV cappuccini dell’Emilia-Romagna, delle Marche e del Veneto, insieme alle suore Francescane Missionarie di Cristo e Missionarie Francescane del Verbo Incarnato. Un’esperienza di servizio con i malati, un cammino sulle tracce dei primi cappuccini e un corso di esercizi spirituali tenuto da p. Paolo Pugliese responsabile del servizio di PGV.

a cura di Michele Papi

 Spiaggia, cammino e… Cingoli

Echi dalla Pastorale Giovanile

 In spiaggia a respirare

«Dove andiamo? A respirare un po'!». Sulle magliette di tutti i volontari e sui muri della struttura, ci sono coloratissimi disegni e, oltre al nome dell'associazione, c'è questa scritta.

Qui si fa proprio questo: si respira. Ma qui dove? Qui, a Punta Marina (in riviera romagnola, provincia di Ravenna). Qui, dove c'è una spiaggia speciale, quasi unica, attrezzata per dare la possibilità a tutti di fare un bagno in mare. Intorno e a sostegno del sogno di Dario Alvisi, della moglie Debora Donati e delle loro tre figlie, è nata nel 2017 a Faenza l'associazione "Insieme a te" con la volontà di costruire in Romagna (come visto e vissuto in Puglia) un luogo di accesso al mare attrezzato, sicuro e gratuito per disabili anche gravi, come i malati di SLA.
Provo a raccontarvi un po' cosa si respira qui. Si respira l'aria di mare, sanificatrice. Si respira a pieni polmoni e si vive un'opportunità apparentemente semplice ma per alcuni unica: una vacanza al mare alla portata di tutta la famiglia, suocere comprese. Si respira il sole, dono del Cielo, che brucia le spalle dei volontari ma dona vitamina e rende possibile non solo l'estate ma soprattutto l'esistenza di ogni cosa. Si respira la generosità di chi decide di spendere le proprie vacanze al servizio di altri e di chi addirittura organizza le proprie ferie per reincontrare amici speciali conosciuti proprio qui gli anni passati. Si respirano i gesti di cura dei familiari che dedicano ogni istante all'attenzione dei loro cari più fragili. Cura. Non è una parola meravigliosa?! Io penso di sì. Prendersi cura: il senso di ogni cosa.
Si respira poi anche qualcos'altro, qualcosa di davvero raro a questo mondo: la gratitudine, espressa a parole (da chi ha il privilegio di poter comunicare parlando), ma espressa anche e soprattutto attraverso occhi radiosi e sorrisi indimenticabili. Respirare l'aria di mare, che bello! Ma non tutti possono. Respirare, che privilegio. Trascorrendo qualche giorno qui, però, la prospettiva cambia. L'aria non puoi solo respirarla. L'aria puoi vederla, tramite una bandiera bianca che sventola e dà il via ogni giorno ad una nuova e grande possibilità di fare un bagno in mare. L'aria puoi annusarla nel profumo di una pesca matura, coltivata e trasportata fin qui con amore. L'aria puoi anche toccarla, o meglio è lei che tocca te, sfiorandoti il viso come una carezza, ma non una carezza qualsiasi. Una carezza che racchiude l'impegno quotidiano per amore di un figlio o di una moglie o marito.

Questo mio racconto, forse un po' troppo romanzato, non credo basti a descrivere tutto ciò che ho ricevuto e ciò che ho provato, insieme ad altri cinque ragazzi, durante il campo di servizio rivolto a giovani organizzato da Fra Paolo e Fra Marco, insieme a Suor Diba, Suor Elisa e Suor Alessia. Questo luogo è meraviglioso, ti colpisce e ti resta nel cuore. Ti colpisce la storia di Dario e di Debora e ti resta nel cuore l'immensa forza con cui dal dolore è risorto l'amore e ha creato meraviglie. A termine della mia esperienza di servizio qui, sono piena di gioia. Fare volontariato é sicuramente un dare, più che altro dare tempo ed energie fisiche, ma è anche un grandissimo ricevere, ricevere tempo vissuto appieno e ricevere energia, un'energia di tutt'altro tipo. E allora che altro dire se non: andate a scuriosare, leggete la storia di Dario e scoprite l'associazione "Insieme a te" e poi venite e servite anche voi, l'anno prossimo! Servire è regnare!

Marilena Monaco

 In cammino per ascoltare

Credo che nella vita possa capitare di impigrirci, di seguire una quotidiana routine che rischia di farci addormentare in ciò che si può definire zona di comfort. Fortunatamente a me e ad altri ragazzi, del Veneto e dell'Emilia-Romagna, è stata data la possibilità di scegliere di metterci in cammino per non accontentarci del semplice e banale, ma di andare alla ricerca dei desideri profondi che risiedono dentro di noi.
A lanciarci questo invito è stato un allegro gruppo di frati cappuccini e suore francescane: per coloro che hanno accettato la sfida, il 4 agosto del 2022 è iniziato il campo itinerante sul Cammino dei Cappuccini. Un percorso cominciato con la benedizione dei cappuccini del convento di Fossombrone e proseguito per varie tappe dalla bellezza unica, come: la gola del Furlo, Cagli (che ci ha visto immersi nella gioiosa festa di paese), il monastero di Fonte Avellana, la piccola Pascelupo e si è concluso a Fabriano. Questa è solo la prima parte di un percorso complessivo di 400 km. Il cammino, per sua natura, è un ottimo modo per conoscersi meglio, per ascoltarsi a vicenda e per vivere momenti di fraternitá. I momenti di deserto e preghiera hanno permesso di godersi un po' di dolce intimità con il Signore e con la natura che Egli ci ha lasciato in dono. La catechesi proposta ha dato un indirizzo alle nostre riflessioni e grazie alla vicinanza dei frati e delle suore abbiamo avuto l'opportunità di uno scambio e di un ascolto sincero e profondo. Ad arricchire l'esperienza sono stati i piacevoli incontri lungo il cammino, la pioggia di metà settimana, le notti in tenda e la presenza del Signore che si è manifestata oltre che nella bellezza del creato, nei volti, nelle mani e nei sorrisi dei compagni di viaggio.

