Contro l’antisemitismo non sono sufficienti dichiarazioni sbrigative e spesso retoriche. L’antisemitismo lo si combatte, prima di tutto, facendo conoscere l’ebraismo: Camaldoli ne ha fatto una sua missione.

a cura di Barbara Bonfiglioli

 Il dialogo è tornato

Oltre l’antisemitismo: amicizia e dialogo 

di Francesca Del Corso 
responsabile gruppo SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) di Livorno

 Dal 3 all’8 dicembre 2021, dopo un anno di sospensione a causa della pandemia, sono ripresi in presenza i Colloqui ebraico-cristiani a Camaldoli, oramai giunti alla 41a edizione, dedicata a Maria Vingiani e Amos Luzzatto recentemente scomparsi.

L’anno di sospensione era pesato a tutti, e questa volta, pur dietro le mascherine, si percepivano i sorrisi e la felicità per l’incontro di nuovo possibile; le presenze sono state quasi superiori a quelle degli anni passati!
“Yeshua/Gesù e Israele – a sessant’anni dall’incontro tra Jules Isaac e Giovanni XXIII” era il tema di quest’anno e sono state ricordate le persone che lo hanno reso possibile: Maria Vingiani, Jules Isaac e Giovanni XXIII. Incontro che ha portato ad iniziare un cammino di dialogo ebraico-cristiano, volto a contrastare l’insegnamento del disprezzo nei confronti del popolo ebraico.
Ai Colloqui si è riflettuto anche sul periodo attuale, caratterizzato da un ritorno di antigiudaismo ed antisemitismo. I lavori sono stati introdotti dalla relazione della coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, Milena Santerini, con una approfondita disamina sull’ostilità antiebraica e la metamorfosi dell’odio. Ogni relatore ha dato un buon contributo per illuminarci sui temi proposti.

 Come correggere il libro

I risultati concreti dei tanti anni di dialogo li abbiamo toccati con mano alla presentazione delle schede sull’Ebraismo per la revisione dei testi IRC fatta dal segretario generale della CEI, mons. Stefano Russo, e da Noemi Di Segni, presidente dell’UCEI – Unione delle Comunità Ebraiche in Italia. Queste schede sono state prodotte dal lavoro congiunto di esperti, UNEDI e Ufficio nazionale CEI per l’IRC sui punti dove è stata creata più incomprensione.
Tra i partecipanti che con passione hanno sempre seguito i Colloqui, trovo Francesca  Anna Cento, che ha commentato: «Il Covid ci ha piegato, ma non ha spezzato la nostra voglia di dialogo. Il virus ci ha costretto ad una pausa, pertanto nel 2020 il 41° incontro Nazionale dei colloqui ebraico-cristiani ha avuto uno stop, ma nel 2021 è tornato più forte di prima. Per me è il 13° colloquio. Un colloquio alternativo: alcune relazioni esposte con collegamenti a distanza ed altre in presenza. In barba a mister Covid, questo convegno ha avuto risvolti molto positivi con risultati soddisfacenti. Le relazioni, nonostante le differenti modalità, sono state tutte coinvolgenti, stimolanti, sentite e partecipate. Sono insegnante di religione nella scuola per cui ho seguito con particolare attenzione gli interventi che trattavano l’argomento del dialogo tra ebrei e cristiani nell’insegnamento: La presentazione del progetto di revisione dei testi scolastici di IRC e “Quale insegnamento oggi? L’Ebraismo nella scuola italiana”.
Questi mi hanno portato a riflettere, ancora una volta, su come e quanto la scuola possa essere uno strumento educativo fondamentale per le nuove generazioni, per combattere l’antisemitismo e favorire il dialogo. Si deve partire dalla base dando informazioni corrette che per molti anni sono state, anche nei libri di testo, segnate da pregiudizi e false interpretazioni. Una commissione formata da ebrei e cattolici, promossa dalla CEI, ha elaborato 16 schede per una più corretta presentazione dell’ebraismo nei libri di testo.

