Il solstizio d’estate è considerato da millenni un momento di ‘svolta’, che va festeggiato. Sono tanti i significati attribuiti a questa giornata ed è bello pensare che la fine delle ristrettezze dell’inverno e l’arrivo dell’abbondanza dell’estate possa dare linfa anche al dialogo ebraico-cristiano in Emilia-Romagna.

a cura di Barbara Bonfiglioli

 Fratelli d’Italia

Ebrei e cattolici italiani in dialogo a Bertinoro

 di Laura Caffagnini
giornalista

 Nel solstizio d’estate il Museo interreligioso di Bertinoro (Forlì) ha ospitato un’iniziativa della Commissione regionale per l’Ecumenismo e il Dialogo della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna (CEER)

che si auspica nutrirà il futuro dei rapporti tra credenti ebrei e cattolici in Italia. Rabbini, vescovi e rappresentanti delle diocesi dell’Emilia-Romagna si sono riuniti per una giornata di dialogo: «un momento di ascolto reciproco costruttivo, anche guardando alle esperienze fatte in questi anni - ha precisato nell’introduzione Marco Maria Coltellacci, incaricato regionale per l’ecumenismo e il dialogo della CEER -. Un incontro che si pone come tassello per il dialogo nel nostro territorio e nel contempo offre una riflessione a livello nazionale».

 Un museo a Bertinoro

Roberto Melandri, presidente della Fondazione “Museo interreligioso di Bertinoro”, ha accolto gli ospiti intervenendo sul significato dei luoghi per leggere e vivere i tempi e sul metodo di lavoro che sta alla base del Museo «fondato sulla fedeltà alla parola dell’altro, sulla passione per la verità storica e teologica». Il vicario generale di Forlì-Bertinoro, monsignor Enrico Casadei, ha rivolto loro il saluto a nome della diocesi sottolineando la tradizione secolare dell’ospitalità che connota Bertinoro.
La componente ebraica era formata da rav Alfonso Arbib, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana; rav Beniamino Goldstein, capo di Modena e Reggio Emilia; rav Alberto Avraham Sermoneta, capo di Bologna, recentemente nominato rabbino capo a Venezia; rav David Elia Sciunnach, rabbino di riferimento di Parma e presidente del Tribunale rabbinico del nord Italia e Vittorio Robiati Bendaud, coordinatore dello stesso. Accanto a loro, il cardinal Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, presidente della Cei; l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio Gian Carlo Perego, delegato regionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso; il vescovo di San Marino-Montefeltro Andrea Turazzi, l’arcivescovo di Ravenna-Cervia e vicepresidente Ceer Lorenzo Ghizzoni, il vicario generale di Carpi monsignor Ermenegildo Manicardi e i delegati diocesani per il dialogo di diverse città emiliano-romagnole.
Amicale il tono dell’incontro, con tempi che hanno favorito l’approfondimento della conoscenza: la mattina dedicata all’ascolto reciproco è continuata con la condivisione del pranzo kosher e con la visita guidata al Museo e al centro storico. Qui l’attenzione è stata rivolta alla Colonna delle Anella, simbolo dell’ospitalità bertinorese, e al quartiere ebraico, in particolare alla dimora dove nacque nel 1455 rabbi ‘Ovadyah Yare. Maestro stimato in Eretz Israel, il rabbino noto come il “Gran Bertinoro” fu artefice di un autorevole commento sulla Mishnāh, una pagina del quale in una copia del XVIII secolo è esposta nel Museo.

 Un dialogo non diplomatico

La rilevanza dell’incontro del 21 giugno sta nella sua origine, frutto di un impegno quotidiano sul territorio, e nella franchezza e nell’informalità con le quali si è tenuto. Non è stato un evento “diplomatico”, come a volte accade, ma un dialogo che ha consentito l’espressione di idee anche divergenti.
Beniamino Goldstein ha condiviso l’esperienza di dialogo sviluppata a Modena che riconosce i punti comuni e non nasconde le differenze e le diverse visioni sui testi di riferimento e che, ha detto, attraverso la comparazione porta a una maggiore comprensione. Attraverso diversi esempi il rabbino ha mostrato come, rifacendosi all’approccio ebraico che ha alle spalle una catena esegetica ininterrotta, si può arrivare a un maggiore approfondimento dei testi con ricadute positive per tutti.
I pregiudizi nascono dalla mancanza di conoscenza, ha detto Alberto Avraham Sermoneta: «Dialogo significa conoscere la realtà, togliersi gli occhiali e vedere con gli occhi dell’altro. Alla base del dialogo ci deve essere l’umiltà di dire che la mia non è la verità assoluta. La verità è formata da tanti tasselli che si possono mettere insieme per avvicinarci alla verità assoluta. Dio è la verità assoluta».
Matteo Zuppi si è detto «molto contento dell’incontro che ci aiuta a confrontarci anche nelle difficoltà che ci sono state e vedere come crescere nel dialogo». Il cardinale ha rievocato una storia legata a situazioni e incontri: «Quando vedo Sermoneta penso al suo grande maestro, il rabbino Elio Toaff, che ha rappresentato tutta una stagione del dialogo tra la Chiesa e il mondo ebraico». Il presidente della Cei ha messo in guardia dal sottostimare le nuove forme di antisemitismo e ha affermato la necessità di crescere nella fraternità anche condividendo momenti importanti delle Comunità ebraiche come il ricordo delle deportazioni e la preghiera per le vittime della Shoà.
La conversazione ha toccato anche il tema della presenza ebraica in Europa. Oltre alle nuove forme di antisemitismo, i rabbini sono preoccupati da tentativi di certi Stati di ostacolare la pratica religiosa ebraica, elemento fondante e irrinunciabile dell’ebraismo.

 La simpatia dello sguardo

Andrea Turazzi ha rilevato l’importanza di uno sguardo di simpatia nei rapporti tra ebrei e cristiani e il valore comune della trascendenza che li unisce. Nella società insieme possono condividere un impegno comune nell’educazione alla pace e nella custodia del creato. David Elia Sciunnach ha fatto presente la mancanza di punti di riferimento per i giovani in una società secolarizzata e impregnata delle futilità veicolate da internet e ritiene che i credenti possano esercitare un ruolo anche nei confronti dei laici. È importante coinvolgere i giovani, anche attraverso i loro formatori, ha rilevato Sermoneta che ha condiviso l’esperienza dell’associazione bolognese “Abramo e pace” nata per favorire la conoscenza, l’incontro e le esperienze con esponenti delle religioni monoteiste.
Don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio ecumenismo e dialogo della Conferenza episcopale italiana, ha tenuto una comunicazione sugli sviluppi delle équipes di dialogo ideate dall’Unedi e sulla collaborazione con l’Unione delle Comunità ebraiche italiane (UCEI) per la revisione dei testi relativi all’insegnamento della religione cattolica.
La giornata è terminata nell’auspicio di una ricaduta positiva del lavoro locale a livello nazionale e di un rilancio comune della Bibbia tenendo presente stagioni feconde di dialogo come quella milanese che vide affiancati il cardinal Carlo Maria Martini e il rabbino Giuseppe Laras.

 

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VECCHIO GIORGIO (a cura)
Concilio e postconcilio a Parma. Volume 1-2
Monte Università Parma Editore, Parma 2018,