La parola fiducia nell’enciclopedia Treccani viene definita come un «atteggiamento, verso altri o verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie possibilità, e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità». Non solo speranza dunque, ma un vero e proprio affidamento all’altro - o a noi stessi - consapevole e profondo, compiuto con la certezza di essere accolti, ascoltati e compresi. Se poi la fiducia sia meritata o meno, tradita o rispettata, è un altro discorso. Ciò che conta è la scelta di (con)fidarsi e la sensazione di pace che ne scaturisce; un comportamento che supera le barriere e diventa la base di una società comune, che cresce insieme.

a cura dell’Ufficio Comunicazione del Festival Francescano

 Arrivederci in Piazza Maggiore!

Per ripartire con uno sguardo nuovo 

di Serena Piazzi
Ufficio Comunicazione del Festival Francescano

  Fiducia sarà proprio il tema della XIV edizione del Festival Francescano.

In un mondo attraversato da guerre e conflitti, una riflessione sul ruolo che la fiducia ricopre oggi sembra quanto mai attuale e urgente.
Una prima forma di fiducia è quella che nasce dal gesto di san Francesco che accoglie il lupo e lo chiama a sé, suscitando meraviglia e stupore, come viene raccontato nell’immagine simbolo di questa edizione: la diffidenza e la paura verso chi è sconosciuto e diverso da noi si trasformano in un atto di accoglienza e di ascolto. L’inizio di una fraternità che continua ancora oggi, come ci ricorda Andrea Piccaluga - economista e direttore dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa - nel Manifesto scientifico del Festival, per cui «storicamente i francescani sono stati maestri di fiducia, sia in campo economico che sociale, fornendo importanti contributi alla società […]. Francesco ha percepito la fiducia che Dio per primo ha avuto nell’uomo e ha dato concretezza al concetto di fraternità».

 Un Festival… fiducioso

Durante il Festival si affronteranno le varie forme che la fiducia può assumere. Per esempio, fiducia verso il futuro e verso i giovani, protagonisti speciali del Festival. Già da tempo si evidenzia la necessità di costruire un dialogo intergenerazionale, che riesca a mettere in luce le potenzialità dei ragazzi e delle ragazze e fornisca loro una solida spinta per agire concretamente nel mondo. Importante da considerare anche la fiducia nelle istituzioni e nella conoscenza, nelle possibilità che la scienza oggi ci offre. L’emergenza sanitaria che abbiamo attraversato ci ha insegnato quanto sia fondamentale, in certi casi, consegnarsi nelle mani altrui, confidando nelle loro azioni, in una fiducia che diventa un prendersi cura dell’altro ancora più tangibile.
Non solo l’altro però, ma anche sé stessi: fiducia nelle nostre capacità e nelle nostre speranze, un sentimento che ci accompagna e ci dà sostegno nei momenti più difficili, spronandoci a non cedere a uno scetticismo puro e sterile. Spesso la fiducia è minata dalle ingiustizie che vediamo ogni giorno e che non sembrano offrire alcuna soluzione; nasce il rischio di sentirsi impotenti e smarriti, senza più nulla a cui poter dare la nostra fiducia. Non dimentichiamoci però che, come fatto presente dal Manifesto, «Papa Francesco ci ricorda che se Dio ha potuto creare l’universo dal nulla, può anche intervenire in questo mondo e vincere ogni forma di male». Nessuna ingiustizia è insuperabile.
La fiducia non segue itinerari stabiliti, ma racconta la storia di ognuno di noi e si snoda lungo i tracciati del vissuto personale; universale è invece la sua gratuità e il suo essere un dono che diamo e riceviamo, «uno dei più importanti motori delle relazioni sociali».

 Tre giorni per…

Di fiducia al plurale si parlerà dunque durante la prossima edizione del Festival Francescano, che si svolgerà il 23, 24 e 25 settembre 2022. Tutti gli eventi avranno luogo in piazza Maggiore a Bologna, segnando così un ritorno alla normalità e alla consueta forma del Festival dopo l’edizione in modalità mista e l’edizione interamente online dei due anni precedenti, causa pandemia. Un Festival che ritorna in piazza tra la gente e al suo stato originale, assecondando e favorendo la voglia di incontro e di scambio diretto tra le persone, non più mediato da schermi. Tante saranno le occasioni per incontrarsi: dalle conferenze alla biblioteca vivente, passando per gli spettacoli e le aree dedicate ai bambini, il programma di quest’anno si preannuncia ricco di attività e appuntamenti da non perdere.
Tra i vari ospiti, sarà possibile ascoltare la testimonianza di Gemma Calabresi, insegnante di religione e vedova del commissario Calabresi, che racconterà al giornalista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo il lungo percorso di pace e perdono che ha attraversato a partire dall’assassinio del marito, come descritto nel suo romanzo La crepa e la luce (Mondadori, 2022) uscito in occasione del cinquantesimo anniversario dell’accaduto; una fiducia lentamente ricostruita, che guarda al futuro senza abbandonare la memoria del passato. È quindi possibile dare fiducia a tutti, nessuno escluso? Questo interrogativo sarà al centro di una tavola rotonda che vedrà protagonisti il giornalista e prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede Paolo Ruffini, la giornalista Milena Gabanelli e la scrittrice Mariapia Veladiano: voci autorevoli in un dialogo aperto e ricco di spunti degni di nota sui possibili destinatari della fiducia.

 …confrontarsi e stare insieme

Confermato anche l’impegno del Festival per rendere la manifestazione sostenibile ed ecofriendly, con un’attenzione particolare alla sostenibilità. Anche sul palco verrà dato spazio alle tematiche ambientali, affrontate dall’attivista e ambientalista indiana Vandana Shiva durante il suo incontro; promotrice dell’importanza della biodiversità e impegnata nella lotta per un’agricoltura sostenibile, da anni si occupa di ecologia e bioetica. Non mancheranno poi incontri legati all’arte e alla letteratura, come la Lectura Dantis a opera di Vittorino Andreoli dedicata al Sommo Poeta e la lettura poetica della poetessa Mariangela Gualtieri. Per chi è alla ricerca di intrattenimento, segnaliamo lo spettacolo teatrale Mani bucate di Giovanni Scifoni: un monologo orchestrato con laudi medioevali che si interroga sul successo che ancora oggi riscuote la figura di San Francesco, proponendo una rilettura moderna del Santo più “pop” che ci sia.
Il Festival si conferma dunque un’occasione per confrontarsi, scambiarsi idee e opinioni e soprattutto per stare insieme, riscoprendo il piacere di un contatto diretto e la voglia di riflettere sul presente, guardando al futuro. Con fiducia.
Vi aspettiamo!