 Un esordiente

Un altro momento che mi ha particolarmente coinvolto è stata la tavola rotonda curata dalla neonata (luglio 2021) Amicizia Ebraico-Cristiana (AEC)-Giovani: mi piace ricordare e sottolineare che questo gruppo di giovani è stato stimolato proprio partendo dalla frequentazione dei Colloqui ebraico-cristiani di Camaldoli. Loro sono uno dei frutti dei Colloqui: giovani stimolati dall’esempio di chi, adulto, ha trasmesso un messaggio significativo. E si torna al discorso di quanto sia importante educare e trasmettere contenuti attraverso l’insegnamento e l’esempio, anche sulla scia della testimonianza di figure come Jules Isaac, Giovanni XXIII, Maria Vingiani e Amos Luzzatto». Per la prima volta è presente ai Colloqui Stefano Sodaro che, felice, racconta: «Questi giorni ai Colloqui di Camaldoli sono stati molto intensi e importanti; credo che chi viene per la prima volta abbia la netta sensazione di un evento che segna la storia delle comunità cristiane in Italia, ma direi anche della vita civile italiana, perché la presenza ebraica in Italia è una ricchezza che interroga i credenti e l'intera cultura e l'intera società. A livello diffuso, la non conoscenza o la parziale conoscenza, per non dire l'ignoranza, sono dimensioni presenti e potenzialmente di un qualche pericolo.
In queste giornate si respira qui a Camaldoli un'atmosfera, che, per chi non ha avuto esperienze precedenti, ha qualcosa di unico; anche la differenza religiosa, che nessuno tace e nessuno nega, diventa stimolo di un rapporto amicale e di conoscenza reciproca molto intenso. Se devo dire un limite, eccolo: forse, servirebbe pure un aiuto per cercare di calare le considerazioni di grande spessore culturale che vengono fatte anche nella realtà molto più concreta, feriale, direi popolare, che attraversa il nostro quotidiano; non si tratta di una parentesi o di discorsi di nicchia ma si tratta della nostra vita perché l'alterità interroga tutte le nostre vite».

 Nuovo impulso

Per ultimo la riflessione del monaco camaldolese Matteo Ferrari, da anni coordinatore, anima e motore dei colloqui: «Dopo la sospensione imposta dalla pandemia l’Incontro dei Colloqui Ebraico-cristiani di Camaldoli del 2021 ha segnato una ripresa per certi aspetti insperata. Si poteva temere che la situazione avesse in qualche modo “spento” l’impegno e l’entusiasmo per il dialogo e invece è stato come un raccogliere i frutti di un lungo cammino. In particolare tre sottolineature sono necessarie per descrivere che cosa ha contraddistinto il Colloquio 2021. Innanzitutto, oltre alla grande partecipazione –150 partecipanti –, occorre sottolineare l’importanza e il livello dei temi affrontati. Si è giunti a parlare di nodi molto significativi del dialogo ebraico-cristiano con l’intervento di autorevoli relatori. In secondo luogo si è potuta conoscere un’opera concreta di collaborazione tra cattolici ed ebrei: le sedici schede promosse da CEI e UCEI per la preparazione/revisione dei testi per l’insegnamento IRC. La presenza di Mons. Stefano Russo e di Noemi Di Segni, in collegamento da Gerusalemme, ha contribuito a far comprendere l’importanza di questo concreto passo di collaborazione. Infine il protagonismo del gruppo dei giovani dell’AECG: un frutto significativo dei Colloqui. Un segno che dimostra come “i tempi lunghi” portano i loro frutti. Linguaggi nuovi, modalità nuove che i giovani sanno portare e che sono nuovo impulso per il dialogo ebraico-cristiano».

 Segnaliamo il sito del Monastero di Camaldoli dove poter trovare informazioni per l'evento
Colloqui Ebraico Cristiani – Incontro 2022:
https://www.camaldoli.it/eventi/colloqui-ebraico-cristiani-xli-incontro-nazionale