FOTO CHE PARLANO

di Annalisa Vandelli, fotoreporter

  

Nella capsula, con la mascherina,
lanciati a razzo in altri emisferi;
piccoli, minimi rispetto al colossale
volo della modernità; sulle scale
mobili di percorsi obbligati; comodi,
senza piegare un ginocchio.
Così imbrigliati da filtrare perfino
la nostra sete d’infinito, ringraziamo
la tecnologia per aver salvato i nostri
ginocchi e la chirurgia di preservare il
cuore.
Quel meccanismo che sento e che non
vedo, mi ricorda di pulsare come una stella

 

Non appena lasciate sole, le opere
d’arte parlano tra di loro.
Senza voce, la pietra minaccia la tela.
Il pittore ha dovuto legare
quell’uomo per non farlo scappare.
La tela è del ragno,
La mano è del sasso.
Un uomo nel mezzo
torto di paura
Tutto è immobile, tutto è fragile.

Senza confini.
L’arte e lo sport abitano lo
sconfinato, l’impensato fino a un
ragazzo della Guinea Conakry che
trattiene il suo goal tra i pali delle
cupole del Sacro Cuore.
Senza confini.
Il tempo di una costruzione che
ammonisce sui secoli e lo spazio di
un uomo che realizza i suoi sogni.
Senza confini: una cupola e una testa
a tirar giù di cieli per camminare tutti
più leggeri.