Chiara Stoppa

 A Cingoli per costruire

Quando l’anima è una casa, la fede è un cantiere! Il blocco che ogni anno mi trovo ad affrontare, allorché mi viene chiesto di scrivere una testimonianza sulla settimana di esercizi spirituali a Cingoli, è indicativo di una realtà molto evidente. Un’esperienza così o la vivi, o la vivi. Potremmo scriverci poesie, racconti ispirati, intessere riflessioni, articoli, o narrare in stile giornalistico la minuziosa cronaca dei fatti. Ma tutto ciò non basterebbe a raffigurare la multiforme fraternità che viene a realizzarsi; la polifonia di voci e dialetti che si incontra in una danza sempre nuova nel ritmo e nella musica; i profumi puntuali delle pietanze che i volontari dell’OFS ci preparano; i colori e la leggera brezzolina di un’estate che va sfumando; le punture delle zanzare a digiuno troppo a lungo; la dolcezza lenta e paziente di sette giornate scandite dalla preghiera dei Salmi e dall’Eucaristia quotidiana, quasi fossimo immersi in un revival della Creazione; la presenza della Voce nella voce del predicatore o di un fratello o una sorella, che come angeli ti ritrovi accanto, pronti ad ascoltare e accogliere i frammenti di vita con cui arrivi e le domande che ogni tanto si accendono nell’intimo.
Di Cingoli (oramai il semplice toponimo è diventato metonimia per questa settimana estiva di esercizi) ne ho vissuti tanti, tutti mistici e unici per la ‘me’ che è cresciuta di anno in anno. Non è per abitudine che sono sempre ritornata, senza mai cercare esperienze altre, ma è per amore di un tempo che è fuori da ogni tempo e di uno spazio che ha il gusto di un altrove sconfinato ed eterno, in cui, senza vertigini, mi sento sempre a casa. Ho dimenticato quasi tutte le funzioni e le operazioni matematiche (e pensare che mi riuscivano pure bene!), ma mi è rimasto in testa qualche simbolo, grazie al quale potrei dire che Cingoli ≡ (equivale al) Paradiso, e che io e i fratelli ∈ (apparteniamo al) Paradiso. Non saprei essere più sintetica e semplice di così. Ed è per questo e suppongo anche per la gioia e il profondo stare bene che si sperimenta, che il giorno del rientro a casa da Cingoli si prova la stessa sottile amarezza che san Pietro di sicuro provò discendendo dal monte Tabor dopo la Trasfigurazione (Mt 17, 1-9). Lui – come biasimarlo? – voleva restare lassù. Ciò che, con fatica, piano piano si comprende è che il Signore non ci molla nel ritorno al nostro quotidiano, specialmente se tutti i giorni o, per usare le parole di san Francesco, «sempre costruiamo in noi una casa e una dimora permanente a Lui». È questa la sfida che ogni cristiano si trova a dover affrontare a un certo punto del cammino. E si sa, costruire una casa comporta un gran dispendio di energie e di tempo. È un lavoro in effetti: bisogna valutare le spese, pianificare, scavare, iniziare a costruire, gettare le fondamenta, le mura, allestire il tetto, preparare le stanze, l’arredamento e quant’altro. Una fatica, insomma! Almeno se le cose le si vuol fare bene.  Uscendo dalla metafora, nella fede come si può realizzare tutto questo ‘cantiere’? È la voce di Chiara d’Assisi a guidarci e darci una risposta. La Lettera che la santa scrive ad Agnese conserva e tramanda una perla di lucida verità: «la sola anima fedele è dimora e sede» di Dio. Il Padre non ama abitarsene lontano da noi nelle vaste sfere celesti; chi Lo conosce un po’ sa che, da sempre, Egli preferisce lo spazio talvolta un po’ angusto e sporco dell’anima nostra. Solo che per prendere piena consapevolezza del fatto che siamo tempio dello Spirito Santo e che custodiamo un giardino, un Eden in attesa di germogliare, non basta la settimana di Cingoli, neppure se come me ci tornaste ogni anno, ma serve una ordinarissima vita intera, fatta di un sì dietro l’altro. E non ci dobbiamo illudere che non incontreremo ostacoli o che la vita sarà pura euforia… Gesù non ci promette questo, ma qualcosa di più grande che attraversa le nostre sorde mediocrità: Lui sarà con noi e nell’inverno più frigido, fradici di pioggia, quando diranno male di noi e ci sbatteranno la porta in faccia solo perché abbiamo chiesto un briciolo di amore e di ristoro, allora proprio lì ci sarà un’occasione preziosissima per trasformare il male in bene, sperimentando la perfetta letizia. Nostro compito è stare attenti a non sprecarla. Doveroso e piacevole è quindi benedire tutti i volti ‘potenzialmente santi’ che il Signore mi ha messo di fronte in questa settimana, nei quali ho visto chiaramente il suo tocco d’Artista.

Benedetta Dui