Basta che funzioni
Troppo spesso il sacro è superstizione anziché luogo di relazione
di Gilberto Borghi
della Redazione di MC
Siamo al Caserta Pride, nel giugno del 2018, durante la manifestazione dal titolo: “Ogni bacio una rivoluzione”, contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone omossessuali.
Ad aprire il corteo un “bilico” da dodici metri, addobbato con arcobaleni vari sul davanti. Sul portellone posteriore campeggia la gigantografia di san padre Pio. I manifestanti non si sono scomposti e alcuni di loro, dopo poco hanno cominciato a inneggiare cantando: «Anche padre Pio me lo bacio io». Evidentemente, però, gli organizzatori hanno pensato che qualche forma di discriminazione fosse necessaria mantenerla e così, prontamente, hanno aperto il portellone, lo hanno assicurato alla fiancata, nascondendo così l’immagine sacra.
«Il Signore esiste. Io lo so e, attraverso questo camion, voglio che lo sappiano tutti». Rocco ha sessanta anni, vive a Tiggiano (Lecce) e fa l’autista. «Sono stato operato alle corde vocali ed ho ripreso a parlare, mi sono rotto le teste dei due femori, ho subìto un’operazione alla schiena con otto vertebre rotte ed ora mi vedete in piedi e sono tornato a guidare il camion». “Gesù tu sei àncora di salvezza”, ha fatto scrivere sulla fiancata destra del camion ed è convinto che ad assisterlo sia stata la Vergine di Fatima (“Alla tua ombra desiderata riposo” si legge sul telone di sinistra). In cabina quattro statuette si intravedono attraverso il parabrezza. A sinistra campeggia, bello grande, sant’Antonio di Padova, al centro sant’Ippazio, protettore di Tiggiano, che copre mezzo parabrezza, e a destra, più piccolo, si intravede un sorridente papa Francesco, con, alle sue spalle, una statuetta di Cristo, poco visibile. Forse la grandezza delle statue è proporzionale alla potenza sacrale dei soggetti ritratti!
Dispositivi di sicurezza
Quando, nel settembre 2021, il suo datore di lavoro, negli Stati Uniti, ha annunciato che avrebbe richiesto a tutti i dipendenti di essere vaccinati contro il Covid-19 entro il 1° novembre, Crisann Holmes sapeva di dover trovare una via d’uscita. Per lei, non vaccinata, non ci sarebbe stato più spazio in azienda. Ha firmato una petizione per chiedere alla società di allentare il suo mandato. Si è unita a una protesta informale, saltando il lavoro con altri dipendenti dissenzienti. Poi ha trovato una soluzione che molti in tutto il paese stanno ora esplorando e la via d’uscita è arrivata dal cielo. Tramite una ricerca online, si è imbattuta in un sito che parlava di una connessione tra i vaccini sviluppati contro il Covid e i feti abortiti. Ha stampato la pagina e l’ha consegnata al suo capo, citando un passo del Nuovo Testamento: «Purifichiamoci da tutto ciò che contamina il corpo e lo spirito». Tanto è bastato a ottenere il via libera con una esenzione per “motivi religiosi”.
Sul retro di un camion raggiunto in autostrada da un automobilista campeggia in alto la scritta “automezzo dotato di dispositivi di sicurezza”. Subito sotto due gigantografie di S. Padre Pio e S. Giovanni Paolo II a coprire i tre quarti del portellone di fondo. Subito sotto la scritta “...non correre mai più veloce di quanto il tuo angelo custode possa volare!”. Il problema allora diventa determinare la velocità massima di un angelo custode! Può darsi che il conducente sia dotato di una app per poterlo definire. Infine, perché non si mai, c’è anche il logo del Controllo Satellitare (in Italia i conflitti di interesse non mancano mai!).
Non sempre affidabile
Nel dicembre 2019, in un’intervista rilasciata al TG5, Mancini, CT della nazionale di calcio, ha invitato i suoi giocatori a non farsi più il segno della croce al momento di entrare in campo, dicendo: «Papa Francesco mi ha chiesto perché ci facciamo il segno di croce prima di giocare. Così, ora non lo faccio più. Non vorrei che il Papa si arrabbiasse». Evidentemente non tutti i giocatori di calcio temono l’ira di Francesco. In Colombia, in una partita del campionato di serie A, Guillermo de Amores, portiere del Deportivo Cali, stava ancora facendosi il segno della croce e toccando per terra la linea di porta, quando, dopo appena 40 secondi dall’inizio della gara è stato trafitto all’incrocio dei pali da un millimetrico tiro, da quasi metà campo, di un giocatore avversario. Chissà, forse ha ragione Mancini: il segno della croce è un rischio!
La ex campionessa spagnola di ciclismo Joane Somarriba, in una gara all’inizio della sua carriera, durante una volata che la vedeva in testa, ha alzato le braccia e lo sguardo al cielo, in un gesto di “ringraziamento” a pochi metri dal traguardo. Tanto è bastato perché la seconda la raggiungesse e quasi rischiasse di batterla. Finita la gara, mentre era da sola a cambiarsi, ritornando a quell’attimo ha pensato che, forse, quelli del piano di sopra o sono distratti o non sono molto affidabili. Meglio allora lasciarli stare, in certi momenti!
Tra le prove della non esistenza di Dio, una mia studentessa di qualche anno fa annoverava anche il fatto che, dopo aver passato i primi tre anni delle superiori a rivolgersi a Dio per andare bene nelle verifiche di matematica, aveva dovuto constatare che era un metodo improduttivo: «Durante le verifiche in classe, spesso ne sapevo poca; allora guardavo il crocifisso e regolarmente non mi arrivava nulla in testa». Come è noto Gesù, la trinità e la matematica non vanno molto d’accordo, tanto che lassù uno, più uno, più uno, fa uno. Inaffidabile!
Non chi dice “Signore, Signore”
Che dire? si potrebbe continuare. Ma credo che questo basti per riconoscere come il sacro sia spesso invocato “fuori luogo” e “fuori tempo”. Continuiamo ad immaginare il sacro come un qualcosa che sta fuori dal tempo e dallo spazio, ma che dovrebbe poi entrare nel tempo e nello spazio dietro nostro desiderio, come noi vogliamo. Un sacro alle nostre dipendenze, da usare prêt à porter, a costi relativamente accessibili.
Ma questa impostazione è quella mostrata dalla Parola di Dio? In essa, il concetto chiave che designa la relazione tra dentro e fuori dal tempo, dentro e fuori dallo spazio, non è il sacro, ma il santo. E ciò designa il movimento di Dio che esce dal suo fuori spazio e fuori tempo e crea l’universo, entrando in esso per abitarvi, affinché poi l’umano possa divinizzarsi. Ma per farlo, non serve “usare” il sacro per sé: al contrario, accettare di essere afferrati dalla santità di Dio, cioè dal fatto che lui ci ama, e lasciarsi “usare” da Dio.
Non si tratta allora tanto di vietare o meno queste manifestazioni “fuori luogo” del sacro, ma di segnalare che esse sono solo più una superstizione che un gesto di fede. Forse, un piccolo e pallido inizio di una fede che, però, di per sé chiede molto di più.
Dell’Autore segnaliamo:
Un Dio fuori mercato: La fede al tempo di Facebook
EDB, Bologna 2015