Ricordiamo qui due confratelli defunti: Alessandro Piscaglia, Ministro provinciale, Vicario episcopale per la vita consacrata e Socio del Consultorio Familiare Bolognese, morto dopo lunga malattia trascorsa nella nostra Infermeria di Reggio Emilia; e poi Renzo Mancini, missionario in Etiopia, fantasioso, generoso, estroverso, morto in seguito ad incidente stradale.

a cura della Redazione

 Ricordando padre Alessandro Piscaglia

 

 

 

Sogliano al Rubicone (Fc) 1° luglio 1933

† Reggio Emilia 27 luglio 2022

 

 

 

 

Una guida saggia e serena 

Padre Alessandro era nato il 1° luglio 1933 a Ville di Montetiffi, nel comune di Sogliano al Rubicone (FC), un minuscolo Borgo nella Valle del torrente Uso, sovrastato da uno sperone di roccia, su cui si erge maestosa un’Abbazia benedettina dell’XI secolo. Siamo in Romagna, una terra generosa di mangiapreti, ma altrettanto feconda di vocazioni francescane.


Entrò ancora adolescente nel seminario dei cappuccini di Imola e nel 1951 fu ammesso al noviziato di Cesena, un luogo di estrema povertà, con pagliericcio per letto, tela alle finestre in luogo dei vetri, e nessun riscaldamento, anche nel più crudo inverno. Un anno dopo fra Alessandro fu ammesso alla professione temporanea, per poi passare come studente nello studentato filosofico di Bologna e successivamente di Lugo, nella Romagna profonda. L’anno seguente ritornò a Bologna, nello studentato teologico, dove il 4 ottobre 1955 si consacrò definitivamente nella regola francescana con la professione perpetua. Il 2 aprile 1960 ricevette l’ordinazione presbiterale.

 I primi impegni

Nel successivo ottobre fu inviato a Roma, nel nostro Collegio Internazionale, per frequentare la Facoltà di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, dove nel 1962 conseguì la licenza in Teologia. Fatto ritorno in Provincia, si impegnò nell’insegnamento della teologia morale nello studentato interprovinciale di Reggio Emilia appena istituito. Il suo insegnamento non si svolgeva con lezioni cattedratiche, ma impegnava gli studenti in un ruolo attivo, coinvolgendoli personalmente nello svolgimento dei vari temi di ordine morale. Nello stesso tempo svolgeva il lavoro di cappellano della nostra parrocchia di San Giuseppe in Bologna, impegnandosi in particolare modo nell’ambito del catechismo ai ragazzi. Nel 1967, quando già da due anni si era ricostituito lo studentato teologico in Bologna, fu nominato direttore dei nostri studenti, pochi in verità, ma sufficienti per plasmare il carattere del padre Alessandro nella prima esperienza a guida di altri frati.

 Ministro provinciale

Di qui in avanti gli impegni cominciarono ad accumularsi sulle sue spalle, peraltro molto larghe e robuste. D’altra parte non nascondeva di accettarli di buon grado. Nel 1969 fu eletto membro del Consiglio provinciale e tre anni dopo Vicario provinciale, guardiano del convento di Bologna e ancora direttore dello studentato. Ma per poco più di un anno, in quanto, in seguito all’improvvisa morte del Ministro provinciale in carica, padre Teodosio Passini (27 ottobre 1973), il Definitorio generale, dopo aver consultato personalmente tutti i frati della Provincia, lo nominò Ministro provinciale e tale rimarrà fino al giugno 1981.
Ha avuto una premura particolare per le necessità dei confratelli, in particolare per i malati e più in generale per la salute dei frati. Durante gli otto anni ininterrotti del suo primo provincialato, padre Alessandro non vestì mai la veste di superiore esigente e autoritario, ma seppe confrontarsi con i frati come uno di loro, un fratello tra fratelli, e anche ai frati più giovani, gli studenti, non fece mancare la sua comprensione e la sua sensibilità: li accompagnava nelle loro vacanze estive in montagna, partecipava alle loro piccole festicciole, e lasciava loro ampio spazio di intraprendenza.
Durante questo provincialato, poté anche visitare la missione del Kambatta in Etiopia nel dicembre 1974 - gennaio 1975, e così incontrare i missionari, veri pionieri del vangelo, che da quattro anni erano in quella terra con ampie prospettive di fecondo lavoro. Da quella visita ha tratto grande sensibilità per l’impegno missionario.

 Una calamita

Nel settembre 1976 p. Alessandro fu eletto Primo Consigliere della CimpCap (Conferenza Italiana Ministri provinciali Cappuccini), nel dicembre successivo divenne Vice-presidente della Cism regionale (Conferenza Italiana Superiori Maggiori) e nell’ottobre 1978 fu nominato Consulente religioso dell’USMI regionale (Unione Superiore Maggiori d’Italia). Come una calamita sembrava attirare incarichi uno dopo l’altro, tra cui, soprattutto, impegni nella pastorale diocesana di Bologna: Membro del Consiglio pastorale diocesano di Bologna (1979), Consulente ecclesiastico provinciale del CIF di Bologna (1980), Vice-segretario nazionale per la formazione (1983), Insegnante di teologia morale presso il Seminario regionale (1984), Consulente spirituale della Famiglia delle “Missionarie del Lavoro” (1987), Visitatore delle Monache Camaldolesi del monastero di s. Caterina in Faenza (1993-2004) per nomina della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, Assistente spirituale dell’Istituto Missionario “Ancelle dei Poveri” di Bologna (1995). Nel frattempo, tra tutte queste mansioni, è stato un’altra volta Cappellano della nostra parrocchia di San Giuseppe (1981-1984), direttore dei nostri studenti teologi (1980-1993), Consigliere provinciale (1996-1999), Vicario provinciale (1984-1987; 1993-1996; 2005- 2011), Ministro provinciale (1999-2005), e Responsabile dell’Infermeria provinciale di Bologna (1996-2011).

 Come volevasi dimostrare

Tra tutti questi incarichi, padre Alessandro si è distinto soprattutto nel ruolo di Vicario episcopale della Vita Consacrata (1984-2008) e come Socio dell’Associazione Consultorio Familiare Bolognese, con la qualifica di “esperto di morale” (1987-2007). Come Vicario episcopale si è fatto apprezzare dal card. Giacomo Biffi per il suo equilibrio e per la sapienza dei suoi interventi nel Consiglio episcopale. Alle comunità di religiose presenti nella diocesi di Bologna padre Alessandro proponeva spunti di riflessione e di aggiornamento e spesso prendeva parte anche ai loro capitoli elettivi. Come Vicario episcopale veniva inviato dall’arcivescovo come ministro del sacramento della Cresima. Ha così potuto incontrare tanti ragazzi nel loro impegno di fede, e i parroci erano ben contenti di avere lui come celebrante, avendone sperimentare altre volte la semplicità e la disponibilità.
Come Socio del Consultorio Familiare ha dato un concreto contributo alle sue attività e ha messo a disposizione la sua competenza e la sua esperienza. In particolare erano apprezzati il suo equilibrio e la capacità di saper dare un orientamento sicuro nella dinamica della dialettica del Consultorio.

 La malattia

Dopo essere stato in maniera continuativa sempre nella fraternità di Bologna, nell’agosto del 2014 fu deciso di trasferirlo nella fraternità di Castel San Pietro Terme come confessore e per servizi pastorali. Nel 2017 si manifestò in lui una terribile malattia: masse angiopatiche nell’encefalo. In seguito all’asportazione di tali angiomi, p. Alessandro non ha più ripreso una vita normale, e non riusciva a parlare e neppure in qualche maniera a comunicare. Dopo un tentativo di riabilitazione a Bologna e a Correggio, che si è rivelato inefficace, è stato ricoverato nella nostra infermeria provinciale di Reggio Emilia (2018), assistito con premura e competenza. Non sono mancate le visite di amici, che, con spirito di riconoscenza, intendevano recitare una preghiera muta con lui. Dopo quattro anni di un calvario che non sembrava aver fine, Gesù gli ha spalancato le braccia del suo amore, e lo ha accolto nel giorno che non muore.
Con il padre Alessandro scompare una figura di frate genuino e di superiore senza la pretesa di cambiare a ogni costo il mondo e i frati, un religioso con il sorriso sempre sulle labbra, che ha saputo accettare anche le contestazioni da parte di chi interpretava la realtà in maniera diversa, e che sapeva dimenticare in fretta qualsiasi torto subito. Un frate sempre gioioso della sua vocazione cappuccina e riconoscente al Signore di averlo chiamato alla vita sacerdotale.

Nazzareno Zanni

 La Messa funebre è stata celebrata nel nostro Santuario di San Giuseppe in Bologna, presieduta dal Ministro provinciale, p. Lorenzo Motti, con cui hanno concelebrato tanti confratelli e anche sacerdoti diocesani, in particolare il Vicario generale della diocesi di Bologna, mons. Giovanni Silvagni. Alla preghiera dei frati si è unita quella della numerosa gente, soprattutto religiose, che lo hanno voluto così ricordare al Signore. La salma è stata inumata alla Certosa di Bologna nella  tomba dei frati cappuccini.