Tutto tuo Padre

Dio ci sogna simili a Lui, ecco la nostra vocazione 

di Matteo Ferrari
monaco di Camaldoli, biblista

 Il binomio «amore e verità» (hesed we’emet) compare diverse volte nella Bibbia sia riferito a Dio, sia agli esseri umani in rapporto con lui. Potremmo dire che «amore e verità» sono due categorie fondamentali per comprendere lo sguardo della Scrittura su Dio e sulla vita umana.

 I termini

Innanzitutto occorre chiederci che cosa intendono le Sritture quanto utilizzano questi termini. Spesso infatti noi corriamo il rischio di leggere la Bibbia dando alle parole il significato che noi attribuiamo loro nel nostro linguaggio comune. Quando noi parliamo di amore, pensiamo ad un sentimento, all’affetto di una persona per un’altra, con tutte le conseguenze che questo dovrebbe portare. Il termine “amore” nella Bibbia può essere reso con termini differenti. Quello che compare abitualmente nel binomio che stiamo cercando di comprendere è hesed, un termine che indica una relazione in un rapporto di alleanza. Potremmo quindi tradurre hesed con “fedeltà”, oppure “amore fedele”. Non si tratta quindi semplicemente di un sentimento, ma di una relazione che ha delle conseguenze concrete da entrambe le parti in causa. È una relazione che impegna reciprocamente; chi ama si impegna nei confronti dell’amato.

Anche quando parliamo di “verità” nella Bibbia, noi facciamo riferimento a qualcosa di un po’ diverso dal nostro linguaggio comune. Per noi il contrario di verità è falsità: si tratta cioè di un termine che fa riferimento ad una prospettiva che potremmo definire razionale. Nella Bibbia invece la prospettiva è quella relazionale. Più che di verità si dovrebbe parlare di fedeltà, affidabilità, qualcosa su cui ci si può saldamente appoggiare. Il verbo da cui deriva il sostantivo ‘emet indica la solidità, la fermezza, la durevolezza. Si comprende allora il legame molto stretto con hesed, tanto che per molti studiosi l’espressione “amore e verità” è un’endiadi «nella quale il secondo nome della coppia accentua la solidità, l’attendibilità, e la perdurante validità della dimostrazione o della promessa di hesed» (GLAT III, 62).

 Il volto di Dio…

Questi due termini nella Scrittura sono innanzitutto un attributo di Dio. Il loro significato nasce dalle relazioni umane, dallo sperimentare che negli uomini «amore e fedeltà» conoscono contraddizioni e ferite. Invece in Dio queste due caratteristiche sono piene: egli è amore e fedeltà. Lo possiamo innanzitutto scoprire nella rivelazione della gloria di Dio a Mosè sul Sinai. Quando Dio passa davanti al suo servo proclamando il suo nome, afferma: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,6). È un testo fondamentale nella Scrittura che ritornerà in diversi passi e conoscerà molte successive riletture. Nel nome stesso di Dio sono contenute le caratteristiche dell’amore e della fedeltà. Dio ama di amore fedele: non viene meno alle sue relazioni, è una roccia sulla quale ci si può appoggiare saldamente. Anche se noi sperimentiamo che questo nelle nostre relazioni umane non si realizza pienamente, in Dio noi possiamo trovare quella relazione che può dare sicurezza alla nostra vita. Si tratta di una affermazione che ha conseguenze molto profonde per la fede di Israele: se anche noi veniamo meno, a causa della nostra fragilità e del nostro peccato, alla relazione con il Signore, egli invece rimane fedele ed è sempre possibile ritornare a lui.
Questo volto di Dio è cantato nei salmi: «Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Sal 86,15). Nella storia noi sperimentiamo spesso il tradimento, in Dio vediamo risplendere un’altra possibilità di vita. Nel Salmo 89 il salmista prega: «Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, amore e fedeltà precedono il tuo volto» (Sal 89,15). Il Salmo canta la signoria universale di Dio che si fonda sul suo amore e sulla sua fedeltà. Se anche la nostra esperienza della storia sembra andare secondo criteri differenti - pensiamo alle tante guerre che hanno segnato e continuano a segnare il volto dell’umanità - invece il volto di Dio, il suo modo di esercitare la sua signoria è caratterizzato da «amore e fedeltà».

 …e la vita dell’uomo

Ma se amore e verità sono caratteristica di Dio, questi due termini hanno anche a che fare con la vita dell’uomo. È come se si trattasse di un qualcosa a cui tendere, il riferimento imprescindibile per una vita umana vissuta in pienezza. Lo vediamo molto bene in alcune circostanze che ci vengono narrate nelle Scritture. Ad esempio, quando vengono narrate le vicende che portano al matrimonio di Isacco, il servo di Abramo dice a Labano padre di Rebecca: «se intendete usare bontà e fedeltà (hesed we’emet) verso il mio padrone, fatemelo sapere; se no, fatemelo sapere ugualmente, perché io mi rivolga altrove» (Gn 24,49). Amore e fedeltà possono quindi essere caratteristica anche dei rapporti umani. Non si parla qui di sentimenti - sono persone che non si sono mai incontrate - ma di relazioni affidabili che si basano su un legame che precede.
Nella Bibbia, riguardo agli uomini, «amore e fedeltà» sono soprattutto una meta da raggiungere. Il Salmo 25 afferma: «Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti» (Sal 25,10). Per poter camminare nell’amore e nella fedeltà, secondo il Salmo occorre custodire la parola di Dio. Ancora nel Salmo 85 il salmista afferma: «Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno» (Sal 85,11). «Amore e verità» sono quindi qualcosa che riguarda il futuro, una meta da raggiungere, la direzione della storia secondo uno sguardo credente su di essa. Per questo amore e verità sono anche oggetto di preghiera (cf. Sal 61,8) e il saggio del Libro dei Proverbi raccomanda al suo discepolo: «Bontà e fedeltà non ti abbandonino: légale attorno al tuo collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore» (Pr 3,3).

 Chiamati ad essere umani

Questo breve percorso nella Bibbia ci può condurre a riconoscere nel binomio amore-verità un tratto della vocazione dell’essere umano secondo le Scritture. La storia dell’umanità comincia con una chiamata di Dio a “fare l’umano”: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza» (Gn 1,26). Nella storia gli uomini e le donne, secondo la Bibbia sono chiamati a realizzare questa originaria vocazione: è il sogno di Dio per noi. Ora questo sogno del Creatore può essere descritto così: anche noi siamo chiamati ad incarnare quell’amore e quella verità che sperimentiamo in Dio. Noi tocchiamo con mano una storia ferita nell’amore e nella verità, ma Dio continua ad avere un sogno su di noi, che è quello di poter vivere quella somiglianza con lui che si è già manifestata in pienezza nell’umanità di Gesù, testimone fedele dell’amore del Padre.

 

 

Dell’Autore segnaliamo:
Canti per ritornare. I Salmi delle salite come cammino spirituale
Cittadella Editrice, Assisi 